ACB: BROKER UNITEVI!
La collaborazione tra intermediari, ma anche con le compagnie, è la chiave di sopravvivenza per i piccoli e medi broker. In un mercato ancora provato dalla crisi e da regolamenti poco condivisibili dalla categoria
31/07/2014
Formazione, semplificazione, costituzione dell’Oria.
Questi alcuni dei temi caldi che i broker si trovano ad affrontare in un mercato che va sempre di più verso le polizze a taglio fisso, riducendo lo spazio per la consulenza. “Sono diversi i regolamenti che ci preoccupano molto” ha dichiarato Luigi Viganotti, presidente Acb, nel corso dell’assemblea annuale, intitolata, Intermediazione, centralità del mercato, in cui si è detto convinto della necessità di definire regole certe, mantenendo, però, una certa flessibilità. “Se è vero – ha spiegato – che bisogna mettere mano ai regolamenti in vigore per consentire al mercato di evolvere, è anche importante che il regolatore garantisca una maggiore flessibilità”.
Tre i temi oggetto dell’interesse dell’Ivass, la formazione, la semplificazione e l’Oria. “Sulla formazione – spiega Viganotti – siamo dalla parte dell’Istituto di vigilanza nel dire che questa va regolata: tutti oggi fanno formazione, quindi è importante stabilire dei paletti. Questo, però, non vuol dire stravolgere tutto, passando dal nulla a mille. Deve esserci una via di mezzo.
Innanzitutto – continua – vanno riconosciute le scuole di formazione delle associazioni di categoria, che funzionano bene. E poi, è necessario che le regole valgano per tutti: sia per le scuole sia per i docenti che fanno aggiornamento. Infine, non dimentichiamo la questione sulla limitazione delle aule alle 50 unità: il tetto previsto dal regolamento ci obbliga a quadruplicare gli appuntamento formativi, con un aggravio di costi che potrebbero essere evitati”.
UN REGOLAMENTO CHE NON SEMPLIFICA
Anche sulla semplificazione, non mancano dubbi e perplessità. “Si tratta – spiega Viganotti – di un regolamento che non semplifica nulla, ma che porta un ulteriore sovraccarico di lavoro laddove introduce un documento aggiuntivo, la scheda riassuntiva, che le imprese assicuratrici devono rilasciare. Il problema sarà riuscire a ottenere questo documento dalle compagnie che normalmente lo rilasciano alla propria rete di distribuzione e solo sulle polizze a taglio fisso, ma non anche su quelle tailor made ovvero quelle su cui il broker lavora principalmente. In aggiunta, non dobbiamo trascurare il fatto che il regolamento autorizza le compagnie a studiare dei prodotti a taglio fisso, in totale contrasto con le esigenze del cliente che necessita, invece, di un consulente che spieghi in modo chiaro di cosa ha bisogno”.
Altra questione controversa riguarda l’Oria, l’organismo che vigilerà sugli intermediari. “Non riusciamo a comprendere la finalità di questo organismo di diritto privato e controllato da un ente pubblico, ovvero l’Ivass, che fino ad oggi ha vigilato bene sugli intermediari. Ci è oscuro il motivo per il quale si affida il controllo dell’intermediazione assicurativa a un organo privato dove è presente anche l’Ania, in aperto contrasto con la direttiva Imd2 che recita che, in organismi di controllo e vigilanza, non devono essere presenti coloro che sono vigilati”.
VERSO LA DISINTERMEDIAZIONE
Altra preoccupazione riguarda le categorie del Rui. “La nostra preoccupazione è che si voglia fare una pulizia del Rui (su oltre 200 mila iscritti, 170 mila sono nella sez. E) e, in questo senso, faremo tutto ciò che è in nostro potere per evitare ulteriori aggravi per gli intermediari che scontano già forti penalizzazioni”.
A monte, secondo Viganotti, vi è un disegno più ampio. “Tutto questo – conferma – vuole portare l’attività assicurativa verso la disintermediazione, a discapito della consulenza e del consumatore e da qui il titolo della nostra assemblea. Senza l’intermediario, non riusciremo a educare il cittadino italiano sul fatto che l’assicurazione è un bene necessario e, anche chi ha provato a percorre questa strada, come i Paesi scandinavi, è tornato indietro”.
Altro intento, secondo il presidente di Acb, è quello di parificare l’attività degli intermediari assicurativi e finanziari (o creditizi). “Lo stesso Ivass sostiene che per l’80% il lavoro svolto dal broker assicurativo è identico a quello dell’intermediario finanziario. E su questo ho molte perplessità”.
UNIRSI PER SOPRAVVIVERE
Per arginare una situazione non proprio rosea, la chiave sta nell’unione, secondo Viganotti. “Il broker medio-piccolo deve assimilare il concetto del fare rete e unire le forze per creare strategie comuni e forti sinergie con altri player. L’unione può aiutare un maggior sviluppo delle attività e una sensibile riduzione di costi, senza tuttavia essere defraudati dalla propria peculiarità e professionalità. La collaborazione tra intermediari e con le compagnie deve essere sempre più estesa e compatta, anche se si stia andando verso la direzione opposta: “si chiudono i mandati e non se ne rilasciano di nuovi, con grande difficoltà per i piccoli broker. In questo senso – conclude Viganotti – l’unione consentirebbe di avere un peso diverso anche nei confronti delle compagnie”.
ANCORA UN ORGANISMO
Il ministero dello Sviluppo economico ha istituito l’Oria, un organismo avente personalità giuridica di diritto privato in forma di associazione, cui saranno trasferite tutte le funzioni e competenze, (attualmente in Ivass), in materia di tenuta del Registro unico degli intermediari assicurativi, nonché organo di vigilanza sui soggetti iscritti. Inoltre il riordino del Rui prevede, in un passaggio della bozza della nuova normativa che deve essere emanata, la cancellazione del quadro E, ed il passaggio degli iscritti in esso al di sotto degli agenti generali.
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