ANCHE I PERITI CAMBIANO
Tecnologie digitali, privacy e rischio informatico. Un mix di minacce e opportunità coinvolge l'intera categoria peritale. Riuniti a Lazise, i loss adjuster italiani hanno condiviso le prospettive future del cambiamento. Con una certezza su tutte: il nuovo mercato assicurativo ha ancora bisogno di loro
03/09/2018
👤Autore:
Alessandro Giuseppe Porcari
Review numero: 56
Pagina: 56
☁Fonte immagine: metamorworks – iStock
Nuovi rischi e nuove tecnologie. L’onda dell’innovazione si abbatterà sui periti senza che la categoria possa opporre resistenza. Uno scenario che secondo Giorgio Zappa, attuale presidente della confederazione Periti Uniti, rappresenta “una minaccia per molti e una opportunità per pochi”. Detto altrimenti: si salverà solo chi saprà adattare la propria professionalità alle mutevoli esigenze del mercato. Non è l’apocalisse, anzi. Il presidente ha invitato la categoria a superare qualsiasi pigrizia verso il cambiamento. Zappa ha introdotto il rinnovato appuntamento a Lazise, sulla sponda veronese del Lago di Garda, dove i periti di tutta Italia si sono riuniti il 14 e 15 giugno per il convegno Innovazione e servizio al cliente, gestione sistematica dei sinistri più complessi: stato dell’arte e sviluppi prospettici. Ancora divisi tra più realtà associative, ma di fatto uniti, i presidenti Aldo Baggioli (Anpre), Aldo Rebuffi (Assit), Gino Attilio Timo (Collegio lombardo periti), Aurelio Vaiano (Aipai), hanno mostrato il comune desiderio di confluire presto in un’unica associazione rappresentativa dell’intera categoria. Mauro Tamagnone di Periti Uniti e Maurizio Grandi, amministratore delegato di Cersa hanno ricordato il valore del cammino fatto in questi anni da una professionalità che ha sentito e sente ancora il bisogno di essere normata, certificata e continuamente aggiornata, attraverso corsi di formazione, realizzati in autonomia o con la collaborazione di Cineas.
UN NUOVO RUOLO
I rischi aumentano, si evolvono e creano nuovi spazi professionali per i periti. La normativa europea sulla privacy spingerà il settore peritale verso maggiori competenze in merito alla responsabilità sulla protezione dei dati. Non solo. Chatbot, oggetti connessi, data&analytics, sensori, interfacce utenti sono solo alcuni dei nuovi strumenti che impatteranno sul lavoro dei loss adjuster, vista la rapida diffusione nel mercato assicurativo. Per rispondere a questi cambiamenti, serve una rivalutazione delle competenze tecniche, che porteranno le compagnie a valorizzare i periti come “rilevatori di rischi”. Ne è convinto Massimo Michaud, presidente di Cineas, che ha sottolineato come l’esperienza nella gestione dei sinistri lascerà ai periti un ruolo centrale anche nel nuovo business assicurativo. A condizione che la categoria sappia rinnovarsi con la stessa velocità delle compagnie e delle insurtech. Non si tratta solo di adattarsi all’uso dei nuovi strumenti, ma di rendere la tecnologia un’alleata, piuttosto che una temibile concorrente. Come nel caso dei rischi cyber, che rendono necessarie nuove competenze nella gestione e valutazione degli attacchi informatici. “Molti non conoscono le vulnerabilità dei propri sistemi informatici e nemmeno il reale valore degli asset a disposizione” ha detto Mirco Marchetti, docente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Occorrono quindi professionisti, opportunamente formati, da dedicare ad attività di monitoraggio continuo dei rischi, in un processo complicato e spesso oneroso.
TUTTO RUOTA ATTORNO AL DATO
Un tema centrale nel rapporto tra compagnie e periti è come trasformare l’immenso patrimonio di dati acquisiti in ambito peritale, in effettiva conoscenza e valore. Una tavola rotonda, moderata da Andrea Agazzani e Alfredo Ferraris di Periti Uniti, ha messo a confronto periti e assicuratori. Luigi Gastaldi responsabile specialisti non auto, direzione sinistri del gruppo Itas ha ricordato che, rispetto al passato, la novità è che i nuovi sistemi informatici consentono di utilizzare i dati raccolti anche nei rami elementari. “Da dieci anni – ha detto Gastaldi – si parla di uniformità dei dati tra periti e compagnie; se questo non dovesse avvenire presto, le compagnie potrebbero anche rivolgersi a consulenti più veloci”. Inoltre, per i sinistri più semplici, è possibile che i periti siano scavalcati, perché non esiste più un valore aggiunto che il lavoro umano può dare. Secondo Gastaldi, la prospettiva è che la tecnologia toglierà ai periti “fette di lavoro meno nobile”. Del resto, ha evidenziato Alberto Valenti, managing partner director di Accenture consulting financial services insurance, la rapidità con cui le insurtech si stanno affermando fa leva sulle nuove tecnologie: device perennemente connessi consentono la raccolta dei dati in tempo reale. Come a dire che qualsiasi lentezza o ritardo nella condivisione dei dati sta diventando insostenibile. Eppure, l’uso del mobile nel lavoro peritale fa ancora fatica ad affermarsi nell’accertamento del danno, anche se Giuseppe Lauria responsabile fiduciari non auto di Generali, ha sottolineato che si tratta di una evoluzione inevitabile. “Per le compagnie – ha detto Lauria – lo sviluppo di tecnologie digitali nella gestione dei sinistri è un’esigenza. Allo stesso tempo, la diffusione della videoperizia dimostra che gli assicurati sono già maturi per il cambiamento”. Ai periti, Lauria ha consigliato di non essere semplicemente dei tecnici, aumentando l’offerta dei servizi che possono offrire. La categoria sembra tuttavia consapevole di questa esigenza. “I periti hanno capito che la staticità del ruolo non paga” ha detto Luigi Moriondo dell’ufficio controllo e gestione dei fiduciari, direzione sinistri di Reale Mutua. Tuttavia, Moriondo ha messo in guardia i periti da una evoluzione costruita rinunciando alla perizia tradizionale. Infine, nel rapporto tra periti e compagnie, cresce la necessità di creare banche di dati peritali, per identificare attività fraudolente. La privacy è a rischio? Nessun problema, anche alla luce delle stringenti tutele del Gdpr: “basta privare le informazioni di qualsiasi componente personale, utilizzandole solo come dati statistici”, ha garantito Roberto De Sortis, cofounder di Bl4ckSwan.
Quanto ai rapporti con l’Ania, Riccardo Campagna, vice presidente di Periti Uniti, ha concluso la giornata di lavori con un intervento dedicato all’esito delle prime esperienze del nuovo accordo di coassicurazione indiretta nelle polizze rami elementari.
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