L'INSTABILITA' FRENA IL WELFARE INTEGRATO

Un periodo di informativa al cliente, un semestre di silenzio/assenso per le pensioni e una legge quadro per la sanità integrativa. Questi i passi necessari per il nuovo anno in tema previdenziale e assistenziale. Ma, alla base dello sviluppo, serve continuità nella politica

L'INSTABILITA' FRENA IL WELFARE INTEGRATO
👤Autore: Laura Servidio Review numero: 31 Pagina: 38 - 39
È ormai anacronistico parlare solo di previdenza o di sanità complementare: la parola chiave è welfare integrato. Un cambiamento di prospettiva che ci viene imposto dai vincoli di finanza pubblica e da un tasso di invecchiamento tra i più alti al mondo (di poco inferiore solo al Giappone), con un’attesa di vita di circa 81 anni per gli uomini e di 85 anni per le donne, che implica due conseguenze importanti: un aumento della spesa sanitaria e la crescita della non autosufficienza, valutata in un 40% degli anziani, che genera costi enormi. Da qui nasce l’urgenza del welfare integrato laddove, in Italia, scontiamo ancora una normativa parziale per la sanità integrativa e nessuna protezione sulle Long term care.

Per dare una svolta, sono tre i passi fondamentali da compiere nel 2016. “Innanzitutto – spiega Alberto Brambilla, presidente del comitato tecnico scientifico di Itinerari Previdenziali – sul fronte della previdenza complementare, è necessario istituire un nuovo anno informativo, sulla scia di quanto fatto nel 2007, che preveda una forte azione informativa congiunta (di banche, compagnie, Sgr, Istituzioni di sistema) evitando, però, i recenti toni allarmistici secondo i quali i nati dopo il 1984, andranno in pensione superati i 75 anni, con il 25% in meno di pensione”. Calcoli che, secondo Brambilla non sono realistici: “si andrà in pensione a 69 anni e 7 mesi (se l’attesa di vita resta quella attuale), con una prestazione pari al 75% dell’ultimo stipendio”. 
Successivamente all’anno informativo, va stabilito, secondo Brambilla, un semestre di silenzio/assenso, durante il quale i lavoratori che non si pronunceranno con un sì manifesto, aderiranno in modo automatico.


UNA LEGGE CORNICE ANCHE PER LA SANITA' 

La seconda priorità, per il 2016, riguarda la regolamentazione della sanità integrativa e, in questo senso, Itinerari Previdenziali ha formulato una proposta di legge, sul modello della previdenza complementare. I principi ispiratori, i medesimi che Brambilla ha utilizzato per la redazione della legge 252/05 sui fondi pensione, vanno nella stessa direzione del progetto presentato da Confindustria e Confcommercio. “In questa materia, l’Italia sconta un grave ritardo, dato che la prima pietra è stata messa da Giuliano Amato con la legge 503 nel 1992 e, oggi, siamo ancora in attesa di una regolamentazione esaustiva che razionalizzi le agevolazioni fiscali e dia poteri di vigilanza al ministero della salute sui 390 fondi censiti, di cui oltre la metà potrebbe non avere i requisiti minimi, con un elevato rischio per gli iscritti di trovarsi senza una copertura sanitaria”.





LTC: E' INDISPENSABILE

La terza priorità riguarda la polizza Ltc che, per quanto detto, è indispensabile. “Andrebbe prevista – spiega Brambilla – una Ltc a vita intera, caratterizzata, soprattutto per i giovani, da una modesta contribuzione e che potrebbe essere gestita dal fondo pensione di categoria, come un piano di accumulo e, in fase di erogazione, dalle forme di assistenza sanitaria integrativa”.


UNA POLITICA POCO LUNGIMIRANTE

A ben vedere, dunque, la strada verso il welfare integrato è ancora lunga. “Al mondo politico – sottolinea Brambilla – manca una visione a lungo termine. È necessario razionalizzare la spesa sanitaria (che non può superare i 112 miliardi) e dare più poteri di indirizzo allo Stato, laddove oggi abbiamo sei Regioni commissariate per eccesso di spesa”. 
Se manca una visione di lungo termine, è anche colpa dell’instabilità politica che regna sovrana nel nostro Paese regalandoci quasi un governo all’anno. “I discorsi di chi, di volta in volta, è all’opposizione sono sempre intonati alla polemica e alla richiesta di elezioni anticipate; questo non lascia la serenità e il tempo a chi ci governa di programmare in cinque anni le risposte ai bisogni dei cittadini, a differenza di quello che accade nei Paesi nostri competitor. La sfida per il 2016 – conclude Brambilla – risiede, dunque, in un’azione comunicativa, uno sforzo normativo e una maggiore stabilità politica”.


PIU' GARANZIE PER TUTELARE IL RISPARMIO

Sul risparmio degli italiani pesa anche la crisi che ha coinvolto recentemente Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e Cariferrara. “Si tratta di un brutto segnale – spiega Alberto Brambilla, presidente del comitato tecnico scientifico di Itinerari Previdenziali – perché tassare al 26% il risparmio di chi ha già pagato le imposte significa uccidere tale risparmio. E non dimentichiamo poi che oltre il 55% dei titoli di Stato è detenuto proprio dagli italiani che hanno consentito il pagamento del debito pubblico e, quindi, anche di sanità e previdenza”.
Brambilla esorta la magistratura a fare luce su chi non ha vigilato e che, oggi, deve assumersi le proprie responsabilità. “Banca d’Italia e Consob hanno consentito alle quattro banche, già in dissesto economico, di vendere dei titoli che sono gli ultimi a essere rimborsati, senza parlare dell’informativa che deve essere chiara, concisa e comprensibile. Chi è stato raggirato, va risarcito: solo con le garanzie si tutela il risparmio”.

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