REGOLAMENTAZIONE: NORMA, QUANTO MI COSTI
In un documento che illustra "i benefici dell'assicurazione", Insurance Europe, la federazione degli assicuratori europei, chiede che leggi e regolamenti comunitari non aggiungano ulteriori costi a carico delle compagnie (e, di riflesso, dei cittadini) esortando il mondo politico a rivedere la quantità e la qualità delle informazioni fornite in accompagnamento alle polizze
30/04/2015
Nell’attuale fase di turbolenza attraversata dal Vecchio Continente, a più riprese si palesano dubbi sulla capacità degli Stati di continuare a offrire un ampio ombrello di protezione ai propri cittadini. Se, in questo scenario, l’assicurazione è chiamata a fare la propria parte, è altresì vero che anche gli Stati stessi devono iniziare a riflettere su quali strumenti mettere in campo per rendere più accessibili ai cittadini i prodotti assicurativi. È quello che Insurance Europe (federazione degli assicuratori europei) prova a spiegare rivolgendosi al mondo politico attraverso la diffusione di un documento dal titolo I benefici dell’assicurazione, nel quale l’associazione sottolinea che una maggiore e più efficace penetrazione assicurativa aiuterebbe la collettività a diventare “finanziariamente più resiliente”, e a ridurre la dipendenza dei cittadini dallo Stato.
REGOLAMENTAZIONE: BENEFICIO O ZAVORRA?
“Il fatto che milioni di persone in Europa non abbiano ancora una copertura assicurativa adeguata – spiega il direttore generale di Insurance Europe Michaela Koller – è un grave problema, sia per le persone coinvolte, sia per i Governi, i quali devono offrire sostegno a questi cittadini nei momenti di necessità. Per affrontare questo problema – avverte – il mondo politico deve fare in modo che norme e regolamenti permettano agli assicuratori di mantenere il costo delle coperture il più basso possibile”. Tuttavia, “ogni volta che un nuovo accordo europeo o un nuovo regolamento di vigilanza viene proposto o creato aumenta il costo per gli assicuratori, e di conseguenza per i loro assicurati”. Per fare in modo che questa condizione si verifichi, l’associazione chiede regole più efficienti. “I responsabili politici devono ricordarsi che ogni qual volta viene rilasciato o proposto un nuovo regolamento, oppure quando vengono adottate nuove legislazioni o norme di vigilanza aggiuntive, sugli assicuratori ricadono sempre una serie di costi”. Una quantità enorme di denaro che serve principalmente per la ricerca, allo scopo di capire come applicare le nuove norme ai loro sistemi. “Una buona regolamentazione può essere in grado di migliorare la protezione dei consumatori – osserva l’associazione – ma una regolamentazione eccessiva spesso può avere costi superiori ai suoi benefici”.
NORME STANDARDIZZATE VS TAILOR MADE
Dunque, quali azioni dovrebbero mettere in pratica il legislatore e il regolatore europeo per rendere più capillare la diffusione di polizze? E cosa, al contrario, dovrebbero evitare? Tra le azioni suggerite figura, in primis, quella di lasciare agli assicuratori la flessibilità necessaria per innovare e offrire prodotti creati su misura per le esigenze dei loro singoli mercati nazionali, così da rispondere in modo più efficace ai bisogni degli assicurati. Per Insurance Europe, inoltre, è importante “rendere più semplice l’accesso allo strumento assicurativo mantenendo una grande diversità di canali di distribuzione”, in modo da consentire ai consumatori di acquistare polizze con o senza consulenza. Un altro consiglio dispensato dall’associazione è quello di “intraprendere azioni di prevenzione, in particolare nell’ambito delle catastrofi naturali”, in modo da adeguare la società agli effetti crescenti del cambiamento climatico con prodotti assicurativi disponibili e accessibili a più persone. Sul fronte opposto, quello delle cose da non fare, Insurance Europe invita a non proporre, emettere o rivedere una legislazione in materia senza aver considerato prima quali possano essere i reali benefici per gli assicurati, perché, come già detto, i costi a carico degli assicuratori derivanti da una regola poi finiscono per riversarsi sugli assicurati. Le norme, inoltre, non dovrebbero essere tanto rigide da limitare le caratteristiche stesse di un prodotto, ad esempio richiedendo coperture obbligatorie paneuropee anche laddove non sarebbero appropriate: secondo l’associazione, questo può “soffocare l’innovazione a favore di prodotti che invece non proteggono adeguatamente gli assicurati. Occorre evitare di imporre soluzioni comunitarie su questioni che non hanno una forte uniformità a livello di mercato unico”, come ad esempio per quanto riguarda i prodotti pensionistici o di responsabilità civile.
UN BOMBARDAMENTO DI INFORMAZIONI
Carta, carta e ancora carta. Molto spesso utilizzata per veicolare agli assicurati informazioni di scarsissima rilevanza. Puntualmente, giunto il momento del rinnovo, la già consistente quantità di documenti da leggere e firmare che accompagnano la polizza non fa che aumentare. Secondo Insurance Europe, “c’è la tendenza, nel legislatore e nel regolatore europeo, a concentrarsi troppo sulla quantità di informazioni che gli assicuratori devono fornire. È ovviamente fondamentale – ammette l’associazione – che i consumatori ricevano adeguate informazioni per confrontare prodotti e comprendere le coperture che stanno comprando”; eppure questo bombardamento di documentazione, paradossalmente, fa sì che “gli assicurati non abbiano le informazioni più utili, semplicemente perché troppi documenti finiscono per scoraggiare la lettura”, osserva Insurance Europe. È necessario, da un lato, rendere più comprensibili i materiali per gli assicurati, dall’altro, richiedere loro solo le informazioni più rilevanti, facendo in modo che gli assicuratori abbiano un adeguato accesso ai dati per poter calibrare in modo corretto il prezzo della polizza in base al rischio, oltre che per combattere le frodi. Insurance Europe chiede anche di consentire agli assicuratori l’utilizzo dei dati al fine di sviluppare prodotti più innovativi, così da creare più concorrenza, “a beneficio degli assicurati, della società e dell’economia nel suo complesso”.
UNA BUONA ASSET ALLOCATION FA LA DIFFERENZA
In tutta Europa, uno dei settori che rappresenta una forte sfida di sostenibilità per il sistema pubblico è ovviamente quello previdenziale. “È importante che le persone risparmino in modo adeguato per la loro pensione, e che abbiano accesso al miglior rendimento per gli investimenti”, spiega Insurance Europe nel suo documento I benefici dell’assicurazione, sottolineando che il livello di rendimento del risparmio previdenziale, in prospettiva “può fare la differenza tra un futuro in cui si potrà contare su una pensione adeguata e il fare fatica a pagare le bollette”. Ad esempio, un ulteriore 1% in più di ritorno sugli investimenti può aumentare reddito pensionistico nell’ordine del 25%. Spesso, osserva l’associazione, le persone non si rendono conto a sufficienza dell’importanza del risparmio per la pensione. Per questo è di primaria importanza informare direttamente i cittadini su quale sarà l’ammontare della propria pensione, date le loro abitudini di risparmio corrente: “per molte persone la notizia sarebbe una brutta sorpresa”.
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