UN APPROCCIO SINTETICO PER LA PROGETTAZIONE DELLA PERIZIA

Per applicare con profitto il metodo scientifico, è necessario raccogliere nel teatro dell’evento più dati documentati possibili, frutto della competenza del perito, riuscendo a separare il valido dal plausibile

UN APPROCCIO SINTETICO PER LA PROGETTAZIONE DELLA PERIZIA
Autore: Aldo Rebuffi, consigliere di Aipai Numero Review: 101 Pagina: 16-17
Negli ultimi 50 anni fabbricati, macchinari e merci hanno avuto un grande sviluppo tecnologico. Sono cresciute la consapevolezza del rischio e le misure per limitarlo su impulso prevalente di normative nazionali e internazionali. La liquidazione di un danno di magnitudo grande o piccola a un fabbricato, soggiace a questa realtà. 
La conoscenza delle norme così numerose e varie, rendono il perito inadeguato se non pone in atto costose iniziative interdisciplinari con più soggetti competenti a lui riconducibili, conservando la regia del processo liquidativo. Con questo gran traffico di conoscenze, norme, tecniche, innovazioni, interdisciplinarietà, è necessario un vigile urbano per disciplinarlo. “Studiare da perito” significa prendere in considerazione delle questioni: pensarvi e inquadrarle, leggerne l’avviamento alla soluzione e rifarlo diventare problema. Provare ogni dubbio su casi particolari e concreti, tornare al generale per ricontrollare se tutto quadra. Solo questo atteggiamento, a qualsiasi livello si trovi il perito, riesce fruttuoso e può permettere di imparare con poca memoria la grande massa di nozioni e comunicazioni e soprattutto d’imparare a tessere il proprio filo solido che guiderà dai fatti nuovi alle nozioni vecchie. Qui ci si limita a cenni paragonabili a consigli di buon ragionare e a essi seguono esempi applicativi che possono servire a farne capire i motivi e soprattutto a suggerire l’uso del metodo scientifico. Per applicare con profitto il metodo scientifico, è necessario raccogliere nel teatro dell’evento più dati documentati possibili, frutto della nostra competenza. Si tratta di separare il valido dal plausibile. Prendiamo il caso di un sinistro d’incendio economicamente importante, ma semplice nella sostanza. Una sola tipologia di merce bruciata quasi completamente, e un complesso di fabbricati che la conteneva. Su una prima riga si riportano gli obblighi previsti dal mandato, trasferendo i segni del testo in una forma grafica più consona (vedi tabella). 
Seguendo il primo ramo dell’albero della perizia, si incomincia a indicare le attività necessarie applicando il metodo scientifico per ottenere risposte corrette alle diverse ipotesi possibili. Le migliori risposte traggono sostanza dalla conoscenza tecnica per quanto riguarda il primo e il secondo quesito del mandato circa la causa e le circostanze dell’evento, e il confronto tra la realtà del rischio (natura, tipologia e gestione) e la sua descrizione in polizza. L’estimo assicurativo per quanto riguarda la stima e la liquidazione del danno alle partite e garanzie colpite riguarda invece l’ultimo quesito che chiude in sintesi con un numero il lavoro precedente. Tra la fase tecnica e quella dell’estimo è posto il tema dell’accertamento dell’esistenza degli enti illesi, distrutti o danneggiati e ciò riguarda una tecnica diversa, quella peritale vera e propria che di volta in volta sceglie, per la risoluzione dei problemi, l’azione più semplice, economica e condivisibile. Come verificare l’esistenza di una merce o un macchinario distrutti e non riconoscibili? O di un bene rubato dai ladri? O riconoscibile in parte attraverso elementi tangibili? 



UN ESERCIZIO PER MIGLIORARE LA PROPRIA PROFESSIONALITÀ

Il risultato finale di questo lavoro sarà dato dal riempimento di tutte le caselle costruite con il medesimo processo, dove oltre all’estimo assicurativo si sono applicati criteri condivisi di valutazione e accertamento diretto dell’unica tipologia di merce esistente, collegando direttamente, per economia di tempo e denaro, le quattro fasi: smassamento, accertamento con conta o valutazione, recupero e sgombero con alienazione dei residui dell’evento, superando ragionevolmente e consapevolmente l’obbligo contrattuale della conservazione dei residui, che in questo caso costituirebbe solo un vuoto formalismo di intralcio alla ripresa dell’attività. In un modesto danno da incendio in una officina meccanica per la riparazione di autoveicoli di terzi nei processi logici sarebbe cambiato qualcosa? Assolutamente no! Questo modo di rappresentare su carta o su video il nostro pensiero e le nostre scelte su basi logiche per qualsiasi danno irrepetibile, costituisce un esercizio formidabile per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del perito, bravo e adeguato nel piccolo, come nel grande, con la rapidità di chi sa. Ritornando alla figura del vigile urbano, sarà possibile, come auspicato nel convegno Aipai di Parma del settembre 2022, trovarsi in un tavolo terzo e autorevole tra periti e assicuratori per discutere di questi temi, anche con l’intervento puntuale e necessario del mondo accademico, delle istituzioni e delle imprese? 

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