RICONOSCERE OGGI I GRANDI RISCHI DI DOMANI
Assicurare contro le nuove minacce per l’individuo derivanti dall’innovazione tecnologica e dal progresso scientifico. È ciò che si propone di fare Wallife, start up insurtech fondata da Fabio Sbianchi (ex Octo Telematics) con l’ambizione di fare ricerca e lanciare prodotti relativi ad ambiti ancora poco o per nulla battuti, tra cui i dati genetici e biometrici. Maria Enrica Angelone, ceo della società, spiega obiettivi e progetti di sviluppo
07/10/2022
Esistono diversi rischi che fatichiamo a identificare pienamente come tali. La velocità sempre più elevata con cui avanza il progresso tecnologico spesso non ci lascia il tempo di riflettere a sufficienza sulle potenziali fonti di pericolo derivanti dall’innovazione. E dal canto suo l’assicurazione, in assenza di dati e serie storiche da poter analizzare, si trova dover rincorrere fenomeni ancora in divenire. È l’osservazione di questa dinamica che ha dato vita a Wallife, insurtech italiana che si propone di mettere a punto soluzioni assicurative contro i nuovi rischi per la persona derivanti dall’innovazione tecnologica e dal progresso scientifico.
BIOMETRICS, GENETICS E BIOHACKING
Fondata nel 2020 da Fabio Sbianchi, già founder di Octo Telematics, Wallife è guidata dalla ceo Maria Enrica Angelone, e incentra le proprie attività di ricerca nell’individuazione e nella mitigazione delle criticità emerse dai potenziali risvolti negativi su tre macro-aree di rischio: biometrics, genetics e biohacking. Dalla protezione della propria identità digitale alla difesa dall’uso distorto e fraudolento delle informazioni sul patrimonio genetico individuale, l’attività di ricerca, alla base dell’ideazione delle polizze targate Wallife, è coordinata dall’advisory board della società, nel quale figurano professori universitari ed executive impegnati in attività di ricerca e innovazione.
“La mission di Wallife – spiega la ceo Maria Enrica Angelone – è quella di proteggere gli individui da rischi sconosciuti e ancora inesplorati derivanti dall’utilizzo delle nuove tecnologie”. La scintilla iniziale da cui è partito il progetto è arrivata da un’intuizione di Fabio Sbianchi nel corso del lockdown del 2020, e in particolare da una riflessione sull’accelerazione dell’innovazione. “Le persone, solitamente, usano la tecnologia senza conoscere quali possano essere gli utilizzi distorti, i bug, o le vulnerabilità”. Molti dei potenziali rischi non riescono a essere intercettati dall’assicurazione perché, osserva Angelone “non si ha il tempo materiale per costruire le serie storiche e statistiche su cui creare prodotti assicurativi”. Per questo l’idea iniziale di Sbianchi era quella di limitarsi a studiare i nuovi fenomeni, creando un laboratorio di ricerca assicurativa che producesse analisi sui rischi derivanti dal progresso scientifico e tecnologico. “Tuttavia – racconta Angelone – l’idea è piaciuta molto ai nostri investitori, i quali ci hanno spinto a fare un passo ulteriore, andando a completare il nostro progetto creando noi stessi i prodotti per assicurare i rischi studiati”.
LE DUE ANIME DI WALLIFE
Come accennato, quindi, Wallife ha due anime: una concentrata sull’esplorazione dei fenomeni, l’altra prettamente commerciale. “Sono due anime che convivono e che vanno a velocità diverse, perché se è vero che la ricerca ha i suoi tempi, la parte commerciale segue il normale ciclo di vita del prodotto assicurativo”, precisa Angelone.
Wallife inoltre collabora anche con enti esterni di ricerca, tra i quali è possibile citare l’Università di Cagliari, e in particolare il team presieduto da Gian Luca Marcialis, professore associato di Sistemi di elaborazione delle informazioni e a capo del dipartimento che studia le frodi biometriche: “con il suo team – spiega Angelone – stiamo approfondendo non solo lo studio delle frodi biometriche odierne, ma di quelle che possono materializzarsi domani”.
I PROGRAMMI DI SVILUPPO
Wallife, che tecnicamente è una Mga, impiega al momento più di 20 persone, e ha in programma per il prossimo anno il raddoppio dell’organico. Relativamente alle aree di rischio individuate, il mercato assicurativo, secondo la società, è destinato a crescere: per la protezione dei dati biometrici, ad esempio, l’insurtech stima una crescita del 18,3% tra il 2020 e il 2026, che potrà raggiungere un valore di 68,6 miliardi di dollari entro il 2025.
La sede principale della società, amministrativa, organizzativa e commerciale, è a Roma, mentre le attività di innovazione e sviluppo tecnologico sono dirette da Zurigo, dove il team di Wallife lavora all’implementazione delle infrastrutture tecnologiche a supporto delle soluzioni assicurative.
Per quanto riguarda gli investitori, la società ha concluso ad agosto 2020 un primo round di finanziamento, raccogliendo 4,8 milioni di dollari e classificandosi sesta in termini di performance a livello europeo per il settore insurtech. L’azienda ha raccolto l’interesse di oltre 40 investitori, tra cui figurano Nerio Alessandri, fondatore e presidente di Technogym, Antonio Assereto di Proximity Capital, e Andrea Dini di Aptafin (il quale è entrato a far parte del board), oltre ad altri soggetti del panorama finanziario internazionale tra banche e private equities. Un nuovo round di investimento da 12 milioni di euro si è concluso lo scorso luglio; al round ha partecipato un pool di investitori e business angels italiani e internazionali, guidati da United Ventures, il cui partner Massimiliano Magrini è anch’egli entrato nel board. Nel cda, inoltre, è presente anche Yuri Narozniak, già dg di Groupama Assicurazioni, che ha messo la propria esperienza a supporto dello sviluppo di tutta la componente prettamente assicurativa e commerciale della start up.
TELEMEDICINA E METAVERSO, NUOVI CAMPI DI INDAGINE
Il primo prodotto lanciato da Wallife si chiama Wallife Biometrics Id Wallet e protegge l’identità biometrica della persona, salvaguardando in caso di accesso fraudolento attraverso il proprio smartphone agli account di pagamento online (conti correnti, carte di credito, e-commerce).
“Alcuni ambiti in cui stiamo sviluppando dei prodotti – ammette Angelone – al momento sono delle nicchie di mercato, ma noi di questo non abbiamo paura, anzi, per certi versi è quasi una scelta perché è solo così che si possono esplorare i rischi nuovi. Noi vogliamo intercettare dei trend: non rivolgiamo la nostra attenzione verso aree che pensiamo rimarranno delle nicchie, ma investiamo laddove osserviamo un trend che crescerà molto”. Attualmente le nuove aree di indagine su cui si sta indirizzando la start up sono la telemedicina e il metaverso: un trend, quest’ultimo, “che sta cambiando la percezione della realtà fisica e di quella virtuale, e noi vogliamo provare a capire quali saranno i possibili rischi”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA