LE START UP ITALIANE CRESCONO

Il settore dell’Insurtech ha buone probabilità di raggiungere in pochi anni lo stesso livello di sviluppo del Fintech. La scommessa è nel fare sistema e trovare formule veramente innovative, guardando anche all’esperienza estera

LE START UP ITALIANE CRESCONO
L’insurtech ha grandi potenzialità ma basi ancora fragili, che necessitano di un supporto economico e di un ambiente favorevole in cui crescere. È questo l’obiettivo di Assofintech, associazione nata in Italia per le imprese di fintech e insurtech, che in 18 mesi ha associato 125 aziende tra player dei due settori, gruppi bancari e società di supporto consulenziale per gli associati. “Venture capital e start up potrebbero essere il business meno tranquillo su cui puntare, ma le cose stanno cambiando rapidamente: le banche, che consideravano il settore come marginale e a basso valore aggiunto, negli ultimi 24 mesi hanno cambiato opinione sulla scia di esperienze estere che dimostrano come sia possibile ottenere buoni risultati su larga scala” ha spiegato Fabio Brambilla, presidente di Assofintech. Rispetto al mercato londinese, in cui lo scorso anno in questo ambito sono stati investiti 10 miliardi di dollari, l’Italia con i suoi 100 milioni è ancora molto indietro, e c’è la necessità di creare un panorama di imprese innovative strutturate per essere attraenti per i capitali. Per questa ragione, Assofintech collabora anche con società di consulenza (quali lo studio legale Bonelli Erede e lo studio fiscale Biscozzi Nobili) che offrono agli iscritti la possibilità di accedere a servizi di sostegno per il loro sviluppo. 
Cresciuta soprattutto nel fintech, l’associazione ha iniziato a guardare con interesse all’insurtech perché “negli ultimi sei mesi ha sviluppato volumi di investimento importanti, e rappresenta dal punto da vista strategico un modello sostenibile, con progetti più facilmente realizzabili e con minori implicazioni di regolamentazione rispetto al mondo finanziario. Prevediamo – ha affermato Brambilla – che il settore vedrà un’accelerazione simile a quella avuta dal fintech negli ultimi 36 mesi”.

SVILUPPARE TUTTA LA CATENA DEL VALORE

Oggi la salute, la casa e l’auto sono, nell’ordine, i temi assicurativi su cui si stanno maggiormente concentrando i finanziamenti dell’insurance technology. Su 500 start up insurtech che oggi possono dirsi consolidate, 256 sviluppano attività su prodotti e distribuzione, 100 lavorano sull’efficientamento dei processi, in particolare dell’underwriting e dell’automazione come sistema per contenere i costi e migliorare la profittabilità. Il terzo step della catena del valore riguarda la ricerca di fonti di informazione esterne per migliorare il processo decisionale, ambito che interessa 70 start up; infine la gestione sinistri è un tema che occupa 25 imprese nascenti impegnate nell’automatizzare la funzione e nell’aumentare la soddisfazione del cliente.
Per il presidente di Assofintech, il futuro dell’insurtech si appoggia su due tecnologie abilitanti, blockchain e Intelligenza artificiale, e altrettanti modelli di business: Brambilla ha richiamato l’attenzione sul canale dei nativi digitali “maggior gruppo di acquisto online negli Usa e totalmente marginale in Italia”, e sulla possibilità del cliente di crearsi in autonomia una polizza su misura.  

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