POKÈMON (DON’T) GO

L'altra faccia dell'applicazione del momento: la presenza di una serie di rischi in materia di sicurezza e privacy. D'altro canto, però, questo gioco cela anche un'opportunità per valorizzare luoghi dimenticati

POKÈMON (DON’T) GO
👤Autore: Renato Agalliu Review numero: 37 Pagina: 30 - 31
Talvolta reality e fantasy si intrecciano. Così quando un gioco virtuale si mescola alla realtà, come nel caso di Pokèmon Go, può anche capitare che andare a caccia di mostriciattoli rischi di costare caro alla salute, alla privacy e anche alla vita. E la caccia ai Pokèmon, che sta coinvolgendo milioni di giocatori in tutto il mondo, può rappresentare un alto elemento di rischio a causa del significativo fattore di distrazione. A poche settimane dal lancio dell’app, infatti, sono decine gli incidenti e gli episodi di cronaca legati alla mania del momento. Anche in Italia. I dati di Aci e Istat riferiti al 2015, pubblicati recentemente, hanno già evidenziato un aumento del numero di incidenti stradali dovuti all’utilizzo del cellulare alla guida. Con l’avvento di Pokèmon Go, il rischio è che l’incremento sia ancor più marcato. E proprio su questo nuovo fenomeno sociale è intervenuta l’Asaps (associazione sostenitori amici della Polizia Stradale) chiedendo ai vertici delle forze di polizia e ai sindaci di intervenire con misure che intensifichino i controlli e al Governo di varare un provvedimento che vieti in modo più severo l’utilizzo di questo gioco distrattivo quando si è alla guida, “prevedendo il sequestro del cellulare per almeno un mese” ed estendendo il divieto di utilizzo della app “anche agli accompagnatori all’interno degli abitacoli dei veicoli, oltre che ai pedoni durante gli attraversamenti stradali anche sulle strisce”. 


CODACONS CHIEDE IL DIVIETO DELL’APP 

Anche secondo il Codacons la Pokèmon Go mania rischia di trasformarsi in un fenomeno pericolosissimo sul fronte della sicurezza stradale. “Alla luce degli ultimi incidenti registrati in Italia – ha rimarcato il presidente Carlo Rienzi – abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura di Roma, affinché apra un’indagine per attentato alla sicurezza dei trasporti, e verifichi se l’applicazione in questione possa rappresentare un pericolo ai sensi del Codice della Strada”. Il coordinamento delle associazioni si è anche rivolto al Ministero dei Trasporti perché adotti le misure del caso a tutela degli utenti della strada, compreso, qualora necessario, il divieto totale di diffusione dell’app Pokèmon Go sul territorio italiano.


SICUREZZA E PRIVACY 

Oltre ai rischi di ordine pubblico, l’applicazione non è esente da pericoli in materia di privacy e sicurezza. Garantendo pieno accesso al profilo dei possessori di un account Google, ed essendo la geolocalizzazione obbligatoria per poter giocare, gli utenti potrebbero diventare a loro volta terreno di caccia degli hacker. Il presidente di Konsumer Italia, Fabrizio Premuti richiama l’attenzione anche su una serie di altri fattori di rischio: “ci chiediamo se, in qualche modo, la partecipazione alla ricerca dei Pokèmon possa aumentare, per i bambini, il rischio di entrare in contatto con adulti pedofili”. 


POKESPOT, L’ALTRO VOLTO DEL GIOCO 

L’altra faccia della medaglia, però, come rivelato da Bloomberg, è rappresentata dalle potenzialità del nuovo gioco virtuale: potrebbe essere cavalcato per ridare nuova linfa a luoghi d’arte, musei e altri punti di ritrovo ormai trascurati. Tramite i punti di interesse segnalati dal fantasy game, i cosiddetti pokespot, le persone possono riscoprire luoghi di cultura finiti nel dimenticatoio. In definitiva, come per ogni innovazione tecnologica, occorre trovare il giusto equilibrio per mettere a fattore comune criticità e potenzialità: e ciò affinché, da cacciatori di Pokèmon, gli utenti non diventino essi stessi prede degli hacker. 

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