COPERTURE PER UN LAVORO CHE CAMBIA

L’evoluzione nel mondo delle professioni porta con sé la necessità di soluzioni assicurative in grado di adattarsi al mutato scenario di mercato: obblighi normativi e nuove mansioni stanno alimentando una sempre maggiore richiesta di polizze per le compagnie. Fra i professionisti è partita la caccia all’assicurazione perfetta

COPERTURE PER UN LAVORO CHE CAMBIA
Il World Economic Forum ha stimato che il 65% dei bambini che oggi vanno a scuola, una volta terminato il loro percorso formativo, farà lavori che ancora non esistono. Innovazioni come internet super veloce, intelligenza artificiale, big data analysis e cloud computing, stando ai risultati del report The future of jobs 2018, guideranno il passaggio definitivo verso professioni che adesso stanno muovendo solo i primi passi. New technology specialist, organizational development specialist e application developer analyst: sono questi i lavori di domani. C’è poi chi si spinge ancora più in là, arrivando a fantasticare su professioni che oggi facciamo fatica anche solo a immaginare. A detta della comunità di futurologi World Future Society, per esempio, nel mondo di domani ci sarà spazio anche per professioni come l’analista dei sogni, l’educatore di intelligenze artificiali e la guida in scenari alternativi che saranno generati da dispositivi sempre più sofisticati installati nel nostro cervello. Suggestioni che al momento, almeno per qualcuno, si fermano al livello della fantascienza. Come del resto era fantascienza immaginare all’inizio degli anni 2000 che oggi qualcuno sarebbe stato pagato per curare l’identità digitale di istituzioni e aziende.
Sia come sia, il mondo delle professioni appare in deciso fermento. E già oggi, senza andare troppo in là con l’immaginazione, necessita di coperture in grado di adattarsi rapidamente a un mercato del lavoro che cambia.

ESSERE PRONTI A NUOVE RESPONSABILITÀ 

Il mercato del lavoro non evolve in maniera lineare: a lunghe fasi di lento cambiamento, quando non vera e propria impasse, si accompagnano rapide fughe in avanti che possono generare improvvisamente nuove mansioni e, di conseguenza, nuovi bisogni di copertura. In Europa se ne è avuto prova recentemente con l’entrata in vigore del regolamento comunitario n. 2016/679, più conosciuto con l’acronimo inglese di Gdpr: la disciplina, nel rinnovare la complessiva normativa sulla privacy, ha introdotto l’obbligo per ogni azienda europea che gestisce dati personali di dotarsi di una nuova figura professionale, definita data protection officer e chiamata ad assicurare il regolare trattamento dei dati personali a disposizione dell’impresa. 
Le responsabilità in capo a questa nuova figura professionale, considerate anche le elevate sanzioni previste dal regolamento europeo in caso di inadempienze, sono immediatamente evidenti. E richiedono coperture adeguate ed efficienti, in grado di adattarsi a un contesto di mercato in continua evoluzione. “Con l’introduzione della nuova disciplina per la protezione dei dati personali, si è affermata l’esigenza di offrire coperture professionali ai data protection officer e di integrare le soluzioni assicurative per i consulenti tecnico-legali che operano in tale ambito”, afferma Walter Villa, professional indemnity manager e Europe PI practice leader di Aig.


LA SPINTA DELLA NORMATIVA

L’evoluzione normativa, prima ancora che il mercato stesso, costituisce probabilmente il principale motore di cambiamento. E in Italia, Paese notoriamente sotto-assicurato che ancora fatica ad abbracciare un’adeguata cultura di prevenzione del rischio, pare esserlo ancora di più. Lo si è visto nel 2013, quando l’entrata in vigore della cosiddetta riforma delle professioni ha imposto l’obbligo per ogni professionista di sottoscrivere una polizza assicurativa di responsabilità civile professionale. La novità ha dato nuovo impulso al settore, alimentando la domanda di coperture e soluzioni in grado di proteggere il professionista dagli imprevisti del mestiere.
“Dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà a oggi, abbiamo notato un progressivo ampliamento dell’offerta di polizze di Rc professionale e una maggior pressione competitiva”, osserva Mauro Semenza, underwriting director financial lines di Dual Italia. “Tutto ciò – prosegue – è normale, considerati da un lato gli obblighi normativi e dall’altro la sollecitazione attiva degli ordini professionali affinché le coperture assicurative siano ampie e chiare”.


