ALLIANZ, PIÙ GRANDI SI PUÒ
Salgono gli utili e calano i ricavi nel 2016. Dopo anni di crescita disciplinata e continua, la compagnia potrebbe lanciarsi in importanti acquisizioni ora che gli azionisti beneficeranno degli effetti di un robusto buy-back da tre miliardi di euro. In Italia, la branch guidata dall'AD Klaus-Peter Roehler ha fatto registrare un profitto operativo pari a 1,21 miliardi di euro
22/03/2017
È oggettivamente difficile capire come Allianz possa fermarsi, o anche solo rallentare. Il gruppo tedesco, anche nel 2016, ha registrato utili in salute e una capitalizzazione monstre, oltre i 75 miliardi di euro. Una gestione efficiente e ordinata che ora potrebbe aprirsi alle acquisizioni.
Del resto, nella presentazione annuale dei risultati, lo scorso febbraio, il group ceo, Oliver Baete, è sembrato persino tenere aperto il fronte sud, quello che guarda a una preda che in questi ultimi mesi fa gola a tanti: Generali. A chi gli chiedeva se la compagnia fosse interessata ad alcuni asset di Trieste, nel caso in cui Intesa Sanpaolo sferrasse l’attacco decisivo, Baete ha risposto di non voler esporsi perché, così facendo, metterebbe “a rischio i negoziati”. Tuttavia ha anche aggiunto che la compagnia “parla sempre con possibili partner e continuerà a farlo”, mentre ha apertamente dichiarato di voler crescere in tutti i modi nel settore danni.
È da tempo, del resto, che il mercato si attende grandi mosse da Allianz, la quale però, in questi anni, è sempre sembrata attenta, soprattutto a crescere disciplinatamente e per linee interne. La mossa del buy-back da tre miliardi di euro, tuttavia, è il segnale che il management è pronto ad avere le mani libere.
QUANDO LE DIMENSIONI CONTANO
I numeri di Allianz sono decisamente importanti e hanno battuto tutte le stime degli analisti. La compagnia ha chiuso il 2016 con utili in ascesa e ricavi in flessione. I profitti netti si sono attestati a 6,9 miliardi di euro, in aumento del 4% rispetto ai 6,6 miliardi del 2015. L’utile operativo è cresciuto ancora toccando la cifra record di 10,8 miliardi (+0,9%) dai 10,7 al 31 dicembre 2015. L’unica concessione al segno meno proviene dai ricavi, che flettono del 2,2% a 122,4 miliardi, contro i 125,2 miliardi di fine 2015.
Contemporaneamente alla comunicazione sui dati, la compagnia guidata da Baete ha annunciato anche l’avvio del suo programma di buy-back pari al 4,2% del capitale: l’operazione ha lo scopo di aumentare l’utile per azione (eps) del 4,4% dal 2018, e il Roe di 0,6 punti percentuali. Baete ha serenamente rilanciato i target 2018: Roe al 13%, eps +5% (considerato dal 2015) e il 75% di soddisfazione dei clienti.
Tornando ai numeri dell’anno passato, a livello patrimoniale Allianz si conferma molto solida: con un Solvency II ratio al 218%, in aumento dal 200% della fine dell’anno precedente. L’outlook dell’utile operativo 2017 è positivo, in linea con i 10,8 miliardi di euro del 2016, ma con una possibile oscillazione di più/meno 500 milioni di euro.
CAMBIA LA GESTIONE DEL CAPITALE
Ma si diceva delle mani libere. Allianz ha comunicato anche una nuova gestione del capitale, più flessibile, e che consenta di crescere in maniera più progressiva. Pertanto l’obiettivo sarà, per i prossimi anni, di restituire il 50% dell’utile netto agli azionisti con un dividendo almeno al livello degli anni passati (7,3/7,6 euro per azione), liberando il budget per la crescita esterna dalla remunerazione degli azionisti in un arco di tre anni. L’altra metà dei profitti netti sarà utilizzata per finanziare la crescita o sarà restituita agli azionisti su base flessibile. L’impegno è comunque mantenere l’indice di solvibilità Solvency II sopra il 160%.
Efficienza e semplificazione restano per Baete le chiavi dello sviluppo, e la cessione delle attività in Corea, oltre ad andare proprio nella direzione di una severa pulizia delle attività di business, avrà effetti fortemente benefici sui conti 2017.
I RISULTATI IN ITALIA
Nella celebrazione dell’orgoglio e delle virtù teutoniche, l’Italia non si limita a essere un terreno di caccia. La compagnia guidata dall’ad Klaus-Peter Roehler contribuisce in modo decisivo alla sana e robusta costituzione del gigante di Monaco, con un brillante utile operativo a 1,21 miliardi di euro, allungando così la striscia positiva che dura da cinque anni con il dato superiore al miliardo.
Per quanto riguarda la raccolta, tuttavia, Allianz Italia ha sofferto sia nel segmento danni, sia in quello vita. Nel primo, il calo si è attestato al 3,9%, per un totale di 4,57 miliardi, comunque in miglioramento rispetto ai primi nove mesi dell’esercizio, grazie alle iniziative commerciali a supporto della rete agenziale. L’utile operativo del comparto si è attestato a 941 milioni, e il combined ratio è leggermente peggiorato a 84,8% da 83,1% dell’anno precedente.
MEGLIO IL DANNI NON AUTO
Nel dettaglio, i prodotti danni non auto sono cresciuti dell’1,8% rispetto al 2015 raggiungendo 1,77 miliardi, mentre i premi del settore auto sono calati del 7,1% per i noti problemi che questo comparto sta affrontando in Italia. Cresce comunque Allianz Bonus Drive, la polizza telematica per l’auto, e i prodotti Allianz1 e Allianz1 Business.
In controtendenza rispetto al mercato è andata Genialloyd, che è cresciuta in termini di premi (+3,5% rispetto al 2015), raggiungendo 638 milioni di euro.
I premi vita a fine 2016 pesano per 9,5 miliardi, per un profondo calo pari al 20,2% rispetto al 2015, mentre il valore della nuova produzione è cresciuto dell’8,2%, con un margine migliorato al 2,2%. Incidono molto i prodotti unit-linked, che sono il 78% della nuova produzione, pari a 2,2 volte la media di mercato: segno che la compagnia sta andando decisa verso un rinnovo del business mix nell’ottica di alleggerire molto l’impatto sul capitale. Infine, l’utile operativo ha battuto le attese raggiungendo i 252 milioni di euro, ma comunque in calo del 6% rispetto al 2015.
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