LA POLIZZA PERSONALE PER L’AUTO CONDIVISA
Il car sharing è sempre più diffuso, e pone una domanda: come si assicura un veicolo utilizzato da più persone? Forse la chiave è quella di approdare a una copertura sulla mobilità, tagliata sulle peculiarità della singola persona. Ne hanno parlato Giuseppe Benincasa, segretario generale di Aniasa, e Paola Corna pellegrini, ad e dg di Allianz Partners in Italia
07/01/2019
Un fenomeno di nicchia, ma in netta espansione: anche nel 2018, per il dodicesimo anno consecutivo, il settore del car sharing in Italia ha fatto segnare una crescita a doppia cifra. “Il servizio è attivo in otto città italiane, conta un parco auto di circa 7.000 vetture, gli abbonati hanno superato la soglia del milione e nel giro di un anno il mercato ha totalizzato la considerevole cifra di otto milioni di contratti”, ha elencato Giuseppe Benincasa, segretario generale di Aniasa (Associazione nazionale industria dell’autonoleggio), nel primo intervento della sessione pomeridiana.
“Il car sharing ha dato la spallata finale al concetto di auto di proprietà”, ha poi azzardato Benincasa. E ciò in ragione dei costi sempre crescenti che gravano su quello che ha definito “un investimento in perdita”. In Italia, secondo una ricerca del centro studi Promotor, un privato spende circa 4.000 euro all’anno per gestire la propria auto. Cifre non da poco, soprattutto se si considera che raramente una vettura, nell’intero arco della sua vita, viene utilizzata più dell’8-10% del tempo: per il restante 90% la macchina è ferma, come un investimento incapace di dare risultati. In tempi di crisi, non c’è più spazio per status symbol.
NON SOLO GIOVANI
Parlare di car sharing significa parlare di app e smartphone, servizi collegati e sempre connessi, capaci di trasformare un telefono di ultima generazione in una chiave per aprire una vettura. Ed è inevitabile che il car sharing faccia pensare soprattutto ai più giovani, nativi digitali avvezzi a maneggiare gli ultimi progressi della digitalizzazione nella loro vita di tutti i giorni. Invece la realtà è un po’ diversa. “Ci ha molto sorpreso vedere che, stando a una ricerca che abbiamo realizzato con Bain, la platea degli iscritti si divide a metà fra giovani e over 50”, ha spiegato Benincasa. “La fascia media degli abbonati – ha aggiunto – è posizionata nella fascia 40-45 anni”.
Pesa senz’altro il limite anagrafico di 21 anni per accedere al servizio, ma soprattutto il fatto che ormai tutto gira su app. E anche le generazioni più vecchie, tutt’altro che native digitali, hanno imparato a utilizzare questi strumenti semplici e intuitivi. “Nel corso della giornata ci sono dei veri e propri picchi, come dopo la fascia mattutina di chi va al lavoro, che sono imputabili agli iscritti più anziani”, ha affermato Benincasa.
ASSICURARE LA MOBILITÀ
Un uso così promiscuo della vettura, che passa di mano in mano nel corso della stessa giornata, mal si concilia con i legacci di una copertura che si limita ad assicurare il veicolo: la sinistrosità del singolo abbonato, giovane o vecchio che sia, non può essere valutata nella sua interezza. Ecco allora emergere il bisogno di una svolta: nuove soluzioni che possano assicurare, più che il mezzo, la mobilità del singolo. “Più il car sharing andrà avanti, e più ci sarà necessità di sganciare la polizza dal veicolo”, ha detto Benincasa.
Il traguardo è quello di una polizza centrata sulla persona fisica, indipendentemente dai mezzi che decide di utilizzare. Una strada già battuta da Allianz Partners, come anticipato dall’amministratore delegato e direttore generale della compagnia in Italia Paola Corna Pellegrini. “Coprire la mobilità, quindi la persona e non il veicolo, è per noi un dato di fatto”, ha affermato, annunciando che “a breve Allianz Partners lascerà un prodotto che consentirà all’assicurato di scegliere liberamente le forme di mobilità che predilige”. La soluzione correrà su app, e offrirà la possibilità di optare per diversi moduli con cui la clientela potrà personalizzare il servizio. Sarà inoltre prevista anche la possibilità di stabilire l’arco temporale di protezione, quasi in un’ottica di instant insurance.
UNA NUOVA PROPOSTA
“I giovani vogliono pagare solo quello di cui hanno bisogno”, ha osservato Corna Pellegrini. E quella della personalizzazione, con polizze sempre più tagliate sulle peculiarità della singola persona, è forse la strada migliore. Un traguardo forse lontano, anche a causa di certe novità che, ha detto Corna Pellegrini, “non è sempre facile trasmettere ai nostri interlocutori”. E che magari, secondo Benincasa, necessitano anche di un diverso approccio normativo. Già, perché se la fotografia del singolo sarà davvero sempre più puntuale, ha affermato, è forse giunto il momento “che le compagnie siano esentate dall’obbligo a contrarre”: non si può, ha chiosato, “imporre alle assicurazioni di assumersi dei rischi per un mistificato diritto alla libertà di movimento”.
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