CRITICITÀ DI UN MERCATO IN CRESCITA 

Lo sviluppo del settore ha portato con sé nuove opportunità ma anche, come spesso capita, qualche inaspettata criticità. “Stiamo assistendo per la prima volta a un irrigidimento del mercato della responsabilità civile professionale – riflette Villa – influenzato negativamente dall’andamento tecnico di alcune professioni, come quella medica, e dall’onda lunga delle richieste di risarcimento sui prodotti Rc amministratori”. A pesare, aggiunge, è in particolare “il generale aumento della frequenza e della severità dei sinistri, dovuto a fattori come l’andamento negativo o altalenante dell’economia e la maggiore litigiosità dei consumatori, che dimostrano oggi un minore timore reverenziale nei confronti del professionista e, più ancora che in passato, ne contestano l’operato e le attività, anche solo per ottenere un piccolo sconto sull’onorario”.
Le difficoltà economiche, in questo contesto, diventano un ulteriore elemento di rischio. Innanzitutto perché, spiega Villa, “i numerosi fallimenti hanno determinato un aumento delle richieste nei confronti dei collegi sindacali, dei revisori e degli amministratori”. E poi perché, prosegue, le minori disponibilità economiche possono riverberarsi in minori risorse “che professionisti e aziende possono investire in attività di risk management, con conseguente aumento dell’esposizione al rischio”.



ALLA RICERCA DELLA POLIZZA PERFETTA

Poste queste basi, non stupisce che fra i professionisti sia partita la caccia alla polizza perfetta. “L’asticella si è sicuramente alzata”, afferma Semenza. “C’è maggior consapevolezza – aggiunge – fra i professionisti e soprattutto fra la committenza, che sempre più spesso pone come requisito base per la stipula del contratto che il lavoratore sia adeguatamente coperto da ogni rischio: sottolineo adeguatamente perché oggi i professionisti sono più informati e richiedono polizze con retroattività illimitata, garanzia postuma e vincolo di solidarietà”. Alla base probabilmente c’è anche una maggiore sensibilità, che ha portato, secondo Villa, a un cambio di passo rispetto al passato, quando “l’assicurazione era vista come un male necessario per essere in linea con l’obbligo di legge o per soddisfare le richieste contrattuali dei clienti”.
L’offerta sta quindi diventando sempre più sofisticata. “Tutte le polizze di Rc professionale di Dual Italia sono all risks & all inclusive”, afferma Semenza. “La nostra offerta – prosegue – si caratterizza per alcuni plus già inclusi in tutte le coperture: retroattività illimitata, tacito rinnovo, garanzia postuma, responsabilità solidale, formula claims made e copertura delle circostanze esplicitata in modo semplice ed esaustivo”. Stessa attenzione anche in casa Aig, dove le soluzioni, afferma Villa, “si caratterizzano per l’elevato numero di destinatari, specificità nella tipologia di prodotti, modularità, flessibilità e disponibilità a massimali importanti”.

NUOVE PROFESSIONI DA COPRIRE

Intanto, l’evoluzione del mercato prosegue. E, con essa, la necessità di offrire coperture adeguate a un numero crescente di professioni. “Stiamo assistendo – afferma Semenza – a una sempre maggior richiesta dal mondo delle professioni regolamentate, in particolare società di consulenza, servizi IT e hi-tech, media ed organizzazione eventi”. Altri spunti arriveranno nuovamente dall’evoluzione normativa, come sottolinea Villa citando il nuovo codice degli appalti. “La legge – dice – introduce la figura del commissario di gara, il quale, qualora fosse incaricato all’esterno dell’ente, potrebbe avere una responsabilità professionale nei confronti di quest’ultimo”.
Le sfide, dunque, non mancano. E si intrecciano a un contesto generale che già oggi mostra carenze nel livello di copertura assicurativa: un obbligo non basta a cambiare la cultura di un Paese. “C’è un territorio quasi inesplorato costituito da decine di migliaia di professionisti che, vuoi per poca sensibilità, vuoi per scarso interesse di intermediari e assicuratori, non sono ancora stati raggiunti”, afferma Villa. “Pur in presenza di un obbligo di legge – conclude – rimane relativamente alta la percentuale di chi non si assicura in assenza, in diversi casi, di un sistema sanzionatorio”.

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