LE ASSICURAZIONI FESTEGGIANO IL BUONO STATO DI SALUTE
L’Ania compie 75 anni e nel consueto appuntamento annuale conferma la crescita del comparto sia nel vita, sia nel danni. Per il 2019 si stima un ulteriore incremento e si attende l’impulso dell’innovazione tecnologica e della crescente domanda di soluzioni in ambito Pmi, professionisti e salute
11/09/2019
La raccolta premi assicurativa, nel 2018, è aumentata del 3%. Si tratta del primo incremento registrato dopo due anni di diminuzione, grazie alle buone performance del comparto vita (+3,5%) e di quello danni (+2,3%). È questo il principale segnale del buono stato di salute del settore emerso nel corso dell’assemblea annuale dell’Ania che, quest’anno, ha festeggiato i suoi 75 anni di attività.
Come ha specificato la presidente, Maria Bianca Farina, il risultato complessivo dell’industry evidenzia, nel 2018, un utile di 4,2 miliardi di euro (6 nel 2017) di cui 2,2 miliardi nel danni (2,4 nel 2017) e 2 miliardi nel vita (era 3,5 nel 2017). Gli attivi realizzati dalle imprese sono stati 911 miliardi (-1%), gli investimenti ammontano a 842 miliardi di euro (il 75,7% del totale attivo e il 50% del Pil), con un 40% circa impiegato nei titoli di Stato italiani (il 15% dell’intero stock in circolazione). Il Solvency ratio è stato pari a 2,23 (era 2,43 nel 2017) passando, nel danni, da 1,79 a 1,88 e, nel vita, da 2,33 a 2,00.
SOLIDITÀ E FIDUCIA
Nello specifico il ramo vita ha contabilizzato premi per 102 miliardi di euro rappresentando i tre quarti del totale. Il risultato degli investimenti è stato pari a 0,8 miliardi anche se in calo del 75% a causa della forte svalutazione degli attivi sottostanti alle polizze di ramo III. In contrazione, anche se positivo (0,5 miliardi), è il conto tecnico, diminuito di quasi 2,5 miliardi rispetto al 2017 e di circa 6 miliardi rispetto al 2012, per effetto delle rettifiche di valore contabilizzate sui titoli del vita.
Tuttavia, si conferma la solidità del comparto, con un capitale disponibile due volte oltre quello richiesto, così come la fiducia degli italiani verso il risparmio assicurativo che è arrivato a rappresentare il 17% della ricchezza finanziaria totale delle famiglie (700 miliardi). A tal riguardo, nell’ultimo quinquennio, il rendimento medio annuo delle gestioni separate è stato pari al 3,3%, contro l’1,5% dei titoli di Stato e l’1,8% relativo alla rivalutazione del Tfr, e le adesioni alle forme pensionistiche complementari confermano la crescita, con 8,7 milioni di iscritti alla fine del 2018 (+5,3%).
RC AUTO, SI RIDUCE IL DIVARIO REGIONALE ED EUROPEO
Nel danni la raccolta è stata pari a 33,1 miliardi di euro, con una lieve diminuzione dell’incidenza sul totale dei premi (dal 24,7% al 24,5%), per effetto del maggior incremento registrato nel vita. Il combined ratio di esercizio è risultato in lieve miglioramento (90,2% contro 91,1% del 2017) e il risultato del conto tecnico complessivo è stato pari a 2,8 miliardi, in diminuzione rispetto ai 3,2 miliardi del 2017. A spiccare sono la copertura di inabilità temporanea, che registra la crescita più elevata, e le long term care.
Nell’Rc auto la raccolta premi è rimasta pressoché stabile (+0,1%) dopo la riduzione, negli ultimi sei anni, di oltre il 25%. Inoltre, si conferma, anche nel 2018, la diminuzione del premio medio auto (-0,8%), da 558 euro del 2012 a 414 euro del 2018, che ha consentito di ridurre del 40% il divario tra le tariffe regionali ma anche lo scarto con il resto d’Europa, da 213 a 72 euro.
Scende anche il numero dei sinistri (-2,3%) così come la frequenza (-3,2%) e il costo (-1,4%) producendo un miglioramento del loss ratio dell’1,1% (da 81,3% nel 2017 a 80,2% nel 2018). In particolare, il costo dei danni alla persona (che incide per il 62,6% sul costo totale degli indennizzi) comprende 4,6 miliardi per morti o invalidità gravi e 2,1 miliardi risarciti per invalidità permanenti lievi; qui, per effetto del decreto liberalizzazioni, in sette anni la frequenza dei sinistri con danni lievi è passata dall’1,401% del 2011 allo 0,847% del 2018, con una riduzione del 40%.
TECNOLOGIA, SALUTE E COPERTURE AZIENDALI: LE LEVE NEL DANNI
Pensando al futuro, nel 2019 la raccolta premi complessiva potrebbe sfiorare i 140 miliardi di euro (+2,6%), di cui oltre 34 miliardi solo nel danni (+3,2%) dove si attende una crescita dei rami diversi dall’Rca (in media oltre il 5% per un volume di quasi 21 miliardi), nonostante il Paese risulti ancora sottoassicurato in questo comparto. La spinta potrebbe arrivare dall’innovazione tecnologica, che rende più fruibili e appetibili le polizze, da una maggiore propensione ad acquistare coperture volontarie, in particolare nei settori salute e property, e da una crescente domanda di coperture aziendali (salute) e dei professionisti (Rc generale).
POLIZZE VITA: MENO FINANZIARIE, PIÙ ASSICURATIVE
Nel settore vita si stima una conferma del trend del 2018 con premi in crescita al 2,5% (per un totale di circa 105 miliardi) grazie all’incremento delle polizze rivalutabili (ramo I) che si prevedono in aumento del 12,5% (per un volume di quasi 75 miliardi) soprattutto nel caso delle multiramo, in forte crescita già dai primi mesi del 2019; viceversa si attende una riduzione delle polizze finanziarie (unit-linked) del 20% (dai 30 miliardi del 2018 a 24 miliardi). Le stime sul vita sono confermate dai dati sulla nuova produzione delle polizze individuali che, a fine maggio 2019, registrava 37,1 miliardi di premi (contro i 36,4 miliardi dei primi cinque mesi del 2018) e una crescita di circa il 2% imputabile alle rivalutabili di ramo I (+17,1%), mentre quelle di ramo III si contraggono di quasi il 26%.
Nel complesso i risultati e le previsioni fanno ben sperare e indicano nei nuovi bisogni di salute, nel ricorso alla tecnologia e nel bisogno di protezione di aziende e professionisti le leve da sfruttare per la crescita del comparto e la tenuta del sistema socio-economico del Paese.
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