SERVONO REGOLE CHIARE E STABILI NEL TEMPO

Durante l’assemblea annuale dell’Ania, che si è svolta lo scorso luglio a Roma, sono stati messi in luce i tanti fattori di incertezza per il settore assicurativo, ma anche le opportunità che possono aprirsi in un clima di riforma su molti capitoli. Su questo è emersa una visione comune anche con l’Ivass, ma l’improvvisa conclusione dell’esperienza del governo Draghi lascia in sospeso un percorso che su molti capitoli sembrava ben avviato

SERVONO REGOLE CHIARE E STABILI NEL TEMPO
👤Autore: B.M. Review numero: 97 Pagina: 16-18
La caduta del governo Draghi e la conclusione dell’esperienza delle larghissime intese riaprono l’ennesima stagione di incertezza di un Paese, il nostro, che ha urgente bisogno di fare ordine su tanti capitoli lasciati per troppo tempo in sospeso. Le assicurazioni italiane sono pronte a fare la propria parte per dare forza alla ripartenza e per lasciarsi alle spalle un presente “complesso e problematico”, in cui “è difficile pensare al futuro prossimo”, come ha spiegato la presidente di Ania, Maria Bianca Farina, nella sua relazione all’assemblea annuale dell’associazione, svoltasi in presenza il 5 luglio scorso a Roma. Ancora più difficile è immaginare quel “futuro del futuro” che ha dato il titolo all’appuntamento 2022, e che cade in un contesto in cui “incombe una crisi alimentare che potrebbe coinvolgere almeno un terzo della popolazione mondiale, con le inevitabili, tragiche, ripercussioni economiche e non solo”, mentre sul piano sociale “non possiamo dimenticare l’accentuarsi delle diseguaglianze, la troppo elevata disoccupazione”. In questo contesto, le assicurazioni italiane vogliono giocare un ruolo da “attori primari e determinati a supportare attivamente lo sviluppo economico e sociale del Paese”, ma chiedono al mondo politico e al regolatore “la definizione di regole chiare e stabili nel tempo”, che rendano più efficace il loro lavoro e che consentano “la costruzione di nuovi e più efficienti corridoi dove le nostre specificità possano incontrare i bisogni di cittadini, sistema produttivo, istituzioni”.



COME SARÀ “IL FUTURO DEL FUTURO”

Nella sua relazione, Farina ha inquadrato il contesto economico italiano e internazionale. “Siamo di fronte – ha detto – a una concatenazione di trend globali, in grado di impattare gravemente sull’intera società e per i quali serve studiare e concordare risposte altrettanto globali, che coinvolgano tutti gli attori economici, politici, sociali”. La guerra, l’inflazione e la pandemia che non accenna a terminare, rappresentano sfide che richiedono uno sforzo comune e collettivo: “il futuro del futuro sarà come noi lo costruiremo, con il realismo e il pragmatismo che ci insegna la storia. Saranno necessari pianificazione, investimenti, politiche attive, giustizia sociale, sostenibilità e cambiamento”. 
L’opportunità chiave per ripartire si chiama Pnrr, piano che “ha permesso di delineare importanti interventi e riforme”. E proprio in tema di riforme Farina ha chiesto una maggiore attenzione al welfare, a partire dall’integrazione al sistema previdenziale pubblico dove le compagnie puntano a “favorire la diffusione delle coperture integrative”, che in Italia rappresentano solo il 6% del finanziamento complessivo delle pensioni, contro il 50% nel Regno Unito. “A tal fine – ha detto Farina – svilupperemo iniziative mirate e innovazione di prodotto”, mentre sulla sanità, “il ruolo del settore evolverà verso nuove soluzioni con l’obiettivo, ad esempio, di rendere la spesa sanitaria mutualizzata accessibile ai soggetti più vulnerabili e di promuovere l’offerta assicurativa di percorsi di prevenzione”. Una quota significativa della spesa out of pocket (34 miliardi di euro all’anno) “potrebbe così transitare verso forme mutualizzate del rischio per aumentare la protezione e l’economicità dei servizi. Il ruolo della sanità integrativa potrebbe evolvere da una logica basata sul rimborso della prestazione a una presa in carico di cittadini e pazienti lungo l’intero percorso della salute, grazie in larga parte allo sviluppo della telemedicina”.



RC AUTO: STIAMO ENTRANDO IN UNA NUOVA FASE

Farina ha ricordato gli investimenti degli assicuratori, che nel 2021 hanno sfiorato i 1.050 miliardi. “Restiamo, dunque, grandi investitori istituzionali e orientati verso investimenti sostenibili di medio-lungo termine” ha sottolineato la presidente di Ania, ricordando l’iniziativa del Fondo per gli investimenti infrastrutturali, che di recente ha annunciato il final closing con una raccolta di 516 milioni, “ben oltre il target iniziale”.
Nei primi mesi del 2022 “il settore sta dimostrando una significativa capacità di resilienza al peggioramento dello scenario economico”, mentre il biennio 2022-23 presenta molte incertezze: il rallentamento della domanda, il possibile aumento del costo dei sinistri nei rami elementari, la perdita di valore del portafoglio titoli, a causa del repentino rialzo dei tassi di interesse. 
Sul capitolo Rc auto, segmento in cui a dispetto dell’inflazione i prezzi sono in ulteriore diminuzione, “dobbiamo però essere consapevoli che stiamo entrando in una nuova fase”, ha detto Farina, osservando che “l’inflazione è destinata ad avere un impatto sul costo dei sinistri, già in crescita nel 2021, e si rendono perciò ancor più necessarie riforme organiche del sistema che lo rendano sostenibile nel medio-lungo termine”. Tra queste, la revisione del bonus-malus, la riduzione della tassazione sui premi, e le tabelle uniche per il risarcimento dei danni per lesioni gravi alla persona.
Su queste sollecitazioni il governo ha riconosciuto l’importante ruolo del settore, come ha ricordato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenuto in sala assieme al vice ministro allo stesso dicastero, Gilberto Pichetto Fratin (che ha la delega alle assicurazioni), il quale ha elencato i cantieri aperti: dalla riforma Rc auto alla tabella unica sulle macrolesioni, dall’attuazione della legge Gelli alla discussione sul tema delle catastrofi naturali. Molti di questi interventi saranno ancora una volta rimandati, nell’auspicio che nel prossimo parlamento possa esserci la volontà politica di farsene carico.

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