LE POSSIBILITÀ DELLA CONTAMINAZIONE

L’accelerazione dello sviluppo tecnologico, soprattutto negli ambiti mobilità, salute e property, sta aprendo grandi spazi di interazione tra diversi stakeholder. Ma l’Italia è ancora indietro: servono più investimenti in progetti innovativi e più formazione rivolta agli operatori assicurativi, spiega Gerardo Di Francesco di IIA

LE POSSIBILITÀ DELLA CONTAMINAZIONE
👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 79 Pagina: 60
La tecnologia fa cadere i vecchi steccati, e i confini tra le industry diventano meno marcati. Mobilità, salute e property sono forse i tre ambiti maggiormente attraversati da questo fenomeno. Secondo Gerardo Di Francesco, managing partner di Wide Group e vice presidente dell’Italian Insurtech Association, “il principale impatto portato dalla trasformazione digitale è contraddistinto da una forte contaminazione tra i player assicurativi tradizionali e le altre industry”. L’accelerazione dello sviluppo tecnologico, non solo assicurativo, e la possibilità di interagire tra diversi stakeholder, “permettono lo sviluppo di soluzioni assicurative sempre più tailor made e sempre più rispondenti a esigenze specifiche su rischi specifici”, spiega Di Francesco.

LA TECNOLOGIA CHE SPINGE LE CORRELAZIONI

Nell’ambito della mobilità gli esempi sono tanti: da Toyota che ha lanciato una soluzione assicurativa parametrata sui dati dei veicoli ibridi, a Daimler che ha fondato con Swiss Re una Mga per vendere prodotti assicurativi, fino a Tesla che lancerà un’assicurazione ad hoc per le sue vetture. Questo tipo di approccio può essere traslato anche su altri segmenti. “Nell’ambito salute – dice Di Francesco – abbiamo ad esempio i dati provenienti dai dispositivi wearable per parametrare il prezzo di una copertura sanitaria, e la telemedicina, cioè la possibilità di accedere a servizi sanitari in teleconferenza”. Nell’ambito property, infine, l’interoperabilità avviene grazie a due tipologie di dati: da un lato quelli provenienti in tempo reale come i dati satellitari, che permettono un risk assessment basato sulle immagini fotografate dallo spazio, e dall’altro quelli archiviati nei database, che interagiscono tra loro per creare prodotti assicurativi strutturati sulla fruizione di queste informazioni. 

INVESTIMENTI E CONOSCENZA

“La tecnologia – osserva – ha impresso alla nostra realtà un’accelerazione senza precedenti. L’assicurazione è la trasposizione sul piano finanziario di un rischio aleatorio. Ora è necessario trovare il sistema di reinventarla nella modernità, affinché il trasferimento del rischio sia altrettanto rapido, efficiente e veloce come lo sono le telecomunicazioni”. L’Italia, secondo Di Francesco, è ancora lenta a cogliere questo cambiamento perché sconta un forte problema di legacy. “È fondamentale puntare su investimenti che favoriscano da un lato lo sviluppo di nuovi progetti, dall’altro la formazione degli utenti”. Sul primo fronte IIA è pronta a lanciare un fondo di corporate venture capital che investirà esclusivamente in start up insurtech, e che ha già raccolto i primi 500mila euro, mentre in tema di formazione l’associazione lancerà la Tech academy education, che offrirà corsi gratuiti (e validi come crediti Ivass), dedicati a tematiche tecnologiche. Un progetto a cui l’associazione tiene molto, “perché l’esclusività della conoscenza e delle relazioni – conclude Di Francesco – è uno di quei grandi mali che rallentano questo processo di trasformazione”.

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