L'ASCESA DEL CYBER RISK

Le minacce informatiche entrano per la prima volta nella lista delle cinque più temute dalle aziende a livello globale. Secondo l'ultimo report dell'Allianz Risk Barometer 2015, in Italia questo rischio è meno sentito che altrove: a preoccupare di più sono l'interruzione di attività e della filiera produttiva, le catastrofi naturali e la mancata crescita economica

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👤Autore: Beniamino Musto Review numero: 21 Pagina: 18 - 20
Se, a livello globale, le minacce più temute dalle aziende restano l’interruzione dell’attività, le calamità naturali e gli incendi, cresce la sensibilità dei manager per le pericolose conseguenze degli attacchi informatici. È quanto emerge dal quarto rapporto annuale dell’Allianz Risk Barometer 2015, che inserisce il cyber risk tra i cinque rischi più temuti a livello internazionale. 
L’indagine è stata condotta tra oltre 500 risk manager e dirigenti sia del gruppo Allianz sia di altre multinazionali in 47 Paesi (inclusa l’Italia). Come accennato all’inizio, sono i tradizionali rischi industriali quelli più temuti dalle imprese: interruzione delle attività e della filiera produttiva (indicato dal 46% degli intervistati), calamità naturali (30%), incendi ed esplosioni (27%), ma i rischi informatici (17%) e quelli geo-politici (11%) registrano i maggiori tassi di crescita. 




IN ITALIA I PIRATI INFORMATICI PREOCCUPANO MENO

Tuttavia, se a livello globale cresce la paura per il cyber risk, nei confini italiani si rileva una certa sottovalutazione. Nella classifica riferita al nostro Paese, il rischio informatico non compare tra i primi dieci rischi più sentiti: segno che, allo stato attuale, molte aziende faticano a comprendere la gravità di questo tipo di minaccia. Per il 73% degli intervistati, servono alti budget per combattere gli attacchi informatici in modo strutturato e, al momento, mancano le risorse. Secondo Giorgio Bidoli, ceo di Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) in Italia, “i rischi informatici sono molto complessi. I diversi soggetti coinvolti, come gli esperti di sicurezza IT e i manager di sicurezza operativa, devono condividere le competenze per identificare e valutare le situazioni di pericolo. Il numero crescente e sempre più sofisticato di minacce informatiche – osserva – fa sì che sia impossibile, per qualsiasi organizzazione, garantire una protezione completa dal cyber risk”. 
Diversa è la sensibilità rilevata all’estero, tanto da far entrare il rischio informatico, quest’anno per la prima volta, nella Top 5 di quelli più percepiti dalle aziende: nel 2014, il cyber risk si trovava all’ottavo posto e nel 2013 soltanto al 15esimo. In Germania, Regno Unito e Stati Uniti, i rischi informatici si collocano addirittura nelle prime tre posizioni dell’Allianz Risk Barometer. 





TERRORISMO E PREZZO DEL PETROLIO, VARIABILI FUORI CONTROLLO

Secondo il rapporto di Allianz, a preoccupare sempre di più le aziende sono anche le situazioni di crisi geo-politiche e sociali: minacce che salgono di nove posizioni attestandosi al nono posto rispetto allo scorso anno. Il rischio geo-politico appare all’ottavo nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), e in Brasile fa il suo ingresso nella Top 10, mentre è considerato uno dei tre rischi peggiori in Russia e in Ucraina; il motivo di tanta preoccupazione si riscontra nel dato che mostra questo tipo di minaccia come la seconda causa principale di interruzione della filiera produttiva (53%) dopo le calamità naturali. “I livelli di rischio dei Paesi mutano più rapidamente di quanto accadeva in passato – fa notare Christof Bentele, responsabile crisis management di Agcs – e rendono la valutazione del rischio più instabile”. Un’altra fonte di tensione politica nel 2015 potrebbe derivare dal crollo del petrolio, limitando i budget di quei Paesi che dipendono molto dai profitti basati sul greggio. Oltre al terrorismo, anche il calo dei prezzi del petrolio è considerato un rischio emergente per la stabilità internazionale, da cui potrà dipendere la gestione delle minacce per i prossimi cinque anni.


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