INSIEME CONTRO L’EVASIONE ASSICURATIVA
Numeri e funzionamento dell'operazione "Mercurio Eye Insurance", promossa da Ania e Polizia di Stato per contrastare il fenomeno dei veicoli non assicurati. Un intervento riuscito, anche se gli strumenti offerti dal legislatore non appaiono ancora sufficienti
31/01/2018
Ben 400 mila veicoli controllati, più di 2.000 vetture sequestrate, circa 50 persone deferite, altre 15 arrestate per vari tipi di reati. E ancora, contravvenzioni per oltre tre milioni di euro, e polizze (stipulate al termine dei controlli) per un valore complessivo di circa un milione di euro. Sono i numeri dell’operazione Mercurio Eye Insurance, promossa la scorsa estate da Ania e Polizia di Stato per contrastare il fenomeno dell’evasione dall’obbligo assicurativo dell’Rc auto. Sei giorni (dal 3 all’8 luglio) di controlli a tappeto su tutto il territorio nazionale che hanno consentito, come ha osservato Francesco Morselli, dirigente del Reparto prevenzione crimine in Lombardia della Polizia di Stato, di “raggiungere risultati particolarmente interessanti”. E, non da ultimo, di alimentare un dibattito su una questione, quella dell’evasione assicurativa, che appare ancora ben lontana dall’essere risolta.
FATTA LA LEGGE, TROVATO L’INGANNO
Come ha spiegato Umberto Guidoni, responsabile servizio auto dell’Ania, l’idea dell’operazione nasce da un’evidenza che diventa ogni giorno più lampante: l’attuale assetto normativo non consente di controllare, in maniera rapida ed efficace, la presenza della copertura assicurativa sulle auto che circolano sulle nostre strade. “Nel 2015 – ha ricordato Guidoni – è stata introdotta la possibilità di utilizzare dispositivi elettronici, come autovelox e tutor, per rilevare la targa dei veicoli e verificare la presenza della copertura assicurativa”. Tante aspettative ma, alla fine, nessun progresso sostanziale. “Questi dispositivi – ha proseguito Guidoni – sono preposti a fare altro: soltanto se viene rilevata un’infrazione si può procedere alla verifica della copertura”. Anche la legge sulla concorrenza “non ha risolto il problema: stando alla normativa, i dispositivi devono essere omologati per svolgere questa funzione”.
E allora, se la legge non aiuta, bisogna fare di necessità virtù. “Ci siamo messi a disposizione della Polizia di Stato per utilizzare le tecnologie in loro dotazione nel contrasto all’evasione assicurativa”, ha spiegato Guidoni.
IL SOSTEGNO DELLA TECNOLOGIA
La tecnologia ha ricoperto un ruolo fondamentale per il successo dell’operazione. Come ha spiegato Morselli, alla base dell’intervento c’è Mercurio, un’apparecchiatura tecnologia che si compone di un tablet e di una telecamera fissa installata all’interno di un’autopattuglia della Polizia. “Il dispositivo – ha ricordato – nasce inizialmente per il contrasto delle auto rubate, solo successivamente il sistema è stato abilitato al dialogo con le banche dati dell’Ania per la verifica della copertura assicurativa”.
La procedura di controllo, come riassunto da Carlotta Gallo, dirigente della Polizia stradale di Milano, è stata estremamente semplice: identificazione del veicolo attraverso il riconoscimento della targa, collegamento alla banca dati dell’Ania e, in caso di violazione, contestuale contestazione al conducente su strada. “Ci siamo appoggiati alla tecnologia per fare quello che la Polizia di Stato fa tutti i giorni”, ha commentato Gallo.
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LE DIMENSIONI DEL FENOMENO
Se il successo dell’operazione appare innegabile, diverso è il giudizio sulle dimensioni che sembra assumere il fenomeno. Per Morselli, “i dati emersi sono rassicuranti: abbiamo rilevato uno 0,6% di auto non coperte, praticamente una vettura su 165”. L’Ania porta numeri diversi: secondo le stime dell’associazione, il fenomeno è decisamente più esteso. “Le nostre statistiche – ha ribattuto Guidoni – parlano di un 6,7% di auto non assicurate sull’intero parco circolante”. In valore assoluto, ha aggiunto, si tratta di “2,9 milioni di veicoli privi di copertura che generano una perdita di 930 milioni di euro nel bilancio delle compagnie e, allo stesso tempo, di circa 250 milioni di euro nelle casse dello Stato”.
Sullo sfondo resta poi la questione del Fondo di garanzia per le vittime della strada, istituito presso la Consap e, come ha ricordato Guidoni, “già in forte sofferenza proprio per il fenomeno dell’evasione assicurativa”.
PER UNA MODIFICA NORMATIVA
L’operazione ha sicuramente funzionato. Tuttavia, affinché l’iniziativa non resti un caso isolato, è necessaria una modifica all’attuale assetto normativo. “La Polizia stradale – ha rivelato Gallo – sta proponendo una modifica all’art. 193 del Codice della strada per consentire un’immediata contestazione della violazione”. È necessario, ha aggiunto, “che i dispositivi per l’accertamento da remoto siano abilitati a costituire la prova di circolazione su strada”. Secondo Gallo, l’approvazione della modifica non dovrebbe comportare grossi problemi. In fondo, ha concluso, “la proposta è perfettamente in linea con l’obiettivo del legislatore che ha redatto la legge sulla concorrenza: semplificare al massimo la verifica della copertura”.
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