INVESTIRE NELL’ELETTRIFICAZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO
Per produrre energia serve energia. La transizione energetica porta con sé una svolta epocale non solo nella produzione elettrica ma anche nella conformazione stessa dei sistemi di alimentazione delle imprese, della mobilità e delle abitazioni. La sfida del cambiamento richiede investimenti, ma la tendenza verso le rinnovabili è irreversibile
09/11/2024
L’impegno assunto dai governi di molti paesi per una transizione energetica verso fonti rinnovabili, meno impattanti per l’ambiente, si traduce in un percorso di elettrificazione dei sistemi produttivi e degli edifici che rappresenta un enorme cambiamento e un diffuso movimento di innovazione, con ricadute dirette sull’economia, sulle imprese e sui cittadini. Questa fase di transizione mette in moto una filiera che parte dalle materie prime, passa per la fabbricazione industriale di manufatti necessari alla produzione di energia (pale eoliche, pannelli solari…), arriva alla produzione stessa di rinnovabili e ricade infine sulle imprese, sul settore immobiliare e sulla mobilità elettrica, coinvolgendo pure nel percorso i semiconduttori e le telecomunicazioni. Questa tendenza economica, finanziaria e di mercato è in pieno sviluppo e rappresenta un’opportunità di investimento interessante anche per investitori di lungo periodo come i fondi pensione o le casse di previdenza. Si stima infatti che entro il 2030 saranno investiti nell’elettrificazione dell’economia globale 25mila miliardi di dollari. Sul tema Groupama Asset Management ha recentemente organizzato il webinar L’elettrificazione del sistema economico, a cui hanno partecipato Fabrizio Salvi, responsabile clienti istituzionali di Groupama Asset Management Italia, Alessandro Roggero, portfolio manager azionario internazionale e analist di Groupama Asset Management, Claudio Kofler, amministratore delegato di Nummus.info e Eugenio de Blasio, amministratore delegato di Green Arrow Capital Sgr, moderati dal presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello. Tutte le imprese citate fanno parte del Club dei Partners di Assoprevidenza, che riunisce un gruppo di sostenitori della cultura della previdenza complementare e del welfare.
L’interesse dei fondi di investimento e di asset management deriva dal fatto che i mercati azionari si mostrano sempre attenti alle fasi di transizione, siano esse tecnologiche, ambientali, sociali, e l’elettrificazione è un trend che va a influire su tutti questi ambiti.
Il contesto globale su questo tema è caratterizzato dalla volontà di ridurre le emissioni di CO2, da una crisi di approvvigionamento energetico che riguarda soprattutto i paesi europei conseguente alla guerra tra Russia e Ucraina e dalla forte crescita dei consumi di energia a livello globale, a sostegno anche di uno sviluppo economico allargato ai paesi emergenti. Iniziative politiche come il Green Deal nell’Unione Europea e l’Inflaction Act negli Stati Uniti, così come gli Accordi di Parigi, rafforzano una transizione verso l’elettrificazione in cui molto è ancora da fare.
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I MEGA TREND DEL CONSUMO
Intanto, dopo un ventennio di consumi elettrici stazionari si sta assistendo per la prima volta a un loro aumento, più evidente negli Stati Uniti ma che sarà inevitabile avvenga pure in Europa, e si stima che la domanda di elettricità crescerà del 10% nel prossimo decennio.
A determinare la crescita del consumo sono alcune grandi tendenze: lo sviluppo dei data center, il reshoring delle imprese industriali, l’adozione di veicoli elettrici, l’elettrificazione delle imprese e la produzione di energie rinnovabili.
La crescita nel numero e nelle dimensioni dei data center è la conseguenza diretta della sempre maggiore potenza di calcolo richiesta dall’intelligenza artificiale, con centri di elaborazione dedicati che richiedono una fornitura elettrica fino a 4-5 volte superiore rispetto ai datacenter tradizionali. Per comprendere la portata dell’impatto di questa tecnologia, basti considerare che in Irlanda nel 2023 il consumo di elettricità da parte dei data center (21% del consumo totale nazionale) ha superato quello dell’insieme delle abitazioni del paese (18%): l’Irlanda è un territorio relativamente piccolo, in cui notoriamente hanno sede i data center dei grandi player del web, tuttavia la proporzione chiarisce l’impatto di questi hub sulla domanda di energia.
