COME SCUOTERE L’IMMOBILISMO DELLA POLITICA
Il territorio è esposto sempre più duramente agli effetti delle calamità naturali. Aipai vuole contribuire, con attività concrete, a sensibilizzare e aiutare nelle scelte ormai improrogabili i decisori politici ed economici del Paese
23/03/2022
Non sono, ahimè, un giovane perito. Forse neanche più uno diversamente giovane.
Si dice che con gli anni si acquisiscono nuove esperienze, il che aiuta a evitare di incorrere in vecchi errori e magari anche a evitare di commetterne di nuovi.
Mi chiedo: ma è davvero così? O, se si preferisce, è davvero così per tutti?
Dalla Sicilia alla Lombardia si sono succeduti anche nel 2021 gravi eventi atmosferici che hanno arrecato perdite di vite umane e danni al patrimonio immobiliare e mobiliare del nostro Paese.
In quasi 50 anni di professione, di eventi come quelli del 2021 (e di ancora più gravi), già solo dal mio osservatorio, evidentemente limitato, ho avuto modo di registrarne tanti, molti, troppi. Tutti in grado di determinare perdite umane e gravi danni.
La domanda che mi pongo, e che credo sarebbe opportuno fossero in molti a porsi, è quali insegnamenti abbiamo tratto negli anni, se non per prevenire almeno per limitare gli effetti di queste calamità; e ancora, quali interventi abbiamo immaginato come Paese, per ristorare i danni a chi li ha subiti?
La domanda è retorica, visto che a me la risposta è nota: poco o nulla. Gli anni sono passati, ma non si è acquisita quell’esperienza che – si è detto in premessa – dovrebbe aiutare a meglio conoscere e risolvere i problemi.
L’assicurazione come soluzione per i cittadini
Continuiamo a inseguire l’emergenza, ormai quasi quotidiana, cercando di trovare delle soluzioni, sempre diverse, all’ultimo problema in ordine di tempo. Chi deve provvedere promette sempre molto, ma da sempre fa molto poco e spesso molto tardi.
Spesso ci si trincera dietro l’eccezionalità dell’evento, ma definire come “eccezionali” eventi come quelli atmosferici che, per quanto gravi, hanno tempi di ritorno molto brevi (anche solo dodici mesi) è una scappatoia che credo non si dovrebbe essere più disponibili ad accettare.
Moltissimi cittadini, se non proprio tutti, registrano sul punto l’immobilismo della classe politica, incapace di elaborare un efficace piano di salvaguardia del territorio, prima, e dei beni dei suoi cittadini, poi; sicché tutti insieme assistiamo, inermi, allo scempio che si fa del territorio, e di quanto su di esso insiste, al ripetersi di eventi sempre più devastanti.
L’unico strumento a disposizione del cittadino per proteggere, almeno dal punto di vista economico, il valore della sua proprietà sono oggi le polizze di assicurazione individuali a copertura degli eventi catastrofali.
Si tratta di coperture in essere da molti anni, che nel tempo sono state sempre più perfezionate, facendo, qui sì, tesoro di quella esperienza che, come si diceva, matura nel tempo.
Le società di assicurazione dispiegano la loro azione sull’intero territorio nazionale a favore di quei cittadini, invero ancora pochi, che hanno maturato la sensibilità di proteggere i loro beni con una copertura assicurativa adeguata.
In tutti gli eventi catastrofali degli ultimi anni, le società di assicurazione sono intervenute con i loro periti fiduciari, moltissimi dei quali sono soci Aipai, in modo tempestivo ed efficace per ristorare quanti disponevano di garanzie a copertura di tali eventi.
La speranza è che nel prossimo futuro si giunga a trovare soluzioni. Quella assicurativa potrebbe essere una delle possibili, per realizzare interventi tempestivi ed efficaci nell’interesse della popolazione colpita.
Gli obiettivi del tavolo di lavoro con Cineas
Fortunatamente non siamo soli nel sollecitare e nel proporre delle soluzioni. Anche il Cineas, consorzio per l’ingegneria nelle assicurazioni, ha di recente organizzato un importante tavolo di lavoro, al quale siedono anche i periti di Aipai, sul tema delle CatNat, calamità naturali; lo scopo è quello di proporre un white paper con uno studio per regolamentare la copertura assicurativa dei danni al patrimonio edilizio italiano conseguenti a eventi di questo tipo. L’Italia è infatti uno dei pochi Paesi tra quelli che si dicono moderni, dove ancora non è previsto un piano nazionale di copertura assicurativa per le CatNat.
Noi, come Aipai, non pensiamo certo di poter risolvere il problema, ma abbiamo l’ambizione di contribuire a farlo, non fosse altro perché siamo tra quelli che hanno maturato una delle maggiori esperienze sul punto. Ma non veniamo ascoltati da chi questo problema spesso lo affronta, anche se solo per rimandarlo.
Nell’attesa, Aipai è impegnata a mantenere e a migliorare gli standard qualitativi già raggiunti dai suoi associati. Allo scopo, già nel 2019 l’Associazione ha dato vita a un Centro Studi cui è stato affidato il compito di curare l’Academy che ormai da anni si occupa della formazione continua dei soci.
In questa ottica il consiglio direttivo dell’associazione ha pensato di impegnare energie per favorire una migliore comprensione dell’estensione e dell’impatto che eventi dannosi, quali quelli catastrofali, hanno determinato e possono determinare in futuro al patrimonio immobiliare del nostro Paese.
Creare una cultura del rischio
Il centro studi ha curato con l’Università di Padova uno studio, dal titolo Il patrimonio costruito italiano, che parte dall’analisi di diverse tipologie di strutture costruttive per valutare il comportamento atteso dei fabbricati in presenza di un evento catastrofale, sia esso un terremoto o un evento atmosferico. Lo studio, che si è concluso a fine 2021, è andato oltre questa ricerca affrontando anche altri temi, come quelli della individuazione dei fattori che determinano il degrado di un fabbricato. È stato reso disponibile ai soci nel mese di febbraio del 2022; a partire da marzo si terranno tre webinar riservati ai periti di Aipai per approfondire il tema.
Il testo è oggi disponibile ai soci sia sulla parte riservata del sito dell’associazione sia in forma cartacea. Verrà presentato agli operatori del settore che si mostreranno interessati, nell’ambito di un convegno dedicato, che avrà luogo non appena le condizioni del Paese lo renderanno possibile.
Certo, come Aipai, non crediamo con questo di aver risolto il problema, ma quantomeno ci auguriamo di poter contribuire a creare una cultura del rischio, visto che anche questa è una delle missioni istituzionali dell’associazione.
Non mi resta quindi che dare appuntamento al prossimo convegno, per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento. La data, la sede e il programma dell’iniziativa verranno adeguatamente pubblicizzati.
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