UN SECONDO PILASTRO PER UNA SANITÀ PIÙ EQUA
In Italia siamo di fronte a un’emergenza sanitaria che vede l’aumento della spesa out of pocket e delle disuguaglianze fra cittadini e tra Nord e Sud. Appare ormai inevitabile definire un secondo pilastro complementare al Ssn per garantire una sanità più equa
21/06/2019
Sono oltre otto milioni gli italiani che oggi non hanno più la possibilità di essere assistiti dallo Stato nei loro percorsi di cura. Questa la principale evidenza che emerge dal libro La Salute è un Diritto. Di tutti, realizzato e presentato a Roma, alla presenza delle istituzioni, da Marco Vecchietti, ad e dg Rbm Assicurazione Salute.
Più di sette italiani su dieci ogni anno pagano di tasca propria almeno una prestazione sanitaria, per una spesa privata complessiva che sfiora i 40 miliardi di euro. Un fenomeno in costante espansione (+9,9% tra il 2013 e il 2018) che riguarda quasi 44 milioni di persone, con un esborso medio di circa 655 euro per cittadino, dove i più penalizzati sono i malati cronici, quelli a basso reddito, le donne e i non autosufficienti.
La spesa sanitaria privata è la “più grande forma di disuguaglianza – ha affermato Vecchietti – perché diversifica le possibilità di cura esclusivamente in base al reddito di ciascun cittadino”. A questo si aggiunge l’aumento delle disparità a livello territoriale che sta alimentando il flusso delle migrazioni sanitarie dalle regioni del Sud verso il Nord.
“A partire dal 2025 – ha rivelato l’autore – il fabbisogno assistenziale della popolazione richiederà un incremento della spesa sanitaria di almeno ulteriori 20 miliardi”. (fonte Rgs). Ora, per non aumentare ulteriormente l’importo medio procapite della spesa sanitaria out of pocket bisognerebbe ridurre di circa un terzo gli attuali Lea messi a disposizione della popolazione; l’alternativa, per mantenerli inalterati, è portare la spesa sanitaria privata da 580 euro a testa a 1.074 euro pro capite.
RADDOPPIARE IL DIRITTO ALLA SALUTE
Per porre fine a queste iniquità appare inevitabile introdurre un secondo pilastro sanitario integrativo, come già realizzato per la previdenza: un sistema a governance pubblica e gestione privata per un’intermediazione strutturata della spesa delle famiglie che “raddoppierebbe” il diritto alla salute degli italiani” offrendo un’alternativa al pagamento di tasca propria o alla rinuncia alle cure sanitarie.
“I bisogni di cura dei cittadini – ha concluso Vecchietti – sono cambiati. Solo creando un secondo pilastro complementare al Ssn potremo garantire a tutti uguali condizioni di accesso per soddisfare questi nuovi bisogni, attraverso una riorganizzazione del modello di erogazione delle prestazioni sanitarie e l’attuazione di politiche di prevenzione diffusa.
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