GEOPOLITICA E CLIMA MODELLANO GLI INVESTIMENTI
Stati Uniti e Cina sono gli attori principali da tenere d’occhio: dalle loro mosse dipenderà molto del futuro dei mercati globali. le banche centrali restano impegnate nel contenere l’inflazione. Il punto di vista degli economisti di Deutsche Bank
11/09/2023
Al centro delle strategie degli investitori istituzionali nei prossimi mesi restano saldi i rischi più temibili, a partire dalla geopolitica e dalle mosse delle banche centrali, che rappresentano i principali driver di mercato, secondo l’ufficio investimenti di Deutsche Bank.
Le tensioni tra Stati Uniti e Cina sono al centro della scena, con la guerra della Russia in Ucraina che passa, dal punto di vista dei mercati, in secondo piano. “Le recenti sanzioni e restrizioni agli investimenti nel settore tecnologico imposte alla Cina dagli Stati Uniti e da alcuni dei loro alleati, insieme al dibattito sulle relazioni future e sulle priorità strategiche tra i governi del G7, stanno pesando sulla performance dell’azionario cinese”, ha commentato recentemente il chief investment officer della banca Christian Nolting.
Ma si diceva dell’inflazione, che nella maggior parte dei mercati sviluppati non è ancora scesa ai livelli target previsti dalla politica delle banche centrali (2-3% circa), pertanto non si può escludere un ulteriore inasprimento della politica monetaria che, in realtà, è abbastanza probabile in Europa.
RIFLETTORI PUNTATI SULL’INFLAZIONE
Le banche centrali devono essere in grado di rispettare i loro mandati, bilanciando la necessità di alzare i tassi per combattere l’inflazione con il rischio di spingere l’economia in recessione. Secondo Nolting, venute meno le recenti turbolenze sui mercati, i riflettori restano comunque puntati sull’inflazione elevata, mentre l’attività economica e il mercato del lavoro si mantengono sostanzialmente solidi, facendo crescere i profitti.
Del resto, come spiega il cio di Deutsche Bank, gli investitori non fanno altro che cercare l’equilibrio: “le decisioni tattiche – dice – basate su movimenti di mercato a breve termine non sono una fonte sostenibile di performance”, ma devono avvenire nell’ambito di un’asset allocation strategica che si basa “su una valutazione più ampia del cambiamento strutturale economico”.
SOFFRE L’INDUSTRIA, AUMENTA L’INSOLVENZA
Le previsioni di Deutsche Bank parlano di tassi di riferimento per la Fed che raggiungeranno presto un picco, seguiti dal tasso sui depositi della Bce, che toccherà il valore massimo, ma più tardi rispetto alla Federal Reserve. Tuttavia, la possibilità di ulteriori rialzi spingerà ancora all’incremento i rendimenti dei titoli di Stato. “La nostra previsione centrale – sostiene Nolting – vede rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni al 4,20%, e rendimenti dei Bund a 10 anni al 2,80% a fine giugno 2024, ma nel frattempo potrebbero toccare valori anche più elevati”.
Brutte notizie per le aziende, giacché i primi segnali di rallentamento dell’economia suggeriscono per il futuro “un’elevata probabilità di un aumento dei tassi d’insolvenza”. La debolezza nel settore industriale delle economie mature potrebbe non essere compensata dalla ripresa nel settore dei servizi, temono gli economisti di Deutsche Bank. “In alcuni settori dei mercati finanziari – sottolineano – si teme che gli effetti ritardati del ciclo rialzista potrebbero tradursi in una recessione”.
ALIMENTARE, NUCLEARE: TUTTO SI TIENE
L’altro rischio sistemico da considerare è quello climatico, che implica un potenziale impatto sui prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia. Il cambiamento climatico ha rappresentato un “fattore significativo” nell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia per tutto lo scorso anno. Le responsabilità devono essere ricercate nelle inondazioni in Pakistan e in India e nella siccità nell’Europa meridionale, che ha contribuito alla riduzione dei raccolti e alla scarsa produzione di energia delle centrali nucleari francesi. Nell’anno in corso, la siccità si è ripresentata in Europa, Africa, Nord America e Argentina, mentre le inondazioni si sono verificate già in Europa meridionale, Africa, Australia e Malesia. Questi eventi potrebbero contribuire nuovamente alla scarsità dei raccolti e far aumentare la domanda di combustibili fossili per compensare la carenza di energia nucleare e idroelettrica, alimentando così le pressioni inflazionistiche e peggiorando gli effetti del cambiamento climatico. A fine luglio, su questa situazione già tesa, si è abbattuta anche la crisi del grano ucraino, dopo la disdetta dell’accordo da parte della Russia.
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