ASSICURAZIONI E ISTITUZIONI: L’ERA DELLA CONCORDIA

Durante la scorsa assemblea di Ania è andata in scena la celebrazione del dialogo e del confronto istituzionale. Festeggiando l’ottantesimo anniversario della creazione dell’associazione, la presidente Maria Bianca Farina ha sottolineato il ruolo decisivo del settore per la protezione dei cittadini e la stabilità del paese

ASSICURAZIONI E ISTITUZIONI: L’ERA DELLA CONCORDIA
Quella che si è tenuta a Roma a inizio luglio è stata “un’assemblea di dialogo e confronto”, come l’ha definita la presidente di Ania, Maria Bianca Farina. In occasione degli 80 anni dell’associazione, mai come quest’anno la concordia tra istituzioni, politica e settore assicurativo è stata al centro della scena. Un idem sentire testimoniato anche dalla presenza in platea del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ascoltato la relazione di Farina incentrata sul gioco di squadra tra pubblico e privato su cui si fonda l’associazione. La presidente ha ricordato quel 31 agosto del 1944, giorno della fondazione di Ania, quando fu creato quel “sistema associativo” che tiene insieme, “in modo virtuoso, la legittima rappresentanza di interessi delle imprese con l’interesse pubblico”, con l’obiettivo di facilitare lo sviluppo del Paese.
Oggi, a differenza di allora, non siamo all’indomani di un conflitto devastante ma siamo comunque in un periodo di crisi continue: dalla pandemia alla guerra di aggressione della Russia in Ucraina, passando per i riaccesi scenari bellici in Medio Oriente, l’inflazione e le tensioni interne. “Nel breve e nel medio termine – ha detto Farina – tutto ciò comporta implicazioni direttamente rilevanti anche per la nostra industria”, ed ecco perché sarebbe importante che il “Governo sia a pieno titolo parte integrante della leadership europea, a cui spetta il compito decisivo di mettere in atto fatti concreti e progetti di sviluppo finanziabili”, ha aggiunto la presidente di Ania. 


©  Luigi Mistrulli

LE VOCI DEL GOVERNO 

Un appello all’esecutivo che ha trovato risposta. Un coro pressoché unanime di voci istituzionali ha risuonato all’Auditorium Parco della musica di Roma, sottolineando l’importanza del settore assicurativo per l’economia del Paese e la protezione dei cittadini. Ma le stesse voci hanno anche ribadito quanto l’iper-regolamentazione rischi di limitare le possibilità delle imprese. 
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel messaggio inviato all’assemblea, ha detto che l’assicurazione è essenziale per la protezione dei consumatori, a patto che il business non si trasformi in speculazione. Meloni ha ammesso che esiste un gap di protezione e che “bisogna fare di più” nell’ottica di una sempre più intensa collaborazione pubblico-privato. Concetto ribadito dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha ricordato il primo passo fatto con la polizza catastrofale, “che rappresenta una profonda novità per la corretta distribuzione dei rischi e dei costi”. 
Nella mitigazione del rischio catastrofale, il governo ha ridisegnato il quadro di protezione, come ha ricordato il ministro Adolfo Urso. Nelle interlocuzioni sono stati fatti “importanti passi avanti”, ha rivelato Farina, confermando “la creazione di un pool di compagnie, ad adesione volontaria, che, sfruttando il principio cardine della mutualizzazione, sarà in grado di ridurre il costo delle coperture per le imprese e quello del capitale per le compagnie”.


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ALLE ORIGINI DELL’ASSICURAZIONE

Anche per quanto riguarda il welfare, in particolare per la salute, secondo Giorgetti, occorre un nuovo secondo pilastro regolamentato soprattutto per i lavoratori autonomi, concetto ripreso da Farina nella sua relazione: “occorre definire un vero e proprio patto per la salute degli italiani – ha detto la presidente – un secondo pilastro regolamentato che riesca a mutualizzare e, dunque, ridurre i costi per i singoli, anche attraverso un trattamento fiscale uniforme e di favore”.
Rimanendo nel solco della concordia istituzionale, Farina ha dialogato anche con il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Antonio Tajani. L’occasione è stata la presentazione del volume L’Ania e il settore assicurativo italiano – Dalle origini ai giorni nostri, edito per celebrare gli 80 anni dell’associazione.
“Il libro – ha commentato Tajani – dimostra come il vostro settore (quello assicurativo, ndr) sia interconnesso con la storia dell’Italia, sia parte integrante della vocazione italiana all’intrapresa, la stessa vocazione che ci porta ad avere 4,5 milioni di Pmi. Non è un caso che i primi assicuratori fossero i commercianti”. 
Il settore assicurativo, è bene ricordarlo, è tuttora il principale investitore istituzionale italiano e raccoglie la maggior parte dei 1.800 miliardi di euro del risparmio dei cittadini: “si tratta della vera garanzia per il nostro paese”, ha concluso il ministro. 



L’AGENDA EUROPEA (NON SOLO NORMATIVA)

Tornando ai temi strettamente industriali, in ottica europea Farina è tornata a ribadire la necessità di un quadro di regole “che riduca il peso della burocrazia e della compliance”. La numero uno di Ania ha chiesto perciò una “pausa legislativa” che consenta di concentrarsi sull’attuazione delle norme in vigore, nonché il mantenimento dell’impegno della Commissione Europea di ridurre di almeno il 25% gli obblighi di reporting. “Per la definizione, prossima, della regolamentazione di secondo livello della review di Solvency II va evitato che siano compiute scelte tecniche che reintrodurrebbero penalizzazioni all’investimento delle compagnie in titoli di Stato italiani”, ha sottolineato Farina. 
La collaborazione tra tutti gli attori del settore assicurativo è stata anche al centro dell’intervento del presidente di Ivass, Luigi Federico Signorini, il quale ha ripreso le fila del discorso tenuto in occasione della relazione annuale: “ringrazio personalmente la presidente di Ania per il dialogo, i buoni rapporti interpersonali e il confronto sempre costruttivo, pur nella differenza di ruoli”, ha detto Signorini.
Il tema della distribuzione ha un posto di rilievo nell’agenda normativa europea e nazionale: il recepimento della Retail Investment Strategy richiederà “modifiche di non poco conto” al Codice delle assicurazioni e potrà essere l’occasione per una revisione più ampia che completi “l’opera di snellimento e semplificazione degli adempimenti già iniziata con la regolamentazione secondaria di competenza dell’Ivass”, ha concluso il presidente dell’istituto. 


©  Luigi Mistrulli

GLI ECOSISTEMI, LA GRANDE SFIDA

“La polizza assicurativa – ha detto Farina – diventa così parte di un ecosistema digitale in cui, attraverso i flussi di dati, si coprono rischi in modo personalizzato e si offrono servizi attraverso una filiera sempre più articolata”. In questa filiera resteranno centrali gli agenti, come viene ripetuto in ogni occasione dalle compagnie? Su questo punto l’Ania non ha fatto commenti, ma ha ricordato tutte quelle situazioni in cui la trasformazione e l’evoluzione dei servizi sta cambiando le abitudini di consumo: basti pensare alla mobilità, “dove sistemi di sharing di auto, moto e bici – ha sottolineato la presidente di Ania – affiancano e spesso sostituiscono l’acquisto del mezzo di trasporto, con evidenti ricadute sulle dinamiche assicurative”. 
È questa la grande sfida che il settore assicurativo ha di fronte: riprogettare il business, migliorando la qualità dell’offerta. Solo così, ha chiosato Farina, sarà possibile “assicurare cittadini e imprese da rischi sempre più complessi, con coperture essenziali per la qualità della vita delle nostre comunità e la competitività del nostro tessuto produttivo e agricolo. Le compagnie assicurative possono divenire protagoniste rilevanti di ecosistemi centrali, come quello della salute, della casa e della mobilità”.

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