START UP PROTAGONISTE DELLA MOBILITÀ
L’ecosistema della mobilità è caratterizzato da un insieme articolato di servizi e questo spinge i grandi operatori ad andare alla ricerca di aziende giovani e ad alto contenuto tecnologico con cui allearsi per ampliare la propria offerta, come spiega Luigi Onorato, insurance sector leader e Fsi innovation leader di Deloitte Italia
08/04/2022
C’è un episodio esemplificativo che mostra come stia cambiando la concezione della mobilità. L’ultimo appuntamento dell’ex Salone dell’auto di Francoforte, ora spostato a Monaco di Baviera, non riportava la parola automobile nel nome: è stato rinominato Salone della mobilità. Secondo Luigi Onorato, insurance sector leader e Fsi innovation leader di Deloitte Italia, questa scelta simbolica è un segnale evidente di come la mobilità sia ormai di fatto percepita come un ecosistema. “L’esigenza di muoversi – spiega a Insurance Review – oggi è soddisfatta da un sistema di soluzioni. L’automobile è solo una tra le tante opzioni disponibili per spostarsi da un punto A verso un punto B. Se qualche anno fa avremmo potuto parlare solo di un trend di cambiamento, oggi la mobilità è ormai caratterizzata di fatto dall’esistenza di opzioni come il noleggio a lungo termine, il car sharing, le biciclette e i monopattini, che hanno avuto un incredibile sviluppo negli ultimi anni”. Anni segnati dalla pandemia, che ha accelerato in particolare la diffusione di quella che viene definita mobilità dolce, seguendo la necessità di evitare il più possibile i contatti sociali.
SERVONO INVESTIMENTI
Tutte le soluzioni di mobilità potenzialmente disponibili, tuttavia, funzionano davvero solo se sono inserite in un’infrastruttura cittadina che funziona. “Non basta – avverte Onorato – riempire una città di biciclette e monopattini per avere un modello sostenibile. È necessario che questi mezzi abbiano strade e infrastrutture adatte alla loro presenza”. E in questo senso l’uscita dall’emergenza pandemica e l’entrata in campo del Pnrr “potrà offrire l’opportunità di fare gli opportuni investimenti e adeguare le nostre città alle esigenze della nuova mobilità”.
In questo contesto sarà importante seguire l’evoluzione dello sviluppo tecnologico. Il 5G, ad esempio, faciliterà ancora di più lo sviluppo di soluzioni di mobilità e di servizi. Sullo sfondo, quindi un tema chiave è rappresentato dalla capacità del singolo soggetto industriale di entrare in questo ecosistema. Secondo Onorato, “la tecnologia più a portata di operatore non fa che abbassare le barriere di entrata nell’ecosistema della mobilità. Che non significa solo mettere a disposizione un mezzo di locomozione. Se guardiamo alla mobilità in termini di ecosistema di servizi, è possibile offrire piattaforme di sharing, di pagamento, di prenotazione, o di assistenza. Si viene così a creare una nuvola di offerta che influisce sui comportamenti dei consumatori”.
L’AGILITÀ PER INSERIRSI ALL’INTERNO DELLA CATENA
Attori importanti all’interno dell’ecosistema della mobilità sono le start up. Per comprendere qual è il ruolo che giocano, Onorato ci invita a scomporre la catena del valore. “La mobilità – spiega – è costruita da una serie di passaggi: bisogna produrre un mezzo, lo si deve vendere, e chi spende denaro per usarlo deve poterne fruire in tutte le sue forme (proprietà o noleggio). A questo punto lo si inizia a utilizzare, e qui sorgono altre necessità: bisogna fare rifornimento di carburante, occuparsi dell’assistenza e della manutenzione del veicolo”. Ci sono grandi aziende come Tesla, ad esempio, che riescono a coprire l’intera filiera industriale, dalla produzione alla distribuzione all’assistenza. Ma l’elemento interessante, osserva Onorato, “non sono gli operatori che hanno questa grande capacità, ma i piccoli operatori che si inseriscono in alcuni punti della catena e permettono ai grandi operatori di entrare nella mobilità e di ampliare il proprio set di servizi. Faccio alcuni esempi. Esistono start up che sviluppano piattaforme tecnologiche che permettono al singolo distributore di vendere facilmente le soluzioni prodotte dalla casa madre. Altre start up si inseriscono nella logica di aggregazione, ad esempio quando sono disponibili molteplici soluzioni di sharing. Altre ancora sono entrate nel modello di assistenza, o nel mercato dell’usato. In sintesi, le start up hanno la caratteristica di inserirsi agilmente in questi punti della catena, e offrono ai grandi operatori la possibilità di accelerare la trasformazione”. Quindi, sostiene Onorato, “visto che, se lo si vuole aggredire nel suo complesso, l’ecosistema della mobilità ha alte barriere di ingresso, i grandi operatori andranno sempre più alla ricerca di start up e di tecnologie a loro collegate per ampliare la propria offerta di servizi”.
I PASSI AVANTI FATTI DALL’ASSICURAZIONE
Infine, l’esperto di Deloitte riconosce gli enormi passi avanti fatti dal settore assicurativo italiano. “L’assicurazione è passata da soggetto presso il quale si era obbligati ad acquistare una polizza Rca a soggetto assieme al quale rivedere le proprie logiche di mobilità. È bello poter affermare che il settore assicurativo negli ultimi cinque anni ha creato delle soluzioni assicurative innovative e assolutamente valide”. Si è partiti da una delle storiche eccellenze italiane, vale a dire la black box, e da lì il comparto ha saputo svilupparsi fino a entrare in ambiti di servizi non prettamente assicurativi. Ciò permetterà sempre di più all’assicurazione di essere percepita in maniera diversa dal consumatore. “L’assicuratore – conclude Onorato – sta diventando sempre più un partner con cui gestire non soltanto le esigenze legate alla mobilità, ma anche altri ecosistemi, come la salute e la casa. È un cambio di paradigma importante e necessario, anche per difendersi da altri settori, come ad esempio quello energetico o l’automotive, che possono creare ecosistemi simili”.
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