PER UN’EUROPA UNITA E ASSICURATA
Insurance Europe stila un programma dettagliato degli obiettivi da raggiungere per aprire il mercato europeo e aumentare la protezione dei consumatori. Le ricette sono tante, ma il punto centrale è condividere le soluzioni con tutte le parti interessate: istituzioni pubbliche e private, regolatori e consumatori
07/07/2022
Gli assicuratori europei si dicono “in prima linea” quando si tratta della “questione determinante della nostra epoca”, cioè l’emergenza climatica. Nell’Annual Report di Insurance Europe, la corposa pubblicazione che affronta dalla prospettiva europea tutte le questioni che affollano il settore dei rischi, le compagnie rivendicano la loro lunga esperienza nell’identificazione e valutazione dei rischi emergenti. “Negli anni a venire – si legge nel report – questa esperienza potrà supportare l’adattamento ai rischi climatici attraverso modelli specifici e capacità di valutazione, fornendo tali conoscenze ai decisori, agli esperti o alle società in generale”.
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO CAMBIA L’ASSICURAZIONE
A livello di settore, il comparto dei rischi dovrà abbracciare le nuove tecnologie e contribuire a ridurre i rischi inediti, piuttosto che rallentare i nuovi approcci perché li considera troppo rischiosi. Questa è un’opportunità per portare in primo piano le competenze chiave e per diversificare il rischio, “adottando – continuano da Insurance Europe – un approccio più trasparente alla condivisione dei dati. Non dobbiamo quindi aver paura a condividere le informazioni in modo trasparente”.
A questo proposito, Insurance Europe ricorda la creazione del Sustainability Hub, che mette ordine ed evidenzia le alleanze, le coalizioni e le partnership pubblico-private: l’hub per la sostenibilità presenta un’ampia varietà di soluzioni per la lotta al cambiamento climatico e ai suoi effetti; mostra in che modo assicuratori e riassicuratori stanno compensando le perdite, modellando il rischio, sensibilizzando e sviluppando nuovi prodotti, costruendo portafogli d’investimento sostenibili.
Tuttavia, devono essere superati, o eliminati, vari ostacoli, come i falsi incentivi, e accelerare approcci di sviluppo attenti al clima.
Andreas Brandstetter, presidente di Insurance Europe
RISPOSTE COMUNI A PROBLEMI COMPLESSI
Gli assicuratori europei, in questi anni, si sono scoperti più forti e più uniti, soprattutto nelle difficoltà. Le reazioni delle compagnie continentali alla lunga serie di imprevisti (dalla pandemia alla guerra in Ucraina) sono state sempre coordinate e, in molti casi, efficaci.
L’ultimo esempio pratico è stata la risposta assicurativa data in favore dei rifugiati ucraini che, arrivando sul territorio dell’Unione, hanno beneficiato di specifiche polizze motor temporanee offerte dalle associazioni nazionali (compresa Ania).
Simili risposte sono state fornite anche durante la pandemia di Covid-19, con gli assicuratori che sono andati, si legge nel report, “oltre i loro obblighi contrattuali, per offrire estensioni temporanee di copertura e servizi, attivando rapidamente nuovi processi online in modo che potessero continuare a servire i propri clienti, offrendo ulteriore sostegno alle economie” in tutta Europa.
FIDUCIA PER UNA REGOLAMENTAZIONE ADEGUATA
Un altro argomento centrale dell’Annual Report è la protezione dei consumatori. La federazione apprezza le interazioni con tutti i colegislatori per garantire una regolamentazione assicurativa di alta qualità, che protegga i consumatori in modo efficace e li aiuti ad acquistare i prodotti migliori per le loro esigenze. L’imminente approvazione della Retail investment strategy, argomentano gli assicuratori, sarà fondamentale per garantire che i clienti assicurativi ricevano le informazioni di cui hanno bisogno per comprendere appieno i vantaggi offerti dai prodotti: “l’assicurazione – ricorda Insurance Europe – si basa sulla fiducia, quindi sono essenziali solide basi per una regolamentazione adeguata, così da mantenere il settore ben funzionante”.
Questo obiettivo non può essere perseguito se non attraverso un dialogo regolare e approfondito tra tutte le parti interessate. Per Insurance Europe, il dialogo con i decisori politici è essenziale anche in altri ambiti del business assicurativo: i temi, e anche i linguaggi del settore dei rischi, sono spesso complessi e tecnici e per garantire che la legislazione sia adatta al modo unico in cui funziona l’assicurazione occorre ampia disponibilità di ascolto reciproco. Dalla revisione della regolamentazione prudenziale del settore (Solvency II, Idd, ecc.) fino allo sviluppo della Insurance recovery and resolution directive, passando per l’AI Act, lo scambio è stato costante e proficuo.
IL RISCHIO DI UNA FUGA DEL MERCATO
Quando ha pubblicato le sue prime proposte per la revisione di Solvency II, ricordano da Insurance Europe, la Commissione Europea aveva sottolineato che una riduzione del requisito di capitale di circa 90 miliardi di euro avrebbe aiutato il settore assicurativo a sostenere la transizione verso un’economia sostenibile e più digitale. Tuttavia, i progetti di revisione della stessa Commissione liberano solo una piccola parte di questa somma, poiché mentre alcune delle modifiche stanno effettivamente andando nella giusta direzione, “altre aumentano la volatilità e limitano la capacità del mercato di effettuare gli investimenti tanto necessari”.
È un concetto ribadito più volte dagli assicuratori, secondo cui le regole di solvibilità non dovrebbero aumentare inutilmente il costo dei prodotti, creando così i presupposti per un eccessivo trasferimento del rischio sugli assicurati. La conseguenza sarebbe una fuga del mercato dalle passività, a lungo termine, e un conseguente spostamento verso investimenti a breve termine, che comprometterebbero il “ruolo tradizionale e stabilizzante degli assicuratori in tempi di turbolenze finanziarie”.
Insurance Europe confida, infine, che tutti insieme, assicuratori, Stati membri, Parlamento Europeo, Commissione Europea e autorità di controllo, saranno in grado di trovare il giusto equilibrio che consentirà al mondo dei rischi di raggiungere gli obiettivi comuni.
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