MISURE A LUNGO TERMINE
L'incognita Brexit, la crisi di fiducia con i cittadini, l'impegno di Solvency II. Governo e regolatore concordano sulla possibilità di affrontare queste sfide rimuovendo i limiti all'investimento e minimizzando l'instabilità nel breve periodo
22/09/2016
L’ottimismo anima istituzioni e regolatore, nel nuovo quadro socio-economico. Nel corso della relazione annuale dell’Ania, che si è tenuta a Roma lo scorso luglio, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, quello per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda e il presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, si sono dichiarati concordi sul fatto che le incertezze e la volatilità, data soprattutto dalla Brexit, si possano superare grazie ai fondamentali della nostra economia. Nel 2015 il Paese è cresciuto dello 0,8%, spinto dalla ripresa dei consumi interni, dall’export, e dai programmi di investimento da parte delle imprese. E, nonostante il quadro di incertezza attuale, lo sguardo è rivolto al futuro.
UK FUORI DALL’UE: ATTENTI ALLA PARALISI
“Se gli inglesi (e non gli scozzesi) – sottolinea il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan – hanno votato per uscire dall’Ue, il resto dell’Europa deve andare avanti”, e indica come priorità gli investimenti a lungo termine, per il sostegno all’economia reale, e l’immigrazione che “può diventare anche un’opportunità”.
Sul tema del Regno Unito fuori dall’Europa, l’invito del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, è quello di evitare il pericolo della paralisi della Commissione europea dopo il referendum inglese: “Anche se la direzione deve essere data dagli Stati fondatori, la palla resta alla commissione e, se non chiariamo lo scenario – avverte – la Brexit diventa un rischio”.
INVESTIMENTI E STABILITÀ
In Italia, secondo il Governo, banche e assicurazioni restano i due pilastri a sostegno dell’economia e “devono dare un grande contributo alla crescita del Paese”. Per superare l’incertezza, secondo Padoan, vanno favorite misure a lungo termine: “bisogna rimuovere i limiti all’investimento, ma anche costruire pacchetti e progetti facilmente finanziabili, convogliando risorse nel settore infrastrutturale con strumenti finanziari adeguati”.
A breve, invece, va minimizzata l’instabilità, attraverso “misure specifiche, tra cui – ricorda il ministro dell’Economia – lo strumento precauzionale per la liquidità, che è a disposizione, se necessario”.
A oggi, le imprese assicurative detengono investimenti per quasi 700 miliardi (il 42% del Pil), collocati soprattutto in titoli del debito pubblico (280 miliardi), ma la tendenza futura sarà di optare per strade alternative con il duplice obiettivo di accedere a nuove forme di rendimento e veicolare il risparmio degli italiani verso la crescita del Paese, sostenendo, in particolare, le Pmi in difficoltà.
Sulla volontà del comparto di destinare 560 miliardi di euro nell’economia reale, concorda anche l’Ivass. Il nuovo regolamento in materia, ora in consultazione, elimina i vecchi limiti per le imprese assicurative, in tema di investimenti non tradizionali, consentendo a queste ultime di convogliare risorse verso le Pmi. “È necessario trovare strumenti alternativi – afferma Rossi – e parallelamente definire il quadro regolatorio. Poi, saranno le compagnie a decidere in autonomia”.
PIÙ SEMPLICITÀ PER RIDURRE LA SFIDUCIA
I fattori di rischio non sono solo l’instabilità e l’incertezza, ma anche il clima di scarsa affidabilità. “Dobbiamo superare – conferma Calenda – quel muro di sfiducia che oggi c’è tra istituzioni, imprese e cittadini, attraverso una maggiore informazione e un patto etico; in particolare, nell’Rc auto, costruendo una cultura della legalità nell’assicurato, e di maggiore trasparenza nelle compagnie”. La mancanza di fiducia, secondo il ministro, rischia di far saltare anche il Ttip (trattato transatlantico tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti), minato dall’assenza di “delega verso una governance certa che sta distruggendo la politica commerciale europea”, e di trasformare l’opportunità big data in un incubo per gli Italiani, da superare con un’informazione chiara.
Dello stesso avviso, il presidente Ivass, Salvatore Rossi, che sintetizza il problema in due parole chiave: trasparenza e semplicità. Il richiamo è alle mille pagine di prospetto informativo che rendono difficile la vita dell’assicurato. “Abbiamo portato a tre pagine la nota sull’Rc auto – conclude – e questo, oltre a essere un salto fondamentale, rappresenta il primo presidio di una giusta tutela dei cittadini”.
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