RC AUTO, SICUREZZA PER LA COLLETTIVITA'
31/12/2014
Nei primi sei mesi del 2014, secondo i dati Ania, l’utile netto del ramo danni si è attestato a 2,2 miliardi di euro, con una previsione di 3,8 miliardi di euro (contro i 3,1 del 2013) per fine anno. Il trend positivo, secondo un ciclo economico che nei mercati maturi copre in genere tre o quattro anni, dovrebbe perdurare. Ma con una progressiva erosione dei margini.
In un Paese in cui l’assicurazione continua a essere identificata nell’Rc auto, emerge così l’interrogativo sulle scelte che le compagnie stanno adottando per prepararsi a un’inversione di tendenza. Che presumibilmente, considerando che oggi ragioniamo su numeri che si riferiscono a 15 mesi fa, non sarà troppo lontana nel tempo.
Attraverso i numerosi interventi che si sono alternati nel corso del convegno che abbiamo organizzato lo scorso 12 novembre emerge che, tra i tanti fattori congiunturali, l’Rc auto sta in realtà vivendo una fase di cambiamenti strutturali i cui effetti cominceranno a farsi sentire con particolare evidenza nel giro di un paio di anni. Parliamo di fenomeni importanti, come il calo del premio medio, la diminuzione del numero di immatricolazioni, la continua perdita di premi e il pesante utilizzo di sconti, che fanno ritenere che i risultati positivi di oggi siano assolutamente insufficienti a garantire redditività anche per il futuro.
Proprio su questo presupposto, che conferma l’attualità del titolo che abbiamo scelto per il convegno, “Ripensare l’Rc auto”, le compagnie dovranno rafforzare le proprie strategie tenendo conto della necessità di conciliare rigore tecnico con un’evoluzione dell’offerta sempre più orientata all’erogazione di servizi per il consumatore.
La spinta ad agire non è generata solo da obblighi e provvedimenti legislativi. Le compagnie hanno compreso che serve un cambio di marcia nella componente di servizio e nella relazione con il cliente.
In attesa che si concretizzino gli interventi strutturali sul costo dei risarcimenti, (in particolare sulle lesioni di grave entità, come noto), sarà necessario agire in tre ambiti fondamentali, in cui il settore dovrà operare con maggiore incisività rispetto al passato: un utilizzo più mirato della tecnologia e in particolare della scatola nera (da sfruttare nelle zone a più elevato rischio frode); la necessità di ricorrere più spesso ai giudici di pace per creare precedenti, e di conseguenza elementi deterrenti alle truffe; la realizzazione di iniziative di pulizia del portafoglio e di cross selling, finalizzate alla proposizione di servizi assicurativi.
In tutto questo, però, vale la pena di soffermarsi sul concetto di sicurezza per il singolo, che nei prossimi mesi potrebbe riuscire a imprimere una svolta nella capacità del settore assicurativo di far comprendere il valore dell’Rc auto al legislatore così come agli italiani. La sicurezza del singolo significa soprattutto sicurezza della collettività: oltre tre milioni di auto non assicurate rappresentano un tema sociale che non può essere ignorato e che esula dalle dinamiche della lobby degli assicuratori.
In quest’ottica, come hanno riconosciuto anche diversi relatori al convegno, sarebbe opportuna e proficua anche una più coordinata collaborazione tra Ania e le associazioni dei consumatori. Che, insieme e per una volta sulle stesse posizioni, potrebbero trovare formule più incisive di dialogo con il legislatore e di tutela per tutti i cittadini.
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