Per quanto riguarda il reshoring, cioè il trasferimento delle aziende produttive dislocate all’estero entro i confini nazionali o comunque più vicino alla casa madre (nearshoring), negli ultimi anni i paesi industrializzati hanno manifestato la tendenza ad accorciare le catene di fornitura per ragioni geopolitiche o per una riconsiderazione dei propri interessi economici. Questa fase, che sembra essere ora in rallentamento, ha visto la crescita in parallelo della domanda di elettricità nelle aree interessate dal rimpatrio.
L’ENERGIA CHE SERVE PER ATTUARE LA TRANSIZIONE
L’adozione di veicoli elettrici rappresenterà un’altra forte componente della domanda di elettricità. Nonostante si sia oggi in una fase di stallo del processo di elettrificazione dei trasporti, si tratta di una scelta globale da cui non si tornerà indietro; saranno piuttosto da rivedere le tempistiche ipotizzate come conseguenza delle difficoltà nel mercato, nella disponibilità e costi delle materie prime e nello sviluppo di reti di ricarica capillari e costantemente alimentate. In ogni caso, il passaggio all’alimentazione elettrica dei veicoli e dei mezzi di trasporto dovrà essere sostenuto da una capacità produttiva di energia molto maggiore di quella attuale e garantita in continuità: un tema che viene ancora prima delle considerazioni di mercato.
Un ulteriore fattore di novità è l’elettrificazione delle imprese e delle costruzioni: nel primo caso, il tema principale riguarda l’elettrificazione dell’industria pesante, nel secondo il passaggio negli edifici dal riscaldamento a gas a quello elettrico, ovvero dalle caldaie a combustione alle pompe di calore, che va in affiancamento ai necessari interventi di coibentazione per la riduzione dei consumi.
Inoltre, anche il passaggio dai combustibili fossili alle rinnovabili richiede maggiore capacità energetica. Attualmente l’80% del mix energetico proviene ancora dalle fonti fossili, ma per sostituire 1MW di energia generata da gas e idrocarburi servono 2-3 MW di energie da rinnovabili. I combustibili fossili sono destinati a rimane nel mix energetico, seppure in una quota molto inferiore, in ogni caso per sostenere la domanda di energia, soprattutto per gli ambiti più energivori, non sono da sottovalutare possibilità alternative come l’idrogeno verde oppure il nucleare, di cui sono allo studio nuove applicazioni con lo scopo di aumentarne la sicurezza.
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TRA INTELLIGENZA ARTIFICIALE E SOLIDARIETÀ SOCIALE
L’aumento della produzione determinato dalle situazioni descritte richiede notevoli investimenti, a cui si devono aggiungere quelli per realizzare le soluzioni (e individuarne di nuove) che permettano di stoccare l’energia generata compensando in questo modo la produzione intermittente tipica delle fonti rinnovabili. A beneficio di una distribuzione efficiente, che consideri i picchi di domanda e la disponibilità di energia, avranno un ruolo chiave le reti elettriche intelligenti (smart grid), abilitate dall’intelligenza artificiale a gestire l’integrazione tra rinnovabili e richieste di elettricità: in questo contesto un’ulteriore opportunità è rappresentata dalla possibilità di decentralizzare la produzione di energia grazie, ad esempio, alle micro grid (reti locali) o allo sviluppo delle comunità energetiche.
In conclusione, la transizione energetica porta con sé numerose possibilità di investimento, anche a lungo termine, in asset e in fondi, rispondendo alle esigenze del settore previdenziale. Non è in questo senso da sottovalutare anche il contributo alle tematiche di sostenibilità, con la possibilità di selezionare i portafogli, analizzare qualitativamente le imprese target e contribuire alla riduzione delle emissioni e alla migliore qualità ambientale, oltre che operare per una distribuzione dell’energia più equa e solidale.
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