CUSTOMER SATISFACTION E PROFITTI PASSANO DAL WEB

L’annuale World Insurance Report, pubblicato da Capgemini ed Efma, accende un faro sulla correlazione tra creazione di utili, soddisfazione dei clienti e maturità digitale. Entro il 2018, oltre il 30% del business delle compagnie sarà generato da internet

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👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 13 Pagina: 50 - 51
La soddisfazione dei clienti è uno dei driver principali per i profitti delle assicurazioni. Se questa resta a un livello basso, non basterà il taglio del costo dei sinistri a garantire guadagni stabili alle imprese. Questa una delle principali rilevazioni dell’annuale World Insurance Report (Wir), appena pubblicato da Capgemini ed Efma, che ha coinvolto più di 15 mila consumatori e quasi cento società assicurative in tutto il mondo. 
Gli assicuratori vedranno calare i propri utili 2013, a livello mondiale, rispetto al 2012 anche perché il livello della customer satisfaction è cresciuto di appena due punti, dal 30% al 32%.
Secondo gli analisti di Capgemini ed Efma, un livello di scarsa soddisfazione vicino al 70% equivale a un forte rischio retention, che per le assicurazioni rappresenta uno dei fattori critici principali nel lungo periodo. 


IL VALORE DEL CLIENTE FEDELE 

Tuttavia, in base ai dati disponibili dalla survey del World Insurance Report, è evidente che più di due terzi degli assicuratori a livello mondiale sono riusciti a migliorare i loro punteggi, misurati attraverso la scala Cei (Customer experience index) ideata da Capgemini. 
Sorprendente in positivo è il caso delle compagnie che operano in Olanda, Paese primo in Europa e secondo nel mondo per soddisfazione dei consumatori, dietro gli Stati Uniti (Usa e Canada). Il salto di qualità olandese è dovuto principalmente al miglioramento delle esperienze dei clienti attraverso i canali digitali (on line e mobile). L’Italia, invece, si piazza al 19esimo posto dopo la Spagna e prima della Polonia, con un incremento del 7% delle esperienze positive dei clienti, passando dal 23% al 30%. La maggior parte dei clienti, a livello mondiale, descrive l’interazione con gli assicuratori come neutra. Questo risultato indica, secondo il report, un potenziale ampio bacino di clienti che potrebbe essere convinto a cambiare. È provato lo stretto legame tra la fedeltà dei clienti e la redditività: le imprese spendono sei o sette volte di più per attirare nuovi clienti rispetto a quanto spendono per trattenerli. I clienti “fedeli” dedicano più risorse per una stessa compagnia e sono più propensi a consigliarla a parenti e amici.


INTERNET IL MEZZO PIÚ IMPORTANTE 

In questo contesto, come si inseriscono i canali distributivi? Il Wir spiega che gli agenti e i mediatori creditizi raggiungono il più alto tasso di esperienze positive dei clienti (47% per il ramo danni, 39% per il vita).
Tuttavia, lo studio individua nel canale web, e precisamente nel segmento mobile, il mezzo con il maggior potenziale per creare esperienze positive per i consumatori, così da ricavarne profitti e trarne beneficio.      
Prendendo come parametri la ricerca delle informazioni, l’ottenimento delle quotazioni dei premi, l’acquisto delle polizze, le funzioni della gestione sinistri, internet è considerato il mezzo più importante a livello globale: più dei canali tradizionali, più delle banche e del telefono.
Gli assicuratori si aspettano per questo che entro il 2018, circa il 20% della loro attività sarà generato attraverso l’acquisto di polizze tramite computer: oggi è il 12,7%. Ma il vero balzo sarà quello del mobile, che, secondo le attese, toccherà quota 10,9%, dal misero 1,5% del 2013. Nell’arco di cinque anni, quasi un terzo di tutte le attività del settore assicurativo sarà digitale.


E TU CHE TIPO DI COMPAGNIA SEI?

A questo proposito Capgemini, in collaborazione con il Mit di Boston, ha analizzato i livelli di maturità digitale delle aziende in generale, distinguendo quattro categorie: Digirati, Beginner, Fashionista e Conservative.
I due poli sono rappresentati da Digirati, aziende con una strategia digitale solida e una vision guidata da un management orientato alle nuove tecnologie e Beginner, che mostrano una cultura digitale immatura.
Tra questi si posizionano le Fashionista, che abbracciano le nuove tecnologie, ma non hanno la visione necessaria per trasformare i loro sforzi in risultati di business concreti, e le aziende Conservative, forti nella governance, ma che sottovalutano l’apporto del digitale.
È stata quindi trovata una correlazione tra redditività, efficienza e sviluppo digitale. Le Digirati sono il 26% più redditizie e il 9% più efficienti rispetto alla media; le Beginner, 24% meno redditizie e 4% meno efficienti; le Fashionista, 6% più efficienti, ma 11% meno redditizie; mentre le Conservative sono il 9% più redditizie, ma il 10% meno efficienti. 
Rispetto ad altri settori finanziari, come quello bancario, infine, il livello di maturità digitale del settore assicurativo a livello globale è relativamente basso. Circa un terzo (33%) degli assicuratori rientra nella categoria Digirati, un altro 33% nella categoria Conservative, mentre l’ultimo terzo del campione si divide nelle altre due categorie.


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