ADOLFO BERTANI, MEZZO SECOLO TRA I RISCHI

L’ex presidente di Cineas, ed ex numero uno dell’allora Zurigo, si racconta in un libro fotografico che è una sorta di memoria storica di cinquant’anni di assicurazione italiana. Dagli esordi in Sai, fino all’esperienza del terremoto dell’Aquila, per il top manager l’importante è sempre stato amare il proprio lavoro

ADOLFO BERTANI, MEZZO SECOLO TRA I RISCHI
👤Autore: Fabrizio Aurilia Review numero: 85 Pagina: 48
“Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amore per il proprio lavoro costituisce la miglior approssimazione della felicità sulla terra. Ma questa è una verità che pochi conoscono”. Questa massima di Primo Levi compare alla prima pagina di un photobook intitolato I miei 53 anni con il rischio: un libro che raccoglie i momenti più importanti della vita professionale (e non solo) di un protagonista del settore assicurativo italiano. Parliamo di Adolfo Bertani, ex presidente di Cineas, nonché amministratore delegato e presidente di tutte le compagnie dell’allora gruppo Zurigo in Italia, che a 82 anni ha raccolto in un libro fotografico un’intera vita professionale, cominciata nel maggio 1965 alla Sai, con il primo stipendio, racconta lui stesso a Insurance Review, di “100mila lire lorde”. 

I CINQUANT’ANNI MIGLIORI

“Io ho sempre amato il mio lavoro, l’ho fatto con passione e ritornarci su è stato bello, l’ho fatto con amore, perché sono scaturiti bei ricordi”, spiega Bertani mostrando il libro realizzato grazie al materiale raccolto meticolosamente in più di cinquant’anni dalla moglie Luana. “Non ho avuto nella mia vita professionale grandi intoppi o delusioni, ho vissuto professionalmente i cinquant’anni migliori di questo Paese e forse del mondo”.
Insomma una vita piena, quella di Bertani, scampato giovanissimo a un bombardamento aereo a Pontelongo, in Veneto, grazie all’intuizione del padre che lo portò via poco prima che le bombe colpissero il rifugio dove morì la zia. 
Una vita professionale divisa tra “tre grandi amori”, come dice lui: la Sai, nella quale resterà dal ’65 all’86; la Zurigo, dove entrò nell’87 da rappresentante per l’Italia e ne usci nel 2007 da presidente onorario; e il Cineas, di cui è stato presidente dal 1997 al 2017. 

ALUMNUS CA’ FOSCARI ALLA CARRIERA

In questi cinquant’anni, Bertani ha fatto parlare molto di sé e si è costruito, attraverso il lavoro, l’immagine di un top manager innovativo e contro corrente, com’è stato definito più volte. Amico del vignettista Emilio Giannelli, che gli ha dedicato una vignetta in occasione degli 80 anni, Bertani racconta che il più grande onore è stato essere nominato nel 1996 Alumnus alla carriera dall’Università Ca’ Foscari; mentre l’esperienza con Cineas in Abruzzo nel 2009, quando il lavoro del consorzio fece risparmiare allo Stato 400 milioni di euro netti a seguito del terremoto dell’Aquila, è stata “semplicemente unica e irripetuta”.


Prima assunzione in Sai

I FIORI ALL’OCCHIELLO

Ma se Bertani dovesse sintetizzare in pochi punti la propria attività professionale cosa elencherebbe? “Certamente – inizia Bertani – aver creato la prima struttura di risk engeeniring in Italia nel 1989 in Zurigo; poi nel 1992-93, aver guidato la prima integrazione di tre compagnie (Zurigo, Danubio e Minerva, ndr), operazione non facile; e poi i master Cineas, l’aver dato vita al primo master in life skills. Perché il risk management – aggiunge – si fa con le capacità per gestire i contesti che vanno in crisi. Le life skills sono importanti perché vanno oltre le competenze tecniche”.


Vignetta di Emilio Giannelli

CRISI, IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO

Oggi, da osservatore esterno ma interessato, Bertani è convinto della grande opportunità che deriva dal Recovery Fund: “il business assicurativo – argomenta – segue lo sviluppo del Paese e quindi se si rimette in moto il meccanismo produttivo anche il comparto dei rischi potrà giovarne”. Il Pnrr del governo sarà un’occasione unica e “le compagnie avranno il doppio ruolo di finanziare lo sviluppo del Paese e poi di assicurarlo”, chiosa. 
Del resto le crisi sono sempre state il motore del cambiamento. Bertani ricorda che all’inizio degli anni ’90 le compagnie dovettero intervenire sull’Rca, che al tempo aveva una tariffa bloccata. In quel caso, la segmentazione della clientela fu l’arma giusta: “si sviluppò allora – spiega – la segmentazione del rischio, anche per i rami elementari. Fare prodotti per un gruppo ristretto di clienti fu una rivoluzione”. È per questo che Bertani resta convinto che “il futuro delle compagnie sta nello sviluppo dei rami danni, oggi più che mai”. 

LE QUATTRO P

Bisogna però avere il coraggio di prendersi dei rischi: “il carattere personale è determinate”, sottolinea. “Professionalità, pragmatismo, passione e proattività sono le quattro P che hanno guidato la mia attività professionale: bisogna fare le cose, essere intraprendenti, avere iniziative”. E poi? “E poi devi divertirti a fare quello che fai: io mi sono sempre divertito”, conclude Bertani. 

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