UNO SGUARDO SUL MONDO

Notizie tratte da Business Insurance, Commercial Risk, Global Risk Manager (London), WorkCompCentral, Asia Insurance Review e Middle East Insurance Review (Amman)

UNO SGUARDO SUL MONDO

ILS, UN NUOVO MASSIMO STORICO
Le emissioni di insurance-linked securities (Ils), secondo un recente rapporto di Swiss Capital Re, hanno raggiunto nel 2024 il nuovo massimo storico di 17,2 miliardi di dollari, superando di slancio il precedente record di 16 miliardi di dollari che era stato toccato l’anno precedente. Il settore continua a essere dominato dalla gestione del rischio negli Stati Uniti, in particolare per quanto riguarda l’ambito degli uragani. L’emissione più grande è stata il Winston Re 2024-1 di Tower Hill Insurance Group, che ha fornito una copertura da 400 milioni di dollari per le tempeste in Florida.



UN NUOVO RECORD PER BERKSHIRE HATHAWAY
Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffett, ha fatto segnare un nuovo record. La società ha chiuso il 2024 con un utile operativo di 47,44 miliardi di dollari, in rialzo del 27% rispetto all’anno precedente. Alla base del risultato, come affermato dallo stesso Oracolo di Omaha, ci sono soprattutto i più alti rendimenti dei titoli di Stato negli Stati Uniti, ma anche la performance messa a segno dalla divisione assicurativa e, in particolare, dalla controllata Geico, che avrebbe beneficiato dell’aumento dei prezzi e della maggiore disciplina di sottoscrizione, così come di un sostanziale calo dei costi legati ai sinistri automobilistici.



CATASTROFI NATURALI, 200 MILIARDI DI DOLLARI DI PERDITE
Le catastrofi naturali potrebbero generare nel 2025 perdite assicurative per 200 miliardi di dollari in tutto il mondo. Lo ha affermato Peter Zaffino, presidente e ceo di Aig, in occasione della presentazione dei risultati finanziari del gruppo assicurativo. Il top manager ha evidenziato il conto salato degli incendi in California e ha affermato che, in presenza di una stagione degli uragani “significativa ma non anomala”, le perdite assicurative provocate da catastrofi naturali potrebbero superare i livelli già elevati raggiunti negli ultimi anni. “Tutto ciò potrebbe ricalibrare l’attività dell’intera industria assicurativa”, ha commentato.



AFRICA, UN MERCATO UNICO PER LE POLIZZE
L’Africa ha bisogno di un mercato unico per le assicurazioni. L’appello è stato lanciato da Mohammed Hassan Bensalah, presidente della Maroccan Insurance Federation, in occasione di una conferenza della Federation of African National Insurance Companies. “Potremmo trarre grandi benefici dall’unione e dalla solidarietà per rafforzare la nostra capacità di offrire coperture efficaci ai rischi specifici dell’Africa”, ha affermato. “Credo che sia ormai arrivato il momento – ha aggiunto – di adottare una visione più ambiziosa e di tracciare la rotta verso un mercato unico dell’assicurazione in Africa”.



GERMANIA, L’ANNO DELLA RIPRESA
Il mercato assicurativo tedesco si prepara alla ripartenza dopo “aver toccato il fondo”. Ne è convinta la Gdv, l’associazione delle compagnie assicurative in Germania, che in un recente rapporto ha pronosticato che nel 2025 i premi dell’industria “dovrebbero registrare una crescita del 5% su base annua e raggiungere il valore complessivo di 250 miliardi di euro”. Molte aspettative sono riposte nella performance del ramo danni, con premi stimati poco sotto la soglia dei 100 miliardi di euro e una crescita prevista del 7,5% rispetto all’anno precedente. Più contenuta, ma comunque positiva (+1,3%), la crescita invece prevista per il business vita.



LA CINA PUNTA SULL’ORO
Le autorità cinesi hanno concesso a dieci primarie compagnie del paese, fra cui i colossi Picc Property & Casualty e China Life Insurance, la possibilità di effettuare investimenti in oro. Per il mercato cinese si tratta di una svolta storica: è infatti la prima volta che il mercato, finora focalizzato principalmente su obbligazioni e azioni, si apre al settore degli investimenti alternativi. Le società potranno allocare fino a un massimo dell’1% dei propri asset in oro, liberando risorse per 27,5 miliardi di dollari. La decisione è dettata dalla necessità di far fronte alla crisi del mercato immobiliare e al rallentamento dell’economia.


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