DAI BROKER UN SUPPORTO ALLA TRANSIZIONE ESG
L’attuale attenzione delle aziende verso la sostenibilità è dettata dall’adesione ai principi tanto quanto dall’esigenza di conformità alla norma e ai requisiti richiesti dal mercato. Il passo verso il cambiamento è più difficile per le imprese meno strutturate, ma le competenze degli intermediari nel fornire consulenza possono avere un ruolo anche in questo ambito
20/03/2024
Il controllo esercitato dalla normativa europea, e quindi l’esigenza per le imprese di ogni settore industriale di adeguamento ai principi Esg, ha prodotto i suoi effetti dapprima sulle multinazionali e sui grandi gruppi industriali e poi, a cascata, sulle aziende di medio/grandi dimensioni.
Il raggiungimento della sostenibilità integrata nel proprio modello di business costituisce un obiettivo primario per molte aziende per tutta un serie di fattori tra i quali, non ultimo, la consapevolezza dell’urgenza di un allineamento alla rapida evoluzione nel modo di creare valore per l’azienda e per la società. Il nostro paese sembra essere sulla buona strada, e i principi Esg sono stati colti da molte aziende italiane.
Secondo l’Esg Outlook 2023 di Crif, le piccole e medie imprese risultano il segmento che ha più bisogno di supporto verso la transizione sostenibile e, se alcuni settori si stanno allineando più velocemente (l’immobiliare per il fattore ambientale “E”; il farmaceutico per i fattori sociale “S” e governance “G”), altri fanno più fatica, a causa del forte impatto economico legato ai costi da sostenere per adeguarsi a un’economia più sostenibile. I settori ad alta intensità energetica, ad esempio, necessitano di investimenti significativi sotto il profilo ambientale, con costi annui attesi nell’ordine del 3-8% del fatturato.
È oggi improcrastinabile, comunque, per le imprese, prendere coscienza dell’importanza del proprio impatto su ambiente e società, così come è fondamentale comprendere e pianificare gli investimenti a medio o lungo termine necessari per raggiungere vantaggi competitivi, reputazionali e migliorativi delle performance dell’azienda, connessi alla transizione verso modelli sostenibili.
Personalmente, confido in una concreta accelerazione nella consapevolezza degli imprenditori riguardo alla necessità e urgenza di investimenti sostenibili e responsabili per allinearsi al cambiamento e alla realtà circostante, non solo nel loro specifico settore economico o geografico.
UN’OPPORTUNITÀ DI INNOVAZIONE E SVILUPPO
Dal mio punto di vista, l’Esg è un’opportunità di valorizzazione dell’azienda per gli investitori e per la società, l’integrazione del dato finanziario con quelli di impatto ambientale, sociale e di buon governo.
Seppure, nel multiforme panorama italiano di Pmi, risulta che le imprese che stanno investendo per evolvere in un’ottica Esg compliant non sono ancora la maggioranza, già oggi l’attrattività e la valorizzazione dell’azienda sono strettamente connesse alla sua adesione a un percorso di strategia aziendale che corrisponda ai principi Esg.
Inoltre, l’adesione alla sostenibilità modifica i rapporti tra imprese: da relazioni di fornitura a relazioni di partnership. Interscambio di innovazione dei processi e condivisione di best practice costituiscono una grande opportunità per l’imprenditore e i propri stakeholder.
Già oggi le aziende Esg compliant si rivolgono in via prioritaria a quelle che, a loro volta, hanno intrapreso il processo di transizione verso modelli sostenibili. Ritengo che le Pmi che vogliono mantenere e accrescere la propria posizione di mercato come attori della supply chain, siano chiamate ad agire con maggior velocità per allinearsi ai principi Esg.
UNA VISIONE PIÙ AMPIA E CONSAPEVOLE
Gli intermediari, e in particolare i broker assicurativi, hanno un ruolo strategico che richiede, data la complessità dei temi da affrontare, un impegno costante di aggiornamento per poter fornire consulenza al cliente impresa.
La consulenza del broker deve oggi essere intesa in una più ampia accezione: risk management per la corretta valutazione del trasferimento del rischio, consulenza in ottica dei criteri di sostenibilità e, non ultimo, verifica nel mercato assicurativo dei prodotti che corrispondono ai principi di sostenibilità.
La conoscenza diretta delle esigenze delle imprese pone il broker nella condizione di poter essere ambasciatore del cambiamento, diffondendo cultura promuovendo presso le aziende soluzioni che abbiano profili di sostenibilità e indirizzando l’offerta assicurativa verso i mercati orientati ad accogliere i princìpi Esg.
Stiamo già assistendo all’impatto significativo dei fattori Esg sul settore assicurativo, e gli intermediari nel loro ruolo di congiunzione tra clienti e compagnie, hanno un compito non certo secondario e di grande responsabilità anche per la complessità del tema.
SERVONO FORMAZIONE E COLLABORAZIONE CON LE COMPAGNIE
La trasformazione passa attraverso formazione e revisione dei processi, dove tecnologia e collaborazione tra gli attori della filiera assicurativa sono elementi essenziali al raggiungimento dell’obiettivo di transizione omogenea verso la sostenibilità.
Tutto questo impone, in capo a ogni intermediario, un impegno di formazione costante, e una grande proattività, oltre che conoscenza e consapevolezza del cambiamento in atto.
Se molto è stato realizzato grazie all’evoluzione, anche normativa, la strada è ancora lunga.
In particolare, lato mercati assicurativi, il moltiplicarsi di attività, di prodotti e servizi connessi a nuovi rischi e l’interconnessione tra questi, richiede uno sforzo comune notevole per effettuare la transizione.
È evidente come non sia banale concretizzare in regole e norme il paradigma Esg, che deve tradursi in modelli organizzativi delle imprese e in obblighi di comportamento per gli operatori, broker e compagnie. Auspico che l’obiettivo venga perseguito dagli organi di controllo del nostro settore e sotto i profili normativi, con regole che promuovano e premino comportamenti virtuosi e non si limitino a moltiplicare procedure e adempimenti in capo agli operatori.
In quest’ultimo caso, il rischio sarebbe quello di un’osservanza formalistica e meccanica della norma che non porterebbe i benefici di un’integrazione, concreta e consapevole, dei principi dei Esg nel nostro settore di riferimento e nel mondo delle imprese assicurate.
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