GAA CATTOLICA, L’UNITÀ HA BATTUTO I DISSAPORI
L’uscita di scena di Minali, le tensioni nella governance della compagnia, la fusione con Uni-One, il congresso rimandato per l’emergenza Covid-19. Sono stati 14 mesi molto intensi quelli vissuti da Donato Lucchetta alla guida della rappresentanza
12/05/2020
Con oltre 70 anni di storia alle spalle, il Gaa Cattolica (Gruppo aziendale agenti Cattolica) è il gruppo storico degli agenti della compagnia veronese. Attualmente conta circa 800 iscritti e 550 agenzie, diffuse in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, eredità dell’attività di ampliamento della rete messa in campo da Cattolica Assicurazioni nei primi anni 2000. Dal febbraio 2019 il presidente del gruppo è Donato Lucchetta, eletto nel corso di un congresso straordinario indetto in seguito alle dimissioni di Fabrizio Fabris, che aveva lasciato la carica qualche mese prima. Lucchetta è arrivato alla presidenza dopo che per molti anni è stato il vice presidente di Bruno Coccato, che a sua volta aveva guidato il gruppo per 12 anni.
“Il nostro – spiega Lucchetta – è un gruppo consolidato, storicamente con strette relazioni con la mandante. Trattandosi di una società cooperativa, che già nel proprio statuto esprime particolari valori che guardano oltre il mero profitto, anche gli agenti, pur essendo molto eterogenei, hanno assimilato la vocazione di Cattolica, che ha uno spirito un po’ diverso dalle altre società assicurative”.
IL CONGRESSO RINVIATO
Nonostante sia presidente solo da poco più di un anno, il mandato di Lucchetta è in scadenza: lo statuto dell’associazione prevede che la durata della carica di presidente sia residuale rispetto al mandato originario (quello di Fabris, a cui Lucchetta è subentrato). La rappresentanza avrebbe dovuto celebrare il congresso ordinario elettivo lo scorso 2 aprile, ma come moltissimi eventi anche questo appuntamento è stato rinviato a data da destinarsi, a causa dell’emergenza Covid-19. Il bilancio che Lucchetta traccia di questi 14 mesi alla guida della rappresentanza è positivo. Va sottolineato come in questo breve lasso di tempo sia accaduto di tutto: l’uscita di scena dell’amministratore delegato Alberto Minali, le tensioni in seno alla governance della compagnia, e ora il coronavirus. “I rapporti con la mandante – afferma Lucchetta – sono sensibilmente migliorati, sebbene non si siano mai davvero incrinati, però in passato ci sono stati momenti di tensione. In questo momento c’è ampia condivisione per quanto riguarda strategie, supporti agli agenti, rispetto reciproco”. A proposito delle fibrillazioni al vertice e tra gli azionisti di Cattolica, Lucchetta auspica che si risolvano nel più breve tempo possibile. “Cattolica – sottolinea – è una compagnia molto solida. Stava prendendo un indirizzo che definirei futuribile, ora sta tornando sui suoi passi, e in questo modo sta garantendo stabilità ed equilibrio. Io ho piena fiducia nel modello cooperativo. Certamente è giusto guardare al mercato, ma finalizzare tutto all’utile, alla finanza, non è una cosa che appartiene a una società con queste radici e con questi valori”.
Donato Lucchetta, presidente del Gaa Cattolica
CAVALCARE LA DIGITALIZZAZIONE
Lo scenario per i prossimi anni presenta una situazione estremamente incerta a causa delle conseguenze della pandemia di Covid-19. A cambiare non sarà solo il mercato assicurativo, ma l’intera società. Il punto fermo però, sottolinea Lucchetta, “è l’impianto prospettico in cui la digitalizzazione, nell’accezione non dello strumento ma della mentalità, penetrerà ancora di più nelle nostre vite. Il mondo assicurativo si deve evolvere, senza perdere le competenze specifiche, che devono essere salvaguardate e che sono l’unico baluardo alla tutela dei clienti stessi a fronte di prodotti che, gioco forza, sono costruiti in modo standardizzato e attorno a logiche industriali”. In questo senso, secondo Lucchetta gli agenti non devono contrastare la digitalizzazione, ma cavalcarla, altrimenti ne resteranno sommersi. Con i dovuti presidi, non bisogna avere il timore di essere disintermediati, “perché la relazione costruita con il cliente si mantiene solida anche grazie agli strumenti digitali”, mentre nei confronti della compagnia l’intermediario può far valere la sua conoscenza del cliente, perché ad esempio “i dati, che senza l’agente sarebbero spersonalizzati, con il nostro contributo acquistano valore”.
Anche la drammatica situazione di emergenza che stiamo vivendo, è meno traumatica grazie alle tecnologia. “La mia agenzia – rivela – sta lavorando da due mesi in smart working, ma il contatto non è meno umano: anche una video chiamata ci consente di interloquire guardandoci in faccia. Grazie agli strumenti messi a disposizione dalla compagnia abbiamo la possibilità di fare consulenza al cliente, effettuare il collocamento di un prodotto a distanza, condividere i documenti, effettuare i pagamenti, attivare le coperture. È solo questione di metodo, l’approccio non è cambiato, e la nostra rete agenziale deve continuare a evolvere sotto a questo aspetto”.
UN GRUPPO PIÙ UNITO
Con il direttivo, dice Lucchetta, “c’è una sinergia operativa totale”. Oltre alla cabina di comando classica (presidente, ufficio di presidenza, giunta e direttivo) il gruppo agenti ha individuato tre referenti per altrettante macro-aree (nord, centro e sud Italia), “una sorta di cabina di regia che ci consente di accelerare le relazioni, i contatti e le informazioni”. La relazione tra i colleghi del gruppo in questo momento è buona, assicura il presidente, i malumori interni al gruppo, culminati con le dimissioni di Fabris, sono stati superati. “In questo momento c’è più unità rispetto a quando sono stato eletto. Le frizioni si sono molto mitigate, siamo tutti molto più vicini”. Anche perché, mai come in questo momento, c’è bisogno di unità per affrontare le gigantesche incognite che attendono il nostro Paese.
All’interno del Gaa Cattolica, alcuni mesi fa, è confluito il gruppo agenti UniOne, ampliando così ulteriormente la rappresentanza. I rapporti con gli altri due gruppi agenti di Cattolica Assicurazioni (il Gapc, Gruppo agenti professionisti Cattolica e il Fata-Assocap) sono sereni. In particolare con il gruppo Fata-Assocap, c’è una grande sintonia: “sono molto vicini alle nostre idee e un processo di avvicinamento è in corso. Ma – precisa Lucchetta – hanno la loro autonomia e restano indipendenti, anche perché le loro agenzie si occupano di un ambito, quello dell’agricoltura, strutturato in modo molto particolare. Vedremo. Nessuno ha fretta di arrivare a un’unificazione anche perché voglio sottolineare – conclude – che la forza di un gruppo non è data tanto dal numero di associati, ma da quanto gli associati sono coesi tra loro”.
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