IL PROFITTO NEL RISPETTO DELLE REGOLE
L'editoriale del numero #28 di ottobre 2015, a cura del direttore Maria Rosa Alaggio
15/10/2015
Il dovere sociale di un’impresa non può essere solo il profitto.
Una lezione arriva dallo scandalo Volkswagen e dall’alzata di scudi che ha generato per non aver rispettato le regole.
Quando accadono fatti di questa portata, è impossibile non chiedersi dove siano stati, negli ultimi tempi, gli organi preposti al controllo dell’azienda, e quali pensieri abbiano popolato le menti di chi ha progettato e attuato una frode tanto grave e dalle conseguenze distruttive.
E ancora, chi è più vicino al settore assicurativo deve anche essersi interrogato sul ruolo del risk management, sulla reale capacità di controllo dei rischi delle aziende e in particolare sul senso di quel termine tanto abusato come governance.
La sintesi di questi interrogativi porta a uno scandalo che purtroppo si concentra per la maggior parte sulle ripercussioni finanziarie e sull’andamento dei mercati (oltre che sull’immagine di Volkswagen), più che sulle implicazioni morali.
Basti pensare alla reazione degli Stati Uniti, che per anni hanno di fatto ignorato il protocollo di Kyoto sulle emissioni dei gas serra: l’ansia dimostrata per l’ambiente e verso i danni alla salute dei cittadini, in sostanza, oggi suona un po’ falsa.
Perché lo sdegno, non solo americano, ha motivazioni finanziarie per le quali una società quotata, leader nel mondo e per di più tedesca, non può mentire al mercato.
La sorpresa per la gravità del fatto, del resto, anche nei media, negli investitori e nel mondo imprenditoriale, ha suscitato una preoccupazione più grande di quella per le conseguenze alla popolazione e al pianeta. Lo dimostrano i commenti e le analisi sugli impatti che questa frode avrebbe provocato, e potrà ancora provocare, sui mercati finanziari anche in Europa.
L’importanza del rispetto delle regole, oltre a essere uno dei primi principi che ci vengono insegnati fin da piccoli, rappresenta la base (così dovrebbe essere) per poter operare nel libero mercato.
Forse un primo passo, da gigante, per far funzionare meglio la società, così come le imprese e la nostra vita di tutti i giorni, sarebbe riuscire ad allentare quel legame troppo stretto tra politica e finanza. Tra interessi politici e illusione di crescita economica.
Lo ha affermato Papa Francesco nel suo recente viaggio proprio negli Stati Uniti.
Senza scomodare però citazioni o proclami religiosi, basterebbe convincersi, e agire di conseguenza, che per il singolo individuo così come per le aziende, piccole o grandi che siano, il profitto non deve nascere dagli interessi personali. Ma può e deve essere generato all’interno delle regole del gioco, impegnandosi in una concorrenza libera dagli inganni e dalle frodi. Un piccolo passo per un grande cambiamento.
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