FINANZIAMENTI E RUOLO DELLE COMPAGNIE
L'editoriale del numero di settembre 2016, a cura del Direttore Maria Rosa Alaggio
08/09/2016
Apertura del settore assicurativo per sostenere l’economia e ricoprire una parte attiva nel percorso di riforma, innovazione e crescita dell’Italia. Su questo fondamentale messaggio al Governo si è articolato il primo intervento di Maria Bianca Farina in qualità di presidente dell’Ania, nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione. Senza nascondere l’emozione del momento, la presidente ha saputo apportare alla sua analisi punte di sensibilità unite a una rigorosa comprensione dei fatti e dei numeri, delle sfide e delle opportunità che aspettano il settore.
I risultati ottenuti finora dalle compagnie vanno però interpretati, in prospettiva, in funzione dell’auspicato rapporto pubblico-privato che, per risultare effettivamente decisivo, passa attraverso misure e interventi legislativi da tempo richiamati in tutte le sedi istituzionali.
L’obiettivo finale è il riconoscimento di un peso, sociale ed economico, che le assicurazioni ricoprono, e ancor più potranno ricoprire, per contribuire a risolvere le tante problematiche create dalla pesante congiuntura economica e da un sistema di welfare insufficiente.
Ecco allora che il termine “investimenti” diventa la parola centrale su cui riflettere per trasformare le intenzioni in fatti, puntando sulla capacità di selezione nella gestione delle risorse, e nella ricerca di formule di redditività a sostegno sì dell’impresa, ma anche dello sviluppo del Paese.
Il regolamento Ivass n. 24/2016 in materia di investimenti e attivi a copertura delle riserve tecniche, del resto, sembrerebbe eliminare qualche limitazione del passato e offrire opportunità da cogliere per tutte le compagnie, non solo per i grandi gruppi assicurativi.
Oltre che risolvere i temi della ricerca di redditività e della necessità di gestire la volatilità del mercato, il settore assicurativo dovrà affermare il proprio peso almeno su altri due versanti: l’educazione finanziaria (e assicurativa) del cliente e, nel ramo danni, la revisione di un’offerta maggiormente basata sulla componente di servizio.
In tutto questo, resta centrale il valore dei canali distributivi e in particolare delle reti agenziali.
Delusi dal discorso di Maria Bianca Farina, che sembra averli apparentemente ignorati eludendo le problematiche più calde su cui da tempo si sta giocando il futuro degli agenti, gli intermediari oggi possono invece avere tutte le carte per contribuire alla crescita e al supporto nelle esigenze di tutela dei cittadini.
Se da un lato la priorità delle compagnie è condizionata dal ruolo che il Governo vorrà effettivamente attribuire al settore, dall’altro dovranno essere proprio gli agenti a evidenziare il loro peso nella relazione con il cliente, condividendo con le mandanti iniziative comuni e capaci di apportare sostegno ai bisogni degli italiani.
Ma, al di là dello spazio che lo Stato vorrà affidare al settore, resta un interrogativo sulla volontà e la capacità delle compagnie di assumere rischi e di proporre polizze che siano davvero in grado di offrire garanzie e assicurare il cliente. Una sfida sempre più difficile in un mondo in cui i rischi spaziano da devastanti atti terroristici alle catastrofi naturali, dalla volatilità dei mercati fino all’assurdità delle pericolose distrazioni di Pokèmon Go. Ma proprio sull’assunzione dei rischi, e sull’irrinunciabile concetto di mutualità, si fonda il mestiere dell’assicuratore.
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