RIPENSARE LA MOBILITÀ
Da un lato la pandemia ha generato un forte impatto sui comportamenti, che condizioneranno anche il nostro modo di viaggiare in futuro, dall’altro la tecnologia offre la possibilità di far evolvere le nostre modalità di spostamento verso una logica più sostenibile. Ecco come è possibile ribilanciare un sistema all’interno del quale gli assicuratori continueranno a mantenere un ruolo centrale
16/12/2020
Da un lato abbiamo rallentato, dall’altro accelerato. La pandemia, e il successivo lockdown, hanno costretto tutti noi a fermarci e a limitare al minimo indispensabile gli spostamenti. Ma, parallelamente, questa situazione ha spinto in un modo senza precedenti il ricorso a soluzioni tecnologiche. La crisi del Covid porta con sé una grande connotazione emotiva con un forte impatto sui comportamenti, che condizioneranno anche il nostro modo di spostarci nei prossimi anni. Attorno a questi aspetti si è sviluppata un’interessante riflessione sui cambiamenti attuali e prospettici della mobilità, che ha dato il via al convegno sull’Rc auto di Insurance Connect.
Luigi Onorato, insurance sector leader e Fsi innovation leader di Deloitte Italia
IL PESO DELLE ESTERNALITÀ NEGATIVE
Lorenzo Tavazzi, partner di The European House Ambrosetti ha dapprima evidenziato alcune criticità di antica data che sconta il sistema italiano dei trasporti, ad esempio il fatto che il nostro è il secondo Paese con più esternalità negative (115 miliardi) prodotte dal trasporto su strada (traffico, incidentalità, emissioni, congestione). “La flotta circolante – ha spiegato – è vetusta: il 70% è pre-Euro 4, con un’età media per vettura di circa 11 anni. Altra peculiarità italiana è la forte dipendenza dal veicolo privato: otto spostamenti su dieci in Italia avvengono con un mezzo di proprietà”. Secondo Tavazzi, nella dimensione urbana del trasporto collettivo si registra in Italia un gap infrastrutturale rispetto ai maggiori Paesi europei. Il primo punto da cui partire per ridurlo è quello di ribilanciare il sistema del trasporto tra pubblico e privato, investendo in infrastrutture in modo integrato, integrando la mobilità con i piani urbanistici, e facendo evolvere il paradigma della mobilità verso sistemi più sostenibili.
DIALOGARE CON LE ISTITUZIONI PER UN SISTEMA PIÙ SOSTENIBILE
Luigi Onorato, insurance sector leader e Fsi innovation leader di Deloitte Italia ha invece inquadrato lo scenario relativamente alle implicazioni per gli assicuratori. “I cambiamenti che stanno interessando la mobilità – ha detto – non hanno portato solo impatti economici, ma impongono un’accelerazione, con una necessaria evoluzione di tali modelli”. Per avviare una riflessione occorre ragionare su due aspetti. Il primo riguarda l’impatto dell’emotività, che ha portato le persone a dare maggior peso alle tematiche di sicurezza. Il secondo riguarda l’interesse da parte delle istituzioni di intervenire nella mobilità. Secondo Onorato, oggi gli assicuratori hanno di fronte “un interlocutore istituzionale sempre più attento, quindi – ha sottolineato – ci sono le condizioni per avviare quella partnership pubblico-privato necessaria per attuare dei modelli di mobilità che creino un sistema più sostenibile”.
Lorenzo Tavazzi, partner di The European House Ambrosetti
LA MOBILITÀ COME SERVIZIO
Più nel dettaglio, il percorso da seguire per centrare il traguardo della sostenibilità, ha aggiunto Lorenzo Tavazzi, è quello di reinventare la mobilità pensandola come servizio (mobility as a service), “il che significa andare oltre la mobilità individuale e di proprietà, e avere la possibilità, attraverso le piattaforme tecnologiche, di pianificare i propri spostamenti attraverso l’integrazione di diversi servizi di trasporto in un unico servizio”. In altre parole, ciò significa organizzare in modo integrato uno spostamento che può iniziare in treno, proseguire in car sharing, e terminare in bicicletta. “È un grande tema di cambiamento di sistema, perché va a incidere sulla mentalità delle persone. E bisogna studiare come abilitare questa offerta tra gli operatori di trasporto. I benefici – ha sottolineato Tavazzi – andrebbero a ricadere sull’intero sistema, andando a ridurre quei 115 miliardi di costi per le inefficienze”. In Europa il paese più avanzato sotto questo punto di vista è la Finlandia, ma anche in Italia esistono modelli, come quello di Milano, che possono essere presi come riferimento.
ECOSISTEMI, MOBILITÀ E ASSICURAZIONI
La mobilità è al centro delle strategie di diversi operatori industriali che offrono servizi che superano il proprio core business dando vita a un’offerta ricca e cross-industry. In questo ecosistema, secondo Luigi Onorato, “l’assicurazione ha il grande vantaggio competitivo di aver sviluppato esperienze di eccellenza come la telematica, che in Italia ha rappresentato un caso di successo a livello mondiale”. Un vantaggio guadagnato “anche rispetto ai tech giant perché questi ultimi non sono in grado di comprendere e interpretare appieno i dati provenienti dalle black box”. Ad ogni modo, Onorato ha osservato che per far evolvere il proprio modello di business in una logica di ecosistema le assicurazioni devono “partire dalle proprie caratteristiche industriali facendo leva su asset distintivi, e adottare un approccio selettivo e aperto all’esterno, con una forte attenzione alle tematiche di gestione del cambiamento”.
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