COME SI RIPARTE DOPO UN SINISTRO

Quattro anni fa la Cartiera di Cologno è stata colpita da un gravissimo incendio che ha messo fortemente a rischio la sua stessa esistenza. Eppure dopo soli 30 giorni è riuscita a far ripartire l'attività. merito della collaborazione virtuosa di tutti gli attori del sistema: imprenditore, fornitore, assicuratore e perito

COME SI RIPARTE DOPO UN SINISTRO
Quella tra il 18 e il 19 luglio 2014 è una notte che resterà impressa per sempre nei ricordi di Giacomo Masotina, direttore tecnico e socio della Cartiera di Cologno, alle porte di Milano. Difficile dimenticare l’incendio devastante che si propagò all’interno dello stabilimento. Un rogo originato, per di più, a poca distanza da un grosso riduttore meccanico. Questo fece sì che l’alta temperatura rompesse una specula visiva, facendo fuoriuscire dell’olio che provocò una tremenda combustione, con conseguente sprigionarsi di fumi neri. I vigili del fuoco riuscirono a domare le fiamme soltanto il mattino successivo. Eppure, nemmeno 30 giorni dopo, la cartiera era pronta a far ripartire la produzione. Come è stato possibile rimettersi in carreggiata in così poco tempo? La risposta a questa domanda mostra quello che può essere presentato come il paradigma del sinistro gestito con successo. È la testimonianza di come un’attenta gestione dei rapporti con i fornitori, unita a una collaborazione virtuosa con il perito e l’assicuratore, possano ridurre al minimo sia i danni diretti, sia quelli indiretti. 



UNA CORSA CONTRO IL TEMPO

La vicenda è stata ripercorsa dallo stesso Masotina, che ha ricostruito nel dettaglio l’accaduto. “La nostra cartiera – ha spiegato – realizza un prodotto di qualità utilizzando come materia prima la carta da macero proveniente dalla raccolta differenziata. Il prodotto finito consiste nella fabbricazione di bobine da 2,5 tonnellate che servono per la produzione di scatole di cartone ondulato. Come quasi tutte le cartiere anche la mia ha una sola linea di produzione. Ferma quella l’attività risultava totalmente bloccata”. Ripartire il prima possibile era dunque vitale. Per questo appena domato l’incendio il direttore tecnico ha avviato un’analisi di tutte le conseguenze dell’evento. Tredici ore dopo era stata completata una prima lista dei ricambi necessari, ed era stata contattata tutta la forza lavoro disponibile: montatori, meccanici, elettronici, edili. “Fondamentale – ha sottolineato Masotina – si è rivelato il rapporto di continuità e la fidelizzazione che la cartiera ha consolidato nel tempo con i fornitori, i quali si sono resi immediatamente disponibili nonostante il periodo estivo. Inoltre, la stima e la fiducia reciproca che si è instaurata con il perito, ci ha portato a seguire anche l’ottimo consiglio di affidare a una società  specializzata il ripristino della linea compromessa dalla combustione e dall’acqua”. Questo ha permesso alla cartiera di risparmiare moltissimo in termini di costi e di tempo, creando le condizioni affinché, dopo soltanto un mese, l’azienda potesse ripartire.


Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Review e Marco Gattinoni, direttore dell'Associazione piccola industria di Lecco e Sondrio

FERMATI, RIFLETTI, AGISCI

Il perito che si è occupato della gestione di quel sinistro è stato Marco Valle, vicepresidente di Aipai. Intervenendo al convegno, Valle ha osservato come il ruolo del loss adjuster sia proprio “quello di saper guidare e indirizzare l’azienda verso quegli accorgimenti che noi con la nostra esperienza, abbiamo davanti ai nostri occhi in modo nitido, ma che a molte aziende non appaiono subito evidenti”. Il caso della Cartiera di Cologno, ha spiegato, “è un esempio positivo, come è positivo l’esito della stragrande maggioranza dei sinistri”. Un paradigma del modo ideale di gestire incidenti come quello di Cologno Monzese, è riassumibile in un acronimo ideato da Valle: Fra, che sta per “fermati, rifletti, agisci”. Tre passaggi fondamentali per arrivare a un risultato di successo, da mettere in pratica attraverso una sinergia vincente tra azienda, assicuratore e perito. “Il loss adjuster italiano – ha evidenziato il vicepresidente di Aipai – è una figura molto complessa che non ha pari nel resto d’Europa. Il perito di casa nostra conosce tutta la sintomatologia dei sinistri. Grazie a questo prezioso bagaglio di conoscenze è in grado di aiutare le aziende a ripartire anche dopo situazioni molto gravi”. 

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