DANNO ALLA PERSONA: MOTO PERPETUO O CAMBIAMENTO?
30/06/2014
È possibile che un moto indotto possa perdurare senza avere mai fine?
Sembrerebbe di sì, soprattutto se abbiniamo il concetto di moto perpetuo a una materia tanto cara (in tutti i sensi) agli assicuratori: il risarcimento del danno non patrimoniale.
Si tratta di un terreno su cui, da anni, continuano a maturare leggi e sentenze, richieste di interventi e correttivi, obblighi per le compagnie e valutazioni sulla sostenibilità del sistema.
Sul tema dibattono istituzioni, legislatore, magistrati, avvocati, giuristi e medici legali, tutti in cerca di una soluzione che sappia conciliare la capacità di indennizzo delle compagnie, il giusto risarcimento per le vittime e il rispetto per quello che Paolo Virzì ha voluto definire “Capitale Umano”. Il suo film racconta una storia di degrado morale, corruzione e decadimento di valori in nome della ricchezza, partendo da un incidente mortale in cui viene coinvolto un cameriere di rientro dal lavoro. In chiusura del film, un messaggio raggelante sulle compagnie di assicurazioni e sulla loro arida quantificazione del valore della vita (che oltretutto garantirebbe un risarcimento maggiore ai ricchi piuttosto che ai poveri).
Anche di questo si è parlato nella tavola rotonda che ho coordinato nell’ambito del XXIII Congresso Nazionale dell’