INTERMEDIAZIONE ABUSIVA, UN PROBLEMA ITALIANO
L’ultimo meeting dell’associazione Ulias ha richiamato l’attenzione sul crescente fenomeno dell’esercizio illecito dell’attività assicurativa. Sul tema si sono confrontati agenti, subagenti, broker e consumatori
31/10/2013
Compagnie fantasma. Finti intermediari senza iscrizione al registro della Camera di Commercio. Procacciatori di polizze low cost. Quello dell’intermediazione abusiva è un fenomeno che si sta insinuando sempre più pericolosamente all’interno del mercato assicurativo. A farne le spese non sono solo i consumatori raggirati, ma anche i migliaia di subagenti che ogni giorno svolgono il proprio lavoro onestamente. Su questo tema si sono recentemente confrontati agenti, broker, intermediari iscritti alla sezione E del Rui e consumatori.
L’occasione è stata il secondo meeting nazionale dell’associazione Ulias, svoltosi il 20 settembre scorso a Taormina, a cui hanno partecipato più di 100 subagenti provenienti da varie regioni italiane. Tra i relatori, oltre al presidente di Ulias, Sebastiano Spada e al legale dell’associazione, Milena Ciarcià, sono intervenuti Angela Occhipinti, membro dell’Esecutivo Nazionale Sna, Luigi Viganotti, presidente di Acb e Marco Recchi, vice presidente dell’associazione Konsumer Italia.
UN DANNO PER I CONSUMATORI E PER GLI INTERMEDIARI ONESTI
L’esercizio abusivo dell’attività assicurativa, oltre ad alterare la regolare concorrenza sul mercato, spesso si traduce in gravi reati penali come l’evasione fiscale, il riciclaggio e la truffa. Per questo motivo i subagenti hanno deciso di portare il tema all’attenzione nazionale. “Pur essendo maggiormente concentrato nel sud d’Italia – ha osservato Sebastiano Spada – quello dell’intermediazione abusiva è un fenomeno che coinvolge tutto il territorio nazionale”. Angala Occhipinti ha ricordato che “chi perde un mandato difficilmente ne prenderà un altro”. Solo il 20% si ricolloca con un altro mandato, il 50% passa in un’altra sezione degli intermediari o diventa broker. “Del restante 30% – spiega – si perde ogni traccia, e si può trasformare in abusivo”. Luigi Viganotti ha voluto sottolineare come, contro l’abusivismo, “la parola chiave è collaborazione: dimentichiamoci le diatribe antiche tra agenti e broker. Abbattiamo vecchie contrapposizioni; essere qui tutti insieme è un grande passo avanti”. Recchi ha poi ribadito che “le risorse per fare attivare la coesione ci sono: bisogna segnalare i casi di abusivismo, le pratiche concorrenziali scorrette e i cartelli”. L’avvocato Ciarcià ha infine spiegato agli intermediari come districarsi tra le regole e le sanzioni Ivass, quest’ultimo “fin troppo rigido nell’applicare ammende ai subagenti senza tutelarli da quanti esercitano abusivamente la professione”.
L’occasione è stata il secondo meeting nazionale dell’associazione Ulias, svoltosi il 20 settembre scorso a Taormina, a cui hanno partecipato più di 100 subagenti provenienti da varie regioni italiane. Tra i relatori, oltre al presidente di Ulias, Sebastiano Spada e al legale dell’associazione, Milena Ciarcià, sono intervenuti Angela Occhipinti, membro dell’Esecutivo Nazionale Sna, Luigi Viganotti, presidente di Acb e Marco Recchi, vice presidente dell’associazione Konsumer Italia.
UN DANNO PER I CONSUMATORI E PER GLI INTERMEDIARI ONESTI
L’esercizio abusivo dell’attività assicurativa, oltre ad alterare la regolare concorrenza sul mercato, spesso si traduce in gravi reati penali come l’evasione fiscale, il riciclaggio e la truffa. Per questo motivo i subagenti hanno deciso di portare il tema all’attenzione nazionale. “Pur essendo maggiormente concentrato nel sud d’Italia – ha osservato Sebastiano Spada – quello dell’intermediazione abusiva è un fenomeno che coinvolge tutto il territorio nazionale”. Angala Occhipinti ha ricordato che “chi perde un mandato difficilmente ne prenderà un altro”. Solo il 20% si ricolloca con un altro mandato, il 50% passa in un’altra sezione degli intermediari o diventa broker. “Del restante 30% – spiega – si perde ogni traccia, e si può trasformare in abusivo”. Luigi Viganotti ha voluto sottolineare come, contro l’abusivismo, “la parola chiave è collaborazione: dimentichiamoci le diatribe antiche tra agenti e broker. Abbattiamo vecchie contrapposizioni; essere qui tutti insieme è un grande passo avanti”. Recchi ha poi ribadito che “le risorse per fare attivare la coesione ci sono: bisogna segnalare i casi di abusivismo, le pratiche concorrenziali scorrette e i cartelli”. L’avvocato Ciarcià ha infine spiegato agli intermediari come districarsi tra le regole e le sanzioni Ivass, quest’ultimo “fin troppo rigido nell’applicare ammende ai subagenti senza tutelarli da quanti esercitano abusivamente la professione”.
DIFENDERE GLI INTERESSI DEI SUBAGENTI
Irrobustire le competenze dei subagenti, renderli più consapevoli della propria figura professionale e difendere i loro diritti. Con questi obiettivi, tre anni fa, un gruppo di intermediari iscritti alla sezione E del Rui dell’area catanese ha voluto dare vita all’Unione liberi intermediari di assicurazione per il Sud (Ulias) sezione E. L’associazione attualmente conta 1000 iscritti provenienti per la maggior parte dalle regioni centro-meridionali, ma l’obiettivo è quello di estendersi presto su tutto il territorio nazionale. Tra i vari servizi che Ulias offre, c’è quello di consulenza legale, che conta su un team di avvocati, periti e commercialisti che garantiscono aiuto e supporto laddove ci siano state delle questioni disciplinari con Ivass. L’associazione, inoltre, punta molto sull’informazione: “è uno dei nostri pilastri – sottolinea il presidente nazionale di Ulias, Sebastiano Spada – negli anni, agli intermediari iscritti in sezione E è mancata proprio un’adeguata azione in questo senso”.
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