I SUBAGENTI TRA DIRITTI E PROFESSIONALITA'
Gli iscritti in Sezione E, riuniti a Roma, chiedono tutele per una categoria troppo sbilanciata sui doveri, a partire da contratto collettivo e inclusione nell'ORIA. Ed esortano i colleghi a credere nella creazione di competenze, unica arma per vincere l'abusivismo, e a promuovere la digitalizzazione.
16/06/2015
Un’unica voce, forte e incisiva, per dare risalto al disagio di chi opera senza diritti, ma solo con doveri. Questa l’Ulias (Unione liberi intermediari di assicurazione Sezione E), nata nel 2012 da un nutrito gruppo di subagenti per affrontare temi importanti quali la crisi economica, il disinteresse delle compagnie verso la rete secondaria, la mancanza di diritti che tutelano il professionista e le sanzioni dell’Ivass (il 60% di queste sono a carico dei subagenti), che gravano pesantemente causando la chiusura di molte subagenzie.
Oggi, a tre anni dalla sua costituzione, Ulias raccoglie oltre 1000 iscritti da Nord a Sud. “Siamo nati come unione rappresentativa del Sud Italia, per poi allargarci all’intero territorio, dopo un incremento degli iscritti del 38%, provenienti dal Nord Italia – racconta Sebastiano Spada, presidente di Ulias – ma strada facendo ci siamo accorti che, da Nord a Sud, i problemi erano comuni, a partire dalla mancanza di tutela.
Vedere riconosciuti i diritti fondamentali e difendere le fonti di reddito dell’attività di sub agente è ciò che l’Unione vuole garantire ai propri iscritti attraverso servizi di patronato, convenzioni, formazione continua, consulenza legale e gruppi di lavoro per la definizione del contratto collettivo.
L’ETICA, PRIMA DI TUTTO
“Alla base di tutto – sottolinea il presidente – poniamo il codice deontologico, nostro biglietto da visita per clienti e associazioni dei consumatori, che garantisce interessi e diritti di persone, aziende o enti, anche attraverso il nostro impegno a un aggiornamento professionale costante”.
Proprio con i consumatori, la collaborazione è continua, soprattutto con Konsumer e il suo presidente, Fabrizio Premuti, uniti da un interesse comune: il bene del cliente o del consumatore, a seconda dei casi.
Stretto e produttivo è anche il confronto con il mondo dei professionisti, in primis con Confassociazioni. “La consulenza – avverte Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni (Confederazione di associazioni di professionisti) – avrà un ruolo strategico per il subagente, perché consolida il rapporto di fiducia con il cliente e rafforza la reputazione dell’intermediario. In questo senso – conferma – determinanti sono la professionalità e la deontologia, così come il ruolo svolto da associazioni come Ulias, dove, però, ognuno deve fornire il proprio contributo per dare un impulso nell’essere migliori, ben preparati e professionali”.
ON LINE E ABUSIVISMO
Due le criticità che maggiormente pesano sulla categoria: l’abusivismo e la scarsa digitalizzazione che portano al rischio disintermediazione, soprattutto nell’Rc auto. Con il contrassegno elettronico, se il cliente sarà agevolato, si ridurranno le occasioni di incontro tra assicurato e intermediario. “In questo sistema – conferma Spada – si perde il valore della nostra consulenza e, di conseguenza, della nostra provvigione, lasciando spazio all’abusivismo e ponendo la nostra categoria a rischio estinzione”.
Sulla disintermediazione insiste anche Deiana. “Quasi tutte le professioni saranno tagliate trasversalmente da digitalizzazione e disintermediazione: fra un anno, la consulenza si farà on line, via Skype, e fare battaglie di retroguardia non serve. Il segreto è evolversi, riconoscendo alla consulenza un ruolo strategico, da integrare con la competenza orizzontale, che aiuta a gestire il cambiamento e verso cui l’associazione deve spingere. Molto importanti saranno anche la reputazione e la fiducia”.
La partita, quindi, si giocherà sempre di più sul terreno della professionalità: “il futuro – concorda Spada – sarà di colui che avrà la clientela, a prescindere dal ruolo che ricopre. È necessario, quindi, iniziare a credere, noi per primi, alla nostra professionalità”.
L’ORIA, PERICOLO SCONGIURATO
Altra minaccia, l’Oria, il nuovo organismo di vigilanza in sostituzione del Rui, che, da statuto, eliminava la sezione E, ma che a oggi è stato bloccato proprio dall’azione sindacale dell’Ulias, in difesa della categoria. “Il nuovo organismo – sottolinea il presidente dell’Unione – deve essere un’opportunità di sviluppo professionale e di diritti per il subagente. Ora, chiediamo che sia data dignità professionale a una figura che opera quotidianamente sul territorio, in modo capillare e presente, rappresentando, in alcune realtà, un riferimento al pari del sindaco”.
Il prossimo passo riguarda la contrattazione collettiva. “Non va negoziato un contratto basato sull’innalzamento delle tariffe o sulla lotta all’abusivismo – avverte Deiana – il contratto deve essere un sistema per assicurare diritti di cittadinanza uguali per tutti, una piattaforma di diritti trasversale con una rete di protezione. Se ci sono abusivi è perché ci sono spazi di mercato: combatterli, significa sprecare energie, da investire altrove”.
Ad esempio, nel fare rete, costituendo un’associazione di professionisti impegnati a gestire e superare gli eventi, determinati nel difendere i propri diritti e la propria produttività. “Ci sono 197mila iscritti alla sezione E – conclude Spada – e, se riusciremo a essere uniti, saremo una forza”.
I NUMERI DELL’ATTIVITÀ di ULIAS- 2012: anno di nascita- 150 le consulenze legali e amministrative agli associati- 8 le assistenze legali agli intermediari associati per commissione disciplinare Isvap-Ivass- 2 gruppi di studio: il primo ha studiato un mandato collettivo della categoria; il secondo la mancata redditività delle subagenzie;- 24 gli incontri istituzionali di Ulias con: Mise, Konsumer Italia, Sna, Acb e Unapass;- oltre 90 gli incontri con i colleghi subagenti in tutta Italia- oltre 1000 gli iscritti (+38% provenienti dal Nord Italia)
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