IL PESANTE BILANCIO DELLE INONDAZIONI
Ammontano a circa due miliaridi di euro i danni della catastrofe che ha colpito l’Europa centro-orientale nei mesi scorsi. Con imprevedibili ricadute, in termini di perdite e di costi, per i Paesi coinvolti e per l’industria assicurativa
31/10/2013
Secondo le stime di Gdv (l’associazione degli assicuratori tedeschi, equivalente della nostra Ania), i danni causati dalle terribili inondazioni che nello scorso mese di giugno hanno devastato la Germania e tutta l’Europa centro-orientale, ammonterebbero a circa due miliardi di euro. Si tratterebbe dunque di un evento di portata superiore a quello che colpì la medesima regione nel 2002, quando i danni ammontarono a circa 1,8 miliardi.
Anche il numero di sinistri sarebbe superiore: 180 mila quest’anno, mentre nel 2002 ne furono denunciati circa 150 mila.
L’evento è stato originato da una lunga serie di sistemi di bassa pressione che hanno lentamente attraversato Germania, Repubblica Ceca e Austria, tra la fine di maggio e la metà di giugno, scaricando una quantità di piogge impressionante.
In alcuni punti, nel giro di pochi giorni sono caduti 400 litri di pioggia per metro quadro, e in molte zone dell’Austria si è registrata una quantità di precipitazioni mai vista nell’ultimo secolo.
La maggior parte dei corsi d’acqua dell’area è dunque esondata, causando una delle peggiori alluvioni degli ultimi 70 anni. Le acque dell’Elba e del Danubio, in particolare, si sono innalzate di molti metri, registrando livelli mai raggiunti in 500 anni.
Il fenomeno ha interessato anche Svizzera, Slovacchia, Polonia e Ungheria, ma per fortuna con minore intensità.
Dodici persone sono rimaste uccise e la conta iniziale dei danni economici ammonta a circa 12 miliardi di euro in Germania, tre miliardi in Austria e più di un miliardo in Repubblica Ceca.
IL COINVOLGIMENTO DELLE AMMINISTRAZIONI STATALI
Il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, visitando le zone colpite in Baviera, Sassonia e Turingia è rimasta talmente colpita dalla devastazione che la circondava, da promettere lo stanziamento immediato di 100 milioni di euro, per alleviare le condizioni di migliaia di sfollati. Non appena le acque sono defluite, inoltre, ha annunciato la costituzione di un fondo di otto miliardi di euro per la ricostruzione.
A Praga, i vigili del fuoco hanno lavorato per giorni, innalzando barriere protettive per evitare che l’inondazione del fiume Vltava danneggiasse anche la città vecchia. Le protezioni hanno retto in buona misura, ma i danni in tutta la zona circostante sono stati comunque ingenti.
Ancora una volta, la rovina si è abbattuta soprattutto sulle popolazioni. Si ritiene che il numero di abitazioni protette da apposite coperture assicurative sia alquanto esiguo.
Dal momento che in queste zone non sono previste assicurazioni obbligatorie o associazioni create per mitigare l’impatto di questo tipo di eventi, come accade in Francia con il Cat-Nat, ad esempio, o in Spagna con il Consorcio, saranno dunque le amministrazioni statali a sostenere la maggior parte delle spese per la ricostruzione.
I COSTI PER LE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI
L’impatto sull’industria assicurativa, ovvero l’ammontare dei danni coperti, è per lo più limitato al settore industriale e dei servizi, in ogni caso, si ritiene che raggiunga almeno quattro miliardi di euro.
Le grandi compagnie operanti nei Paesi colpiti hanno già cominciato a divulgare le prime stime: dai 100 ai 200 milioni per Hannover Re, oltre 300 milioni per Allianz, 250 milioni circa per Hdi, 100 milioni per Generali, circa 30 milioni per Gothaer e dai 250 ai 350 milioni per il gigante riassicurativo tedesco Munich Re.
Come sempre bisognerà attendere mesi per conoscere i costi definitivi, anche perché non è ancora dato di sapere quale sia l’impatto di questo evento sulle polizze danni indiretti.
Gli ultimi eventi catastrofici che hanno interessato il comparto assicurativo hanno riservato qualche sorpresa a lungo termine per gli operatori, soprattutto sulle coperture chiamate Cbi (Contingent business interruption), che coprono l’interdipendenza tra stabilimenti produttivi. È possibile, ad esempio, che nei prossimi mesi si registri la mancanza di un certo prodotto intermedio, proveniente da aziende delle zone colpite, anche in altre parti del mondo, lontane e quindi non direttamente interessate da questo tragico evento.
In ogni caso, date le ingenti perdite già annunciate dalla maggior parte degli operatori, è prevedibile che questi accadimenti abbiano qualche conseguenza anche sull’andamento del nostro mercato. Vedremo quindi nei prossimi mesi se il costo delle coperture catastrofali subirà qualche variazione e se la prossima stagione dei rinnovi porterà in qualche modo il segno delle drammatiche alluvioni che hanno così duramente colpito l’Europa centro-orientale.
Anche il numero di sinistri sarebbe superiore: 180 mila quest’anno, mentre nel 2002 ne furono denunciati circa 150 mila.
L’evento è stato originato da una lunga serie di sistemi di bassa pressione che hanno lentamente attraversato Germania, Repubblica Ceca e Austria, tra la fine di maggio e la metà di giugno, scaricando una quantità di piogge impressionante.
In alcuni punti, nel giro di pochi giorni sono caduti 400 litri di pioggia per metro quadro, e in molte zone dell’Austria si è registrata una quantità di precipitazioni mai vista nell’ultimo secolo.
La maggior parte dei corsi d’acqua dell’area è dunque esondata, causando una delle peggiori alluvioni degli ultimi 70 anni. Le acque dell’Elba e del Danubio, in particolare, si sono innalzate di molti metri, registrando livelli mai raggiunti in 500 anni.
Il fenomeno ha interessato anche Svizzera, Slovacchia, Polonia e Ungheria, ma per fortuna con minore intensità.
Dodici persone sono rimaste uccise e la conta iniziale dei danni economici ammonta a circa 12 miliardi di euro in Germania, tre miliardi in Austria e più di un miliardo in Repubblica Ceca.
IL COINVOLGIMENTO DELLE AMMINISTRAZIONI STATALI
Il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, visitando le zone colpite in Baviera, Sassonia e Turingia è rimasta talmente colpita dalla devastazione che la circondava, da promettere lo stanziamento immediato di 100 milioni di euro, per alleviare le condizioni di migliaia di sfollati. Non appena le acque sono defluite, inoltre, ha annunciato la costituzione di un fondo di otto miliardi di euro per la ricostruzione.
A Praga, i vigili del fuoco hanno lavorato per giorni, innalzando barriere protettive per evitare che l’inondazione del fiume Vltava danneggiasse anche la città vecchia. Le protezioni hanno retto in buona misura, ma i danni in tutta la zona circostante sono stati comunque ingenti.
Ancora una volta, la rovina si è abbattuta soprattutto sulle popolazioni. Si ritiene che il numero di abitazioni protette da apposite coperture assicurative sia alquanto esiguo.
Dal momento che in queste zone non sono previste assicurazioni obbligatorie o associazioni create per mitigare l’impatto di questo tipo di eventi, come accade in Francia con il Cat-Nat, ad esempio, o in Spagna con il Consorcio, saranno dunque le amministrazioni statali a sostenere la maggior parte delle spese per la ricostruzione.
I COSTI PER LE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONI
L’impatto sull’industria assicurativa, ovvero l’ammontare dei danni coperti, è per lo più limitato al settore industriale e dei servizi, in ogni caso, si ritiene che raggiunga almeno quattro miliardi di euro.
Le grandi compagnie operanti nei Paesi colpiti hanno già cominciato a divulgare le prime stime: dai 100 ai 200 milioni per Hannover Re, oltre 300 milioni per Allianz, 250 milioni circa per Hdi, 100 milioni per Generali, circa 30 milioni per Gothaer e dai 250 ai 350 milioni per il gigante riassicurativo tedesco Munich Re.
Come sempre bisognerà attendere mesi per conoscere i costi definitivi, anche perché non è ancora dato di sapere quale sia l’impatto di questo evento sulle polizze danni indiretti.
Gli ultimi eventi catastrofici che hanno interessato il comparto assicurativo hanno riservato qualche sorpresa a lungo termine per gli operatori, soprattutto sulle coperture chiamate Cbi (Contingent business interruption), che coprono l’interdipendenza tra stabilimenti produttivi. È possibile, ad esempio, che nei prossimi mesi si registri la mancanza di un certo prodotto intermedio, proveniente da aziende delle zone colpite, anche in altre parti del mondo, lontane e quindi non direttamente interessate da questo tragico evento.
In ogni caso, date le ingenti perdite già annunciate dalla maggior parte degli operatori, è prevedibile che questi accadimenti abbiano qualche conseguenza anche sull’andamento del nostro mercato. Vedremo quindi nei prossimi mesi se il costo delle coperture catastrofali subirà qualche variazione e se la prossima stagione dei rinnovi porterà in qualche modo il segno delle drammatiche alluvioni che hanno così duramente colpito l’Europa centro-orientale.
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