I PERITI INTERLOCUTORI DEL MISE
In un convegno via web organizzato da Aipai, il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha risposto alle domande dei professionisti dei sinistri, tra richieste di maggior dialogo, riconoscimento professionale e, per i giovani, anche economico
14/09/2020
Cosa pensare dell’equo compenso per la professione del perito? C’è davvero bisogno di una certificazione Ivass per i periti non motor? Che spazi ci sono per una reale collaborazione della categoria con il Mise sulle tematiche relative ai danni catastrofali? Queste domande, articolate, aperte, e da cui sono nate anche altre interessanti questioni, sono state al centro di un convegno via web organizzato a fine luglio da Aipai e con la presenza del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.
Il convegno, come ha annunciato in apertura Aurelio Vaiano, presidente di Aipai, inaugura una nuova stagione di incontri che saranno organizzati nei prossimi mesi dall’associazione.
L’evento è stato ovviamente dominato dalle risposte, anche ben articolate, di Patuanelli che, condividendo un passato di perito assicurativo, si è dimostrato molto consapevole dei temi e delle questioni ancora aperte che riguardano la categoria ma anche più in generale il mondo dei rischi: “la professione di perito assicurativo – ha esordito – mi ha dato tanti strumenti per affrontare la consulenza ingegneristica, perciò penso sia un mondo di grande rilevanza e importanza”.
Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico
ALLA PROVA DELL’EQUO COMPENSO
Tra questi temi, c’è appunto l’equo compenso, un istituto che riguarda direttamente molti giovani che chiedono prospettive chiare per non fuggire dalla professione, come ha sottolineato Marco Valle, vice presidente di Aipai, rivolgendosi al ministro. L’associazione vuole partecipare più attivamente al lavoro del Mise su questi argomenti.
Patuanelli ha ammesso che “l’equo compenso è un problema” e occorre andare molto indietro nel tempo, “alla riforma Bersani”, per capire “cosa è successo alle professioni”. Il ministro ha spiegato che “ci sono state delle distorsioni, con ribassi fino all’80% sui compensi”, cosa che va “a detrimento del prodotto e della bontà dell’opera in generale, e accumula lentezza nelle esecuzioni”.
Questo vale anche nel ramo assicurativo: “le tariffe pagate dalle assicurazioni ai periti non sono cambiate in 15 anni, anzi, forse sono più basse, mentre le richieste delle compagnie sono aumentate. Questi meccanismi hanno portato anche effetti benefici, come le sinergie tra studi professionali, ma soprattutto svantaggi”, ha sottolineato il ministro.
Cos’ha fatto il governo: partendo dalla considerazione che sia più semplice intervenire nei rapporti pubblico-privato, e più difficile invece in quelli tra i privati, il ministero competente ha emanato le linee guida sull’equo compenso cui seguirà il confronto con tutte le categorie. “Aipai sarà coinvolta – ha assicurato Patuanelli –, ma sarà difficile incidere senza una riforma complessiva delle tariffe”.
COME GARANTIRE LE COMPETENZE
L’altro tema caldo è il riconoscimento dei periti in un elenco tenuto dall’Ivass, dove sono regolamentate tutte le figure professionali del mondo assicurativo. Di fatto, Aipai è autoregolamentata grazie alla legge 4 del 2013, una norma che, secondo Patuanelli va riformata e adeguata: “è un percorso virtuoso e ci stiamo lavorando ma ora non saprei dire quando si arriverà a un risultato soddisfacente”, ha precisato. Il ragionamento va fatto appunto sulla legge 4 del 2013, “perché le professioni sono molto diverse da com’erano allora”. Patuanelli ha sostenuto che sia finalmente tempo di “rivedere alcune dinamiche che portano all’abilitazione professionale e come gli ordini e gli albi, anche le associazioni devono poter garantire che chi s’iscrive abbia determinate competenze”.
Per quanto riguarda l’elenco presso Ivass, il ministro ha rivelato che sono in corso delle discussioni con l’Autorità e anche con Consap, giacché la volontà politica del governo c’è già.
NAT CAT, UNA LEGGE NECESSARIA
L’ultima questione dibattuta ampiamente riguarda il contributo dei periti non motor, e nello specifico delle associazioni come Aipai che li rappresentano, nella definizione di una legge di riforma dei risarcimenti dei sinistri da calamità naturali. Aipai ha ricordato alcuni numeri: in occasione del terremoto dell’Emilia nel 2012, il mondo assicurativo aveva già liquidato un miliardo di euro alla fine dell’anno, grazie al lavoro di oltre 6.000 persone che operano nel settore. All’Aquila, attraverso il Cineas, è stato possibile l’unico caso di collaborazione virtuosa tra pubblico e privato: ma è ancora troppo poco. Una legge di sistema sulle nat cat è importantissima, sostengono da Aipai. Quali possibilità ci sono per una concreta implementazione?
“La domanda che dobbiamo porci – ha detto Patuanelli – è se i danni da catastrofi naturali devono essere oggetto di risarcimento da parte della fiscalità generale. Secondo me non è corretto che ci sia un risarcimento integrale da parte dello Stato, ma neanche che tutto sia demandato solo ai privati.
UNA POLIZZA OBBLIGATORIA
La proposta del ministro è l’obbligatorietà della polizza, “seppur solamente in certe zone ad alto rischio, una sorta di contributo costante per avere subito, al momento dell’evento, un’immediata capacità risarcitoria”. Le grandi compagnie, ha rivelato Patuanelli, stanno lavorando da tempo ad alcune proposte già pervenute al Mise.
Infine, il ministro, congedandosi dalla platea virtuale, è tornato sulla figura del perito e sul suo ruolo “utilissimo anche nel campo della comunicazione”. Il settore peritale dispone di “un mondo di competenze da utilizzare non solo in fase emergenziale”, ha continuato Patuanelli, promettendo “un confronto al Mise per capire su quali altri temi ragionare, oltre a quelli già affrontati”.
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