DONNE E FINTECH, PERCHÉ OCCORRE CREDERCI SEMPRE DI PIÙ
Il gender gap rallenta ancora lo sviluppo dell’universo femminile nei settori della tecnologia e della finanza. Serve adesso uno sforzo maggiore per favorire l’inclusività e cogliere pienamente il contributo delle donne nel nostro sistema produttivo
16/09/2022
Il genere femminile è presente con sempre maggior forza là dove si incontrano finanza, assicurazione e tecnologia. Ma non ancora abbastanza. Stiamo per addentrarci in un discorso complesso, in cui a spinte in avanti si contrappongono resistenze ataviche e processi decisionali e formativi del secolo scorso, che rallentano una crescita che potrebbe invece essere realmente dirompente.
Andiamo con ordine: tratto queste tematiche dal 1999 e, secondo la mia personale etica e formazione, che ho trasmesso anche a Women&Tech – Associazione Donne e Tecnologie, la realtà che ho fondato nel 2009 e che tuttora presiedo, l’innovazione è il motore della crescita e dello sviluppo del Paese. Da qui occorre partire per comprendere non solo lo stato dell’arte, ma anche le vie che possono condurre al suo sviluppo.
L’INNOVAZIONE È INCLUSIONE
L’innovazione è di per sé inclusione, ed è rivolta in special modo alle categorie più fragili della popolazione: giovani, anziani, stranieri e donne. Da anni mi batto, anche con azioni e progetti concreti, affinché l’innovazione tecnologica non sia solo un processo, ma un modo di essere per tutti coloro che gestiscono questi strumenti.
L’inclusione passa per l’accesso a questi dispositivi, per l’accesso alla conoscenza e per l’utilizzo dei servizi. Chi oggi non sa consultare l’home banking, o utilizzare lo Spid, non sa relazionarsi con gli enti pubblici in modo digitale ed è dunque tagliato fuori dal mondo. Per questo parlo di “innovazione sociale” e cerco di promuoverla come elemento fondante su cui costruire poi progetti da cui tutti possano trarre beneficio.
FINANZA PER TUTTI
È chiaro che sulla capacità di gestire l’innovazione e gli strumenti digitali si innesta anche la finanza: una finanza che deve essere accessibile a tutti. Come si può parlare di fintech a persone che non sono in grado di studiare il proprio profilo di rischio Mifid? Che non sanno compilare un modulo online?
Anche in questo caso, il mio riferimento sono le fasce più deboli della popolazione. Credo infatti fermamente che la finanza debba essere accessibile a tutti, a partire dai giovanissimi. L’educazione finanziaria, così come l’educazione civica, è fondamentale per la formazione dei giovani e delle donne e, per questo, penso che dovrebbe diventare una materia di studio obbligatoria. Purtroppo molti giovani e troppe donne sono ancora esclusi da questo ambito, con gravi ripercussioni sulle loro scelte di vita. Il digitale, come la finanza, è una leva importante per l’empowerment: se possediamo competenze e contenuti per diffondere la conoscenza, perché non riusciamo a farlo in modo efficace?
ARTE E TECNOLOGIA
Per fortuna l’orizzonte non è così fosco: qualcosa si sta muovendo. Nuove figure femminili stanno emergendo nel mondo della finanza e delle fintech, come ci hanno ben dimostrato le ultime edizioni del premio Le Tecnovisionarie®, in particolar modo quelle del 2016 e quella del 2022. Lavorando in modo deduttivo e analizzando i profili delle varie candidate al premio, abbiamo infatti notato la presenza di donne in ruoli apicali del settore. Tutto ciò dimostra che l’Italia è ricca di donne determinate, sensibili e attente, capaci di ricoprire incarichi decisionali con una visione allargata dell’intera azienda e del mercato internazionale nel quale operano. Donne in grado di fare sintesi e dunque superare la divisione dei saperi, per portare progresso e sviluppo alla società intera, non solo a parti di essa.
Questa capacità rispecchia la filosofia della nostra associazione, che oggi definiamo SteAm, non solo Stem, ossia dedicata a una condivisione armonica dei saperi che comprende science, technology, engineering, arts e mathematics. E che identifica con arts quella visione umanistica ed economica che deve essere assolutamente complementare a quella scientifica tradizionale.
IL PESO DEL GENDER GAP
Certo, la presenza è rilevante ma non ancora pesante: a livello prettamente numerico, non possiamo certamente dirci soddisfatte. Eppure, numeri alla mano, le aziende guidate dalle donne performano meglio. Perché allora non rileviamo una loro ancor più massiccia presenza?
Per rispondere a questa amara domanda tocca scomodare le classiche problematiche di un tempo, che speravamo di aver risolto: sto parlando del gender gap, in tutte le sue dimensioni, quello che parte dall’educazione scolastica primaria e prosegue poi con la scelta degli studi universitari. Noi sosteniamo lo SteAm, ma abbiamo bisogno che le ragazze siano incentivate ad avvicinarsi alle materie scientifiche e che le donne abbiano un adeguato supporto a livello di welfare per non doversi caricare da sole l’intera gestione della famiglia in contrapposizione alla carriera. Se questa modalità virtuosa inizierà a muovere i primi passi, potremo vedere con sempre maggior forza i benefici della presenza femminile anche nelle fintech e nelle insurtech: le donne porteranno infatti con sé le proprie soft skill, preziosissime per questi mercati. Qualche esempio? La capacità di essere maggiormente inclusive nella gestione dei gruppi di lavoro e dei team, la maggior attenzione al sociale e al talento del singolo, un’attitudine maggiore all’ascolto, al problem solving e all’educazione finanziaria come strumento per la crescita delle comunità. Non da ultimo, la capacità di vedere oltre i confini dell’oggi e studiare soluzioni a lungo termine.
FINTECH AL FEMMINILE
Negli ultimi dieci anni le fintech fondate da donne sono cresciute a un ritmo superiore rispetto a quelle fondate dagli uomini. È vero, il settore è ancora a forte prevalenza maschile, ma come anche Le Tecnovisionarie® dimostra, la qualità delle donne è altissima. Occorre continuare così.
Il premio fotografa alla perfezione quanto descritto sinora. Ogni anno la nostra associazione premia e dà risalto a figure femminili che hanno saputo distinguersi nella loro attività professionale, che hanno testimoniato di possedere visione, privilegiando l’impatto sociale, la trasparenza nei comportamenti e l’etica. Nelle ultime edizioni abbiamo raccontato e portato sugli scudi donne impegnate nell’economia circolare, nell’intelligenza artificiale e, appunto, nelle fintech. Mai abbiamo faticato a trovare personaggi da premiare: il nostro Paese, nonostante la sua complessità, sa far emergere donne preparate. Anche grazie a Le Tecnovisionarie®, le donne che ricoprono ruoli di vertice nelle aziende riescono a farsi conoscere, non soltanto nella propria comunità di riferimento. Anche di questo c’è bisogno, se si vuole estirpare il gender gap e, allo stesso tempo, si vogliono consegnare nelle mani delle donne role model efficaci che possano tracciare la strada per nuove carriere.
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