SALUTE E BENESSERE: LA NUOVA FRONTIERA DEI DATI PERSONALI
18/10/2022
L’attenzione alla salute è da sempre una preoccupazione prevalente delle persone. Negli ultimi anni, tuttavia, anche complice la pandemia, ha assunto una centralità maggiore e attrae sempre nuovi operatori di mercato. La nostra riflessione si propone di fare luce su alcuni trend della domanda e dell’offerta che si stanno manifestando.
Dal lato della domanda, ci sono tre aspetti particolari da rilevare, il primo dei quali è la crescita della richiesta di benessere. Oltre la cura delle malattie, l’attenzione delle persone viene orientata alla ricerca del benessere. Come corollario, ci si interessa ai sistemi di prevenzione delle malattie e si approfondiscono le esigenze di scegliere oculatamente l’alimentazione, considerata come la prima medicina per il benessere, di praticare un sano esercizio fisico e di curare il sonno. Il secondo aspetto è l’aumento della sensibilità alle malattie infettive, che può alterare sia i comportamenti sociali individuali sia le condizioni di vita, quando gli Stati decidono misure particolarmente restrittive, come sta accadendo attualmente in alcune città cinesi. In terzo luogo, emerge sempre di più il rapporto tra mente e corpo, “mens sana in corpore sano”, anche grazie agli studi recenti che rivelano le forti interazioni tra cervello, intestino, sistema endocrino e sistema immunitario. Parallelamente, cresce la domanda di intervento sulla “mental health”, la salute mentale, considerata sempre di più come importante area terapeutica soprattutto dalle nuove generazioni.
L’OFFERTA SEGUE NUOVI TREND, PIÙ TECNOLOGICI
Tre aspetti vanno evidenziati anche per quanto riguarda l’offerta. In questo caso va sottolineato in primis il rafforzamento dei servizi alla salute, con particolare riferimento a quelli di prevenzione e di prestazione a distanza, collegati spesso a una maggiore disponibilità di dati e all’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale a supporto della diagnostica. Spesso questi servizi si accompagnano con app che misurano la salute e il benessere, “health scores”, sulla base dei comportamenti adottati e che motivano i partecipanti a confrontarsi con amici e colleghi motivandoli, ad esempio, a svolgere un’attività fisica. Tra le applicazioni che mi hanno sorpreso, recentemente, c’è quella proposta da Binah.ai, una start up israeliana, che sulla base dell’immagine del viso riflessa sullo smartphone misura in pochi secondi molti parametri vitali. Va poi evidenziato l’aumento dell’offerta in presenza e a distanza di servizi per curare la salute mentale, spesso senza ricorso a medicine, ma attraverso l’assistenza di medici specializzati e interventi sullo stile di vita. Cresce l’attenzione all’epigenetica, ovvero all’influenza dell’ambiente che ci circonda e delle nostre abitudini sulla salute. Infine, cambia la struttura dell’offerta delle cure sanitarie, fino a oggi molto articolata tra medici, farmacie, ambulatori e ospedali, attraverso un processo di concentrazione in gruppi più grandi e spesso dotati di particolari capacità tecnologiche. Inoltre, alcuni giganti della tecnologia, come Amazon e Apple stanno dimostrando un interesse crescente al comparto della salute e del benessere.
I DATI HANNO GIÀ APERTO IL MERCATO A PROTAGONISTI ESTERNI AL SETTORE
Esaminando da vicino questo interesse dei giganti della tecnologia emerge un’evidenza: dopo la conquista dei dati sulle interazioni sociali, che hanno permesso ad alcuni di conoscere le esigenze delle persone a fini promozionali e non solo, si sta aprendo la nuova frontiera della conoscenza dei dati biologici delle persone, sicuramente al fine di offrire servizi sempre più personalizzati, ma senza dimenticare il potenziale di utilizzo ancora tutto da comprendere.
In questo contesto, non è passata inosservata, l’acquisizione da parte di Amazon con un investimento di quasi 4 miliardi di dollari di One Medical, una rete di cliniche americane che offrono sia servizi in presenza che a distanza, che ha come clienti oltre 8 mila società e i loro collaboratori. Questa operazione segue il tentativo congiunto, senza successo, di Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan Chase di costruire una società per l’offerta di cure ai collaboratori delle imprese (si ricordi che negli Usa molte delle coperture sanitarie sono offerte tramite gli accordi con le aziende). Si tratta da una parte di ridurre e razionalizzare i costi sanitari, tramite l’accesso a distanza, e dall’altro di occupare il mercato della salute che negli Usa vale 4 mila miliardi di dollari.
Il settore assicurativo, da parte sua, non sta a guardare: si moltiplicano le offerte di servizi sanitari ai propri clienti, con alcune realtà, come Ping An, in Cina, che hanno sviluppato un complesso ecosistema che va dalla prenotazione delle visite per i pazienti, alla creazione di reti convenzionate, alla gestione e amministrazione di un’ampia rete di ospedali anche pubblici, al finanziamento della ricerca medica, alle molteplici iniziative delle assicurazioni europee nell’ambito dei servizi integrativi, come, ad esempio, Livewell del gruppo Zurich.
LA QUALITÀ DELLA SALUTE METTE AL CENTRO LA PERSONA
In Italia, sarebbe ingeneroso voler citare una piuttosto di un’altra iniziativa, tante sono le offerte innovative di grande interesse sia da parte delle compagnie che delle loro società di assistenza.
Nella sua attività di diffusione della cultura del rischio, il Cineas è stato il primo ente in Italia a organizzare un master per i risk manager sanitari, che occupano un ruolo primario nella difesa della qualità delle cure. Più di recente, il consorzio si è dotato di una struttura di Comitato Scientifico, condotto dal nostro vice presidente del settore Sanità, Gustavo Galmozzi, consulente e clinical risk manager dell’Irccs Istiuto Nazionale dei tumori, volta ad approfondire in modo continuativo le tematiche relative alla cura delle persone, ponendo al centro della sua riflessione i modelli che possono favorire la crescita della qualità delle prestazioni e la mitigazione dei rischi, grazie a un processo personalizzato di valutazione dei centri di cura.
È mia convinzione, infatti, che occorra evitare approcci generalizzati e poco adatti alle singole situazioni, come ad esempio i Drg. Essi hanno creato effetti distorsivi nell’allocazione delle prestazioni e, probabilmente, ostacolato i medici nel prescrivere le cure più adatte, con l’obiettivo di tenere sotto controllo i costi, e si sono rivelati inefficaci nella regolazione dell’equilibrio tra domanda e offerta, come dimostrano, sempre di più, le lunghe attese cui sono sottoposti i cittadini.
L’innovazione tecnologica, i nuovi entranti sul mercato, la sempre maggiore attenzione delle persone al loro benessere, un auspicabile rinnovato rispetto per la spesa effettuata con fondi pubblici, se utilmente indirizzati, potranno permettere un’efficace evoluzione dell’attuale sistema.
È quanto è dovuto ai nostri concittadini per un bene insostituibile come la salute.
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