L’ASSICURAZIONE ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO

Uno scambio bi-direzionale per avvicinare il settore assicurativo a quello della “space economy”: con questo obiettivo Ania e Aipas hanno organizzato il mese scorso a Roma una lunga e approfondita giornata di confronto e studio, da cui è emerso un quadro composito sugli sviluppi, sulle potenzialità e sulle necessità delle due industrie. Nel corso dell’evento, inoltre, sono stati anticipati i contenuti del disegno di legge che vuole andare a normare il settore

L’ASSICURAZIONE ALLA CONQUISTA DELLO SPAZIO
Nello sviluppo dell’industria spaziale l’assicurazione ha un ruolo cruciale, sia per sostenere il settore, sia per utilizzarne i benefici: si pensi all’agricoltura, alla protezione dell’ambiente e al cambiamento climatico, alla gestione delle catastrofi, ai trasporti, alla cybersecurity, e a molto altro ancora. È quindi fondamentale che il settore assicurativo e quello aerospaziale instaurino un confronto permanente. E un primo importante appuntamento in questo senso si è svolto il mese scorso a Roma, con l’evento intitolato Le assicurazioni per lo Spazio, lo spazio per le assicurazioni, organizzato da Ania e Aipas (Associazione delle imprese per le attività spaziali) e ospitato presso l’auditorium dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). 
La giornata si è aperta con il discorso della presidente di Ania, Maria Bianca Farina, la quale ha ricordato come il governo abbia in programma di approvare la prima legge italiana sullo Spazio. Il provvedimento si propone di regolamentare in modo organico il settore, stabilendo “una serie di punti importanti come la responsabilità dei danni causati da incidenti in orbita”, ma anche “il sistema di autorizzazioni spaziali per gli operatori privati”, prevedendo i requisiti di capacità tecnica e professionale e una valutazione preventiva del rischio connesso all’attività autorizzata cui si affiancherà un sistema di vigilanza continua delle attività spaziali. L’Italia, ha ricordato Farina, oggi occupa uno dei primi posti in Europa sia per investimenti pubblici diretti nel settore in rapporto al Pil, sia per i contributi al bilancio dell’Esa. “Il Pnrr ha confermato il supporto delle istituzioni nazionali al settore spaziale prevedendo investimenti per circa 2,3 miliardi di euro” ha detto. Le risorse finanziarie messe a disposizione per la filiera, come ha recentemente comunicato il ministro Adolfo Urso, raggiungeranno i 7,3 miliardi di euro nel 2026. 


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Un potenziale ancora da esprimere

All’intervento di Farina sono seguiti quelli di Marina Scatena, presidente di Aipas, e di Elda Turco Bulgerini, vice presidente dell’Asi, che hanno risaltato la fase di cambio di paradigma (non solo tecnologico ma anche normativo) cui sta assistendo il settore. Uno scenario fotografato da Alessio Bonucci, principal, space economy di Bcg, che ha fotografato lo stato dell’arte di un settore che, ha detto, “ha un enorme potenziale che ancora deve esprimere, perché finora c’è stato un ruolo fondamentale degli Stati, ma c’è un importante ruolo dei privati che sta emergendo”, come dimostra il caso di SpaceX di Elon Musk.  In crescita lo sviluppo e il lancio dei satelliti, le antenne per l’osservazione terreste, ma anche la componente dei servizi. Per quanto riguarda nello specifico l’osservazione terreste, è un mercato che offre grandi margini di sviluppo con numerose applicazioni assicurative: “un’industria – ha detto Bonucci – non ancora molto matura, a fronte tuttavia di una grande platea di mercati di riferimento”. 
Ma per fare business “serve la capacità di estrarre le informazioni dalle immagini”, ha sottolineato Andrea Taramelli, delegato nazionale italiano al comitato Copernicus della Commissione Europea. “È stato costruito un percorso – ha aggiunto – in base al quale chi non è esperto di Earth observation deve specificare qual è la propria attività. Ne è nato un Piano nazionale dell’osservazione della Terra, convogliato all’interno del Pnrr, che ha aperto la possibilità di nuovi investimenti”. 


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Responsabilità di terze parti: gli aspetti assicurativi

La prima sessione di confronto, moderata da Flavia Melillo, responsabile Marine & aviation di Ania, si è concentrata sulla correlazione tra i rischi, e sulle implicazioni in termini di responsabilità. Anna Masutti, professore ordinario all’Università di Bologna, tra i massimi esperti in Italia di space law, ha inquadrato l’attuale quadro normativo internazionale, “costituito da trattati che presentano diversi limiti in relazione a temi come la gestione del traffico in orbita (space traffic management, Stm) e il regime di responsabilità per danni causati a terzi”.
Guillaume de Denechin, ceo di Aon Isb, ha invece messo a nudo un punto dolente, cioè le attuali condizioni assicurative per la responsabilità verso terzi: “le eccezionali perdite registrate dal mercato nel 2023 – ha spiegato – hanno portato a danni complessivi per 1,75 miliardi di dollari, a fronte di una raccolta complessiva di soli 550 milioni”. Una situazione difficile in cui il mercato è reduce da cinque anni di margini negativi, che ha portato all’abbandono da parte di alcuni assicuratori e a un brusco aumento della selettività. Un supporto all’assicurabilità dei rischi può arrivare dalle aziende tecnologiche, come ha spiegato Daniele Luchena, ceo di Arca Dynamics.



Offerta assicurativa e mitigazione dei rischi

La sessione moderata da Federica Fistarollo, consigliere di Aipas, ha visto un confronto tra Denis Bousquet, global chief technical officer di Axa XL, Stefano Caputo, country manager italy e head of space underwriting di Cooper Gay, e Federico Bergamasco, assistant legal counsel di D-Orbit. In questo caso la discussione è stata concentrata in particolare sul lancio dei satelliti, in cui Bousquet ha ricordato che più della metà dei sinistri assicurati (il 56%) riguarda la fase di post-separation. E se ora, come ha rilevato Caputo, l’accesso allo spazio non è più riservato solo ad agenzie governative o grandi operatori satellitari, la nuova frontiera è sviluppare una copertura assicurativa per le missioni Ios (in-orbit servicing), “un mercato destinato a crescere nei prossimi anni”, ha detto Bergamasco. 
Il vicepresidente di Aipas, Pierluigi Pirrelli, ha poi moderato un successivo panel con Federico Nasini, direttore finanza, insurance & bid controlling di Thales Aerospace Italia, Marco Di Giugno, direttore analisi giuridiche e contenzioso di Enac, e Mattia Franchi, group head office, data analytics e AI strategy & governance di Generali. La discussione ha messo a fuoco il fatto che l’assicurazione dei rischi per le missioni spaziali non riguarda solo i sistemi di telecomunicazioni ma anche nei sistemi di osservazione, ed è strettamente connessa con il livello di interessi finanziari coinvolti nella missione, in cui bastano pochi claims per alterare in modo significativo il rapporto sinistri/premi. 


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Le novità del legislatore: verso un nuovo obbligo assicurativo

Come accennato, il governo è attualmente al lavoro su un provvedimento ad hoc per la space economy, e all’evento di Roma è stato particolarmente seguito l’intervento di Giulio Veltri, capo ufficio legislativo del Mimit, che ha rivelato i contenuti del disegno di legge. Il ddl prevede in primis un regime autorizzatorio per i privati che vorranno operare nello spazio, in cui è prevista una fase di valutazione dei requisiti oggettivi e soggettivi, in particolare aspetti legati alla sicurezza. “Ovviamente – ha osservato Veltri – pensiamo a un procedimento che sia attento alla sostenibilità ambientale, alla resilienza, alla produzione di detriti, e tuttavia deve essere un provvedimento snello: da questo punto di vista un ruolo particolare ce l’avrà la responsabilità”. L’idea è quella di prevedere un sistema di assicurazione obbligatoria “che non deve essere visto come aggravio per il soggetto che lancia, ma in una misura di tutela”, ha osservato Veltri. Ovviamente ci sono una serie di problemi in relazione al quantum, e in particolare al ruolo dello Stato per la responsabilità ultra-massimale. 
Fin qui la parte ordinamentale. Vi è poi tutta una parte dedicata alla space economy, e qui c’è l’idea di creare un nuovo fondo ad hoc che si basi su una partnership pubblico-privata e che spinga le imprese a lanciarsi in questa economia. “Accanto a questo disegno di politiche industriali ce n’è uno infrastrutturale, e riguarda la gestione delle infrastruttrure come il sistema Iride, che una volta realizzato sarà uno strumento molto potente per osservare la Terra”, ha spiegato. Un altro tema a cui si sta pensando è lo sfruttamento dello spazio per i sistemi di telecomunicazione. “L’idea – ha detto Veltri – è quella di dotarsi di un’infrastruttura nazionale che garantisca la connettività, ma potenzialmente estendibile a imprese di rilievo strategico nazionale”. 

Climate change e catastrofi naturali 

L’appuntamento si è poi concluso con un confronto dedicato alle catastrofi naturali, moderato da Gianlorenzo Fiorentini, presidente onorario di Aon Advisory. L’industria della space economy può fornire sistemi predittivi a supporto del settore assicurativo, anche in vista dell’introduzione dell’obbligo di polizza cat nat per le imprese. Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania, ha accennato al fatto che l’associazione sta lavorando alla messa a punto di un pool “per far sì che ci sia una migliore distribuzione del rischio sul mercato determinando una maggiore presenza di capitale”. Per assicurare questi rischi, “i sistemi che si avvalgono dei contributi satellitare sono fondamentali, e non solo per identificare il danno, definire la mappa di rischio e la valutazione, ma anche per la comprensione di quale possa essere l’evento peggiore”. 
Oltre all’intervento di Guidoni, il panel ha messo a confronto una serie di esperienze di operatori tecnologici e assicurativi, con gli interventi di Giovanni Poccobelli, chief data and analytics officer di Revo, Gaetano Volpe, ceo di Latitudo 40, Sergio Samarelli, cto di Planetek Italia e Fernando Nardi, co-founder e presidente di Griddit.

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