UN SETTORE ATTREZZATO AD ASSORBIRE GLI SHOCK
Per i riassicuratori il Covid-19 si è abbattuto sulle performance a breve termine dei principali player, ma secondo le stime di Swiss Re, il settore riuscirà a ripartire molto più velocemente rispetto all’economia reale, ed è ben attrezzato per rispondere a eventi di questa portata
28/09/2020
La pandemia Covid-19 scatenerà la recessione più profonda dagli anni 30 e porterà a una contrazione del Pil globale di circa il 4% nel 2020. Le stime sono di Swiss Re, contenute nell’ultimo rapporto Sigma, che per quest’anno prevede una diminuzione significativa della domanda di assicurazione soprattutto nel settore vita (dove si ipotizza una contrazione del 6% del volume di premi) e in misura minore nel danni (-0,1%).
L’IMPATTO SUL BREVE TERMINE
Lo stesso riassicuratore svizzero ha patito l’impatto del Covid-19, che ha pesato enormemente sui suoi conti: nel primo semestre 2020 Swiss Re ha dovuto accantonare 2,5 miliardi di dollari, il che ha determinato una perdita di circa 1,1 miliardi di dollari; una parte significativa degli accantonamenti è dovuta ai claim di cancellazione eventi: il riassicuratore ha già sborsato 476 milioni di dollari a copertura dei danni. Le richieste di risarcimento per la cancellazione di eventi si sono abbattute anche sui conti di un altro riassicuratore globale, Munich Re, che ad aprile ha rivisto i propri target finanziari a 2020 (inizialmente fissati in circa 2,8 miliardi di dollari).
Ma sarà tutto il settore riassicurativo a risentire della pandemia. Secondo l’ultimo Reinsurance Outlook di Aon, pubblicato a luglio, nel 2020 ci sarà un generale calo dei premi dell’industry. A soffrire di più sarà il business auto, in contrazione a causa del calo delle percorrenze, mentre nelle property lines Aon ritiene che il principale rischio consista nella capacità dei clienti di pagare i premi. La previsione è che l’impatto economico sia variabile in base alle dimensioni del business, il che significa che gli assicuratori che si concentrano su segmenti fortemente colpiti (piccole imprese) potrebbero subire riduzioni maggiori, mentre quelli che si concentrano sui segmenti dei beni personali o commerciali potrebbero avere un impatto relativo. Aon ha infine evidenziato, sulla base delle stime della Iata, il crollo dei premi totali relativi al settore aviation, a causa delle riduzioni (potenzialmente superiori al 50%) del volume dei biglietti venduti per l’anno in corso.
LA RIPRESA NEL 2021
Nel complesso, tuttavia, la previsione di lungo respiro è cautamente ottimista: l’industry assicurativa, scrive Swiss Re nel report Sigma, “uscirà da quella che probabilmente sarà una recessione di breve durata, per riprendere la crescita dei premi nel momento in cui l’economia entrerà una fase di più prolungata di ripresa”, che potrebbe arrivare già nel corso del 2021. Secondo Jerome Jean Haegeli, capo economista di Swiss Re, “l’entità delle perdite dei premi sarà simile a quella osservata durante la crisi finanziaria globale nel 2008, anche se la contrazione economica di quest’anno del 4% circa sarà molto più grave. A differenza di quanto avverrà nell’economia globale, prevediamo una ripresa a V dei premi assicurativi, una dimostrazione notevole considerando che il mondo è attualmente alle prese con la recessione più profonda di sempre”.
Sempre lo studio di Swiss Re evidenzia che il settore assicurativo “è stato ben capitalizzato prima della pandemia – si legge nel report – e noi crediamo che assorbirà lo shock del Covid-19 sugli utili”. Non è però possibile ancora quantificare quale sarà il peso dei potenziali sinistri nel settore danni. Una valutazione effettuata facendo la media da fonti diverse indica questa cifra in 55 miliardi di dollari, “ben al di sotto del recente anno record per le perdite da catastrofi naturali”, osserva il riassicuratore. Solo per citare un caso, nel 2005 il solo impatto dell’uragano Katrina ha generato perdite per circa 90 miliardi di dollari che l’industry è stata in grado di assorbire. Le vere sfide, secondo Swiss Re, saranno quelle relative alla redditività. “I ritorni sugli investimenti rimarranno contenuti, così come i tassi di interesse rimarranno bassi ancora a lungo”. Nel settore vita, in particolare, “il calo delle vendite e delle fee connesso alle minori interazioni personali dovute al lockdown probabilmente peseranno anche sui profitti quest’anno”.
ACCELERATI I CAMBI DI PARADIGMA
D'altra parte, osserva ancora Swiss Re, il Covid-19 ha colpito in un momento di indurimento dei tassi nel non-vita, “e ci aspettiamo che questa tendenza continui, in particolare nelle commercial lines, man mano che il capitale diventa più scarso”. Questo, e il previsto rimbalzo della domanda assicurativa dovrebbero sostenere i guadagni sul lungo termine. Inoltre, la maggiore sensibilità per il tema salute, ma anche i segni concreti della crisi economica, secondo il report Sigma, “aumenteranno la consapevolezza del rischio, con l'effetto di aumentare la domanda su molte linee di business, anche per soluzioni pandemiche”. Lo shock del Covid-19 probabilmente accelererà anche altri cambiamenti di paradigma, “come la revisione delle catene di approvvigionamento globali per mitigare i futuri rischi disruptive per le imprese”, così come si potrà osservare “un rafforzamento dei trend di digitalizzazione nella vita personale e lavorativa, che potranno stimolare lo sviluppo accelerato di nuovi prodotti e servizi assicurativi”.
OLTRE LA CRISI, LE OPPORTUNITÀ
Nei prossimi anni, dunque, le principali opportunità di business potrebbero essere legate ai mutamenti che l’emergenza coronavirus ha generato nella popolazione. Come ha osservato il ceo di Munich Re Italia, Andreas Moser (intervenuto a giugno in un evento web di Bene Assicurazioni) nell’industry c’è la consapevolezza che “dopo una crisi emergono anche delle nuove opportunità”. Bisogna imparare a osservare la realtà: le tensioni sociali che la pandemia ha contribuito a fomentare in questi ultimi mesi possono trasformarsi in nuove richieste di polizze. “Abbiamo letto tutti le notizie delle proteste esplose negli Stati Uniti e in Europa: penso – ha affermato Moser – che questa situazione possa incrementare la domanda di protezione di clienti come piccole imprese ed esercizi commerciali”. C’è il tema del cambiamento climatico, rimasto un po’ in ombra nei mesi della pandemia, che tuttavia tornerà improvvisamente d’attualità durante la fase di ripresa. “Tutte le misure prese dalle autorità nazionali e internazionali – ha osservato – prestano attenzione al tema della sostenibilità ambientale: tanti fondi andranno a finanziare settori in prima linea nella lotta al cambiamento climatico, che potranno così registrare crescite considerevoli nel volume di affari e percepire nuove esigenze di protezione”. Infine il cyber risk, tema centrale in una fase di digitalizzazione spinta per consentire alle imprese di proseguire le attività anche durante i mesi di lockdown. “Credo che parecchie società siano state costrette a implementare in fretta nuovi sistemi IT, badando poco alla sicurezza informatica”, ha concluso Moser.
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