INNOVAZIONE PER UN MONDO IN EVOLUZIONE
Nuovi modelli di business per continuare a fornire soluzioni di protezione alla clientela: partnership, ecosistemi e poi in futuro anche auspicabili forme di partenariato fra pubblico e privato. La sessione di apertura dell’Innovation Summit di Insurance Connect è stata dedicata a tre ambiti strategici per il settore delle polizze: mobilità, salute e property
10/07/2023
L’innovazione, prima ancora che una semplice questione di software e nuove tecnologie, costituisce un percorso per la gestione dell’evoluzione del mercato. Se n’è avuto prova di recente anche nel settore assicurativo, con l’adozione di approcci innovativi che si sono poi tradotti nella definizione di nuovi modelli di business per continuare a soddisfare le esigenze di protezione della clientela: partnership, ecosistemi e in futuro, chissà, anche inedite forme di partenariato fra pubblico e privato per la gestione di particolari tipi di rischio. Difficile prevedere come potrà svilupparsi lo scenario di riferimento, anche perché in certi ambiti di business l’evoluzione si è fatta decisamente rapida. Sergio Ginocchietti, docente e membro del comitato esecutivo di Cineas, Francesco Leali, full professor of design methods for industrial engineering dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, e Giuseppe Turchetti, professore ordinario di economia e gestione dell’innovazione della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, hanno a tal proposito analizzato, nella sessione di apertura dell’Innovation Summit moderata da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Review, tre ambiti strategici per il mercato delle polizze: mobilità, salute e property.
Leali, nelle battute iniziali del dibattito, ha evidenziato come quello attuale sia “un momento frizzante per l’innovazione tecnologica nell’ambito della mobilità: c’è tanta sperimentazione, e si è ormai sviluppata un’ampia ricerca sui nuovi modelli di trasporto e spostamento”. Il settore sta attraversando una profonda fase di transizione e pone già una serie di incognite che attendono ancora una risposta definitiva.
ALLA RICERCA DI REGOLE CHIARE
La prospettiva dell’auto a guida autonoma, per esempio, pone la necessità di stabilire con certezza i diversi perimetri di responsabilità in caso di sinistro. “Servono regole chiare e trasparenti, nonché una definizione precisa dei profili di responsabilità in capo alle varie figure che potrebbero risultare coinvolte in un incidente stradale con un’auto a guida autonoma: il guidatore, il produttore della vettura e il fornitore del software per la guida senza conducente”, ha commentato Leali. Quesiti analoghi riguardano poi la tecnologia che consente alle vetture connesse di generare e raccogliere dati, uno degli ambiti di innovazione più promettenti nel settore della nuova mobilità. “Un’auto di ultima generazione può rilevare lo stato di salute del driver o le condizioni della strada, ponendo la necessità di un’approfondita riflessione sulla titolarità del dato e sul suo possibile utilizzo in settori diversi da quelli della semplice mobilità”, ha osservato. Sullo sfondo resta poi il grande tema del cyber risk, strettamente legato alla raccolta e alla gestione del dato.
L’unica nota positiva è che, nonostante tutti i proclami, l’evoluzione della mobilità resta ancora confinata al semplice ambito della sperimentazione. “Spesso le tecnologie sono mature soltanto nelle università, non nella vita quotidiana dei cittadini”, ha affermato Leali. “Si parla molto di auto a guida autonoma, ma in una scala da uno a cinque, dove cinque rappresenta il livello massimo di autonomia – ha aggiunto – le vetture più evolute si fermano attualmente fra 2,5 e 3 punti”.
UN MOMENTO PROPIZIO PER LA SALUTE
Altro settore in rapida evoluzione è quello della salute. “C’è tanto dinamismo, soprattutto alla luce di quanto avvenuto negli ultimi anni con la pandemia di coronavirus”, ha commentato Turchetti. La dinamica trova giustificazione in una sostenibilità di medio e lungo periodo che non appare così solida per il servizio sanitario nazionale. “La spesa sanitaria è destinata a salire sulla scia dell’invecchiamento generalizzato della popolazione e della sempre più massiccia diffusione di malattie croniche”, ha proseguito. Un trend che conduce a sviluppare settori come la telemedicina e il monitoraggio a distanza, anche in un’ottica di prevenzione e di incentivazione di stili di vita virtuosi fra i pazienti. “Prima della pandemia abbiamo realizzato uno studio per Ania sul connubio fra tecnologia e salute e sulla possibilità – ha illustrato Turchetti – di utilizzare i dati raccolti attraverso device indossabili per diffondere stili di vita salutari fra la popolazione”.
Il traguardo resta tuttavia quello di una forma di partenariato fra pubblico e privato che possa consentire di tutelare al meglio la salute dei cittadini. “Vedo una grande apertura su questo fronte”, ha detto Turchetti. “Ormai sembra quasi che non sia più una questione di se, ma di quando, tutto ciò potrà essere realizzato: il momento appare propizio – ha proseguito – anche sulla scia degli investimenti del Pnrr destinati alla sperimentazione nell’ambito della sanità”. Secondo l’esperto, “c’è oggi tutto lo spazio per concepire e sviluppare nuove forme assicurative che possano, fra l’altro, consentire al servizio sanitario nazionale di avere una maggiore sostenibilità di lungo periodo: la spesa out of pocket è una delle soluzioni più inique che si possa immaginare, e le assicurazioni – ha concluso – possono fare moltissimo in questo ambito”.
BEYOND INSURANCE NEL RAMO PROPERTY
Di un possibile partenariato fra pubblico e privato si parla da anni anche nel settore property e, più nel dettaglio, nel segmento delle catastrofi naturali. “Le polizze del ramo sono arrivate al capolinea nella possibilità di offrire garanzie tradizionali alla clientela”, ha affermato Ginocchietti in apertura del suo intervento. “I clienti – ha proseguito – chiedono servizi aggiuntivi e quindi le compagnie assicurative sono incentivate a sperimentare iniziative nell’ambito del cosiddetto beyond insurance, come interventi di risanamento o di liquidazione in forma specifica”. Tutto ciò, secondo Ginocchietti, potrà consentire di “incrementare il livello di penetrazione assicurativa e di migliorare il livello di protezione dei cittadini e delle imprese in Italia”.
Basterà tutto questo per tutelare la vita sociale ed economica di un paese da sempre soggetto a catastrofi naturali? In parte magari sì, ma per avere una reale protezione del nostro patrimonio nazionale sarà forse necessaria una più stretta collaborazione fra pubblico e privato. “Cineas ha realizzato un white paper sulla fattibilità di una simile misura e sui benefici che potrebbe generare in termini di efficienza e riduzione dei costi di gestione e risanamento”, ha evidenziato Ginocchietti. “Anche il ministro dell’Ambiente (Gilberto Pichetto Fratin, ndr) si è espresso in maniera netta sull’obbligatorietà di una polizza contro le catastrofi naturali e pure alcuni esponenti della maggioranza di governo – ha concluso – si sono pronunciati in questa direzione”.
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