LA TRASMISSIONE DELLA CONOSCENZA
Storia e innovazione sono diventati quasi sinonimi e la tecnologia guida l'evoluzione come mai era accaduto prima. Il professor Andrea Cerroni, dell'Università Bicocca di Milano, traccia le linee di un mondo fatto di creatività, responsabilità e visione
18/04/2017
La diffusione e la velocità del cambiamento, in tutti i settori della vita, dipendono in gran parte da due cose: l’evoluzione delle tecnologie e l’accettazione di queste da parte dei cittadini.
Il dubbio della società contemporanea è quello di accettare o meno una determinata tecnologia in base alla percezione, spesso sfocata, che se ne ha. Pensiamo a come, per esempio, solamente con una crocetta su un foglio di carta, i cittadini italiani hanno posto fine dall’oggi al domani alla ricerca in campo nucleare.
In una società pervasa e dipendente come mai era accaduto prima dal fattore tecnologico, in cui storia e innovazione sono diventati quasi sinonimi, l’edizione di quest’anno del convegno organizzato da Insurance Connect, si pone l’obiettivo ambizioso di capire, in primis, come cambierà il mondo.
Un impegno non da poco e per il quale è stato coinvolto il professor Andrea Cerroni, del dipartimento di sociologia e ricerche sociali dell’Università Bicocca di Milano. Quali sono, quindi, i principali fattori che contribuiranno al cambiamento, già in atto, del modo di comunicare e gestire la conoscenza e la sua trasmissione?
Proprio sul concetto di conoscenza si è soffermato Cerroni, ricordando che siamo di fronte a un paradosso: “noi – ha detto – facciamo parte della generazione che ha potuto studiare di più e che ha a disposizione le tecnologie in rapidissima evoluzione: eppure siamo anche gli uomini e le donne che avrebbero più difficoltà a vivere in mancanza di una sola di queste tecnologie: l’elettricità”.
Cerroni ha parlato di “doppio digital divide”: il primo di natura infrastrutturale e un altro gnoseologico, ovvero la difficoltà di assegnare a una certa tecnologia gli attributi di priorità, affidabilità, utilità e significato.
SGANCIARSI DALLA REALTÀ
Da cosa dipenderà, quindi, il nostro futuro? Da tre fattori. La creatività è l’idea chiave del cambiamento ma, a differenza di altre epoche, la funzione oggi non è più solo appannaggio di chi progetta un bene o un prodotto. Al contrario il rapporto da unidirezionale è diventato bidirezionale, osmotico. Oggi anche gli utilizzatori delle tecnologie diventano progettisti, e influenzano le dinamiche non solo di mercato, ma anche della produzione. In questo contesto, l’altra parola d’ordine è responsabilità: occorre che imprese e consumatori siano consci delle proprie responsabilità reciproche e che, in ultima analisi siano pronti a “darsi una mano”. La terza e ultima questione riguarda la visione: riuscire a sganciarci dalla realtà quotidiana perché i tempi di realizzazione delle tecnologie sono, e saranno, sempre più brevi. Ciò che si pensava potesse accadere in cinque anni, oggi diventa vecchio dopo due.
Certo è che sulla base di queste considerazioni, il mestiere dell’assicuratore, che è da sempre stato quello di anticipare i bisogni, sta diventando ancora più complesso. Le compagnie devono saper guardare a strumenti nuovi, perché quelli tradizionali ormai non funzionano più.
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