LE ASSICURAZIONI, TRA LUCI E OMBRE
Nonostante il buon andamento del 2014, il nostro resta un paese sottoassicurato nei rami danni. Un'inversione di tendenza appare possibile, secondo l'Ania, solo con l'introduzione di riforme strutturali che valorizzino il ruolo del settore privato nelle calamità naturali e nella sanità. Alleggerendo la tassazione. Necessari interventi anche nella Rc auto per evitare che si interrompa la riduzione dei prezzi
25/02/2015
Un anno soddisfacente: si potrebbe definire così il 2014 per l’industria assicurativa italiana. L’esercizio chiuderà in positivo, come nel 2013, grazie a risultati tecnici solidi, sia nell’assicurazione vita sia nel settore danni. Alla redditività si associa, poi, una confermata stabilità, come dimostra il recente stress test europeo.
“Un consuntivo di questo tipo – afferma Dario Focarelli, direttore generale di Ania – attesta la capacità di un’industria assicurativa solida di svolgere un ruolo importante nella protezione di famiglie e imprese, in un difficile contesto generale di crisi economica e crescente incertezza”.
La raccolta premi nell’assicurazione vita continua a mantenere un buon ritmo di crescita, che dovrebbe condurre a un incremento annuo di circa il 30%, per un totale di oltre 110 miliardi di euro. “In base agli ultimi dati disponibili – rivela Focarelli – la nuova raccolta di polizze vita ammontava, a fine novembre, a oltre 84 miliardi di euro, in crescita del 49% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La spinta allo sviluppo è derivata soprattutto dai prodotti di ramo I, che rappresentano oltre i tre quarti della nuova produzione totale, ma ottimi sono stati anche gli andamenti dei prodotti di ramo III e V”.
L’apprezzamento espresso dai risparmiatori italiani per l’assicurazione vita è frutto sia dell’appetibilità dei rendimenti offerti in un periodo di bassi tassi di interesse sia del desiderio di coprirsi contro i rischi della persona, in un momento in cui lo Stato sembra voler ridurre le garanzie offerte in passato. “In uno scenario come questo – avverte il direttore generale Ania – è impossibile comprendere l’incremento, recentemente introdotto dal governo, della tassazione del risparmio previdenziale, una misura destinata a penalizzare lo sviluppo della previdenza complementare”.
RC AUTO, SERVONO RIFORME STRUTTURALI
Riguardo al settore della Rc auto, che da solo rappresenta la maggior parte della raccolta complessiva dei rami danni, le tariffe continuano a scendere. Sulla base dell’ultima rilevazione trimestrale dell’Ania (settembre 2014), il premio medio effettivamente pagato dagli assicurati, per la copertura Rc auto (escluse le tasse che pesano per il 26%) era pari a 401 euro, a fronte di 428, nel settembre 2013, e di 448, nel settembre 2012. Nel complesso, quindi, la riduzione osservata nei due anni terminati lo scorso settembre è stata pari a 47 euro, ossia del 10,5%. Tra settembre 2013 e settembre 2014, la contrazione è stata del 6,2%. Tuttavia – continua il dg di Ania – devo segnalare che i fattori che hanno reso possibile questo decremento dei prezzi stanno esaurendo la loro forza: in particolare, la riduzione della sinistralità, effetto di un minor utilizzo dell’automobile indotto dalla crisi economica, si sta affievolendo e, poiché la dinamica del costo medio non accenna a rallentare, si stanno riducendo i margini tecnici. Se non interverranno riforme strutturali in grado di contenere i costi dei sinistri, è prevedibile un aumento delle pressioni sui conti economici delle imprese, creando con ciò le condizioni per una inversione degli andamenti tariffari”.
Gli altri rami danni registrano, al terzo trimestre 2014, una raccolta premi in modesta crescita (+1,3%). “Si tratta – spiega Focarelli – di un trend insufficiente per colmare il ritardo rispetto agli altri maggiori Paesi europei. Il nostro è un Paese strutturalmente sottoassicurato e un’inversione di tendenza appare possibile solo con l’introduzione di una serie di riforme che valorizzino il ruolo del settore privato in aree come quelle dei rischi di calamità naturali e della sanità. Il Governo sta riflettendo su questi temi e un orientamento è ormai improcrastinabile”.
EIOPA: LE CRITICITA' DEL REPORTING
Vi è poi il tema Solvency II: il 2015 è l’anno in cui dovranno essere completati i preparativi, in vista dell’entrata in vigore, il primo gennaio 2016, della nuova direttiva. L’ampiezza della riforma europea, che abbraccia tutti i pilastri della vigilanza prudenziale, richiede alle imprese un’intensa attività di adattamento in tutte le aree di operatività aziendale: dalla finanza al bilancio, dai sistemi informativi al commerciale. “L’attività di compliance con il nuovo regime di solvibilità – aggiunge il dirigente Ania – è resa complessa anche dal fatto che il quadro normativo europeo non è ancora del tutto definito: pubblicati gli atti delegati, sono invece ancora in consultazione alcune bozze di standard tecnici e di linee guida Eiopa, ultimi tasselli di un mosaico molto articolato. Inoltre, non è ancora definito, al momento, un aspetto cruciale di Solvency II, ossia la curva dei tassi di interesse, comprensiva degli aggiustamenti, da utilizzare per la valutazione delle riserve tecniche”.
Nonostante i citati fattori di incertezza, i preparativi delle imprese procedono secondo i programmi. “Ritengo – sottolinea Focarelli – che il mercato assicurativo italiano sarà pronto alla scadenza del primo gennaio 2016 e, del resto, i preparativi hanno subito un’accelerazione già lo scorso anno, quando l’Ivass ha dichiarato di volersi conformare alle linee guida di Eiopa, introducendo, in via anticipata, alcune regole in materia di governance e reporting alla Vigilanza. Credo che proprio in quest’ultima area, si celino le possibili maggiori criticità: la necessità di raccogliere dati nuovi e di qualità, da un lato, e di inviare periodicamente report molto analitici alla vigilanza, dall’altro, rappresentano impegni molto gravosi per le imprese, che solo parzialmente saranno attenuati da una riduzione degli adempimenti vigenti”.
Infine, sul fronte dell’impatto finanziario di Solvency II, il quadro è rassicurante. “Come ho accennato – conclude il direttore generale – lo stress test europeo, condotto da Eiopa lo scorso anno sulla base delle nuove regole di solvibilità, ha evidenziato una situazione di sufficiente patrimonializzazione, in grado di consentire agli assicuratori italiani di far fronte a shock anche molto più severi di quelli previsti dalle regole di Solvency II”.
UN SETTORE IN CIFRE
Raccolta premi vita: si stima un incremento annuo di circa il 30%, per un totale di oltre 110 miliardi di euro.
La nuova raccolta di polizze vita ammontava, a fine novembre, a oltre 84 miliardi di euro, +49%, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente; i prodotti di ramo I rappresentano oltre i tre quarti della nuova produzione totale.
L’Rc auto rappresenta circa la metà della raccolta complessiva dei rami danni; a settembre 2014, il premio medio (escluse le tasse che pesano per il 26%) era pari a 401 euro, a fronte di 428 euro nel settembre 2013 e di 448 euro, nel settembre 2012. La riduzione è stata pari a 47 euro (10,5%) e, tra settembre 2013 e settembre 2014, del 6,2%.
I rami danni non auto registrano, al terzo trimestre 2014, una raccolta premi in crescita (+1,3%).
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