IL ROMBO DEL SENSORE
Da mezzo di trasporto privato per eccellenza, a fonte inesauribile di dati. È il salto di qualità che vede protagoniste le automobili, che si stanno trasformando in strumenti connessi e autonomi. Per questo, nel cuore della motor valley italiana, una partnership pubblico-privata consentirà di cavalcare l’onda dell’innovazione
13/12/2018
👤Autore:
Alessandro Giuseppe Porcari
Review numero: 60
Pagina: 26
☁Fonte immagine: Insurance Connect
La fantasia è il motore dell’economia. Ne era convinto Enzo Ferrari, che nella creatività vedeva l’arma per competere a livello mondiale. Nella motor valley italiana, Dallara, Ducati, Ferrari, Lamborghini e Maserati sono ancora oggi tra le principali protagoniste della tradizione automobilistica italiana. Qui la fantasia sta giocando un ruolo decisivo per cavalcare l’innovazione destinata a stravolgere il mondo dell’auto. “Siamo al centro di una trasformazione senza precedenti, con una complessità molto forte, data la rapida evoluzione tecnologica” ha detto Francesco Leali, coordinatore del progetto Masa dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Gli atenei dell’Emilia-Romagna sono in prima linea su questo fronte, perché l’innovazione richiede professionisti con nuove competenze. È nato per questo Muner - Motorvehicle university of Emilia-Romagna, una partnership pubblico-privata, che consente di creare una rete multidisciplinare, in uno scenario che inevitabilmente vedrà l’affermazione della mobilità integrata, con l’introduzione di nuovi modelli di business.
MODENA CAPITALE DELLE SMART ROAD
L’Italia vanta una normativa all’avanguardia che consente la sperimentazione delle smart road. “Se non facciamo circolare i veicoli connessi e a guida autonoma in ambienti complessi, non avremo mai la certezza che la teoria trovi effettivamente un’applicazione pratica” ha ricordato Leali, che coordina la Modena automotive smart area. La città di Enzo Ferrari ha dedicato un’area per la sperimentazione dei veicoli a guida autonoma, dotati di tecnologie IoT. L’auto che si emancipa dal guidatore umano ha bisogno di un cervello informatico, che le consenta di riconoscere strade, semafori, ostacoli, e persino parcheggi liberi, negozi e uffici presenti nel quartiere. “L’automobile è come un grande sensore in movimento, che può gestire un’enorme quantità di dati. Occorre quindi trovare un compromesso e selezionare le informazioni davvero rilevanti”, ha ricordato il coordinatore del progetto Masa. Guida autonoma e connessione ridefiniranno il rapporto tra macchina e essere umano. I sensori sono destinati a capire il comportamento di chi è al volante per prevenire colpi di sonno, distrazioni e persino malori, grazie alla misurazione delle condizioni di salute, dalla temperatura corporea alle pulsazioni. In questo modo sarà possibile migliorare la profilazione del guidatore, con interessanti ripercussioni sul mondo assicurativo. Nello scenario evidenziato, non manca l’attenzione per i rischi. Le informazioni raccolte dai sensori potrebbero fare gola ai pirati informatici. Torna così al centro il ruolo dell’università. Occorre formare i migliori sperimentatori, ossia figure che sappiano testare i prototipi, riconoscendo subito eventuali falle nel sistema che possano costituire un pericolo per i cittadini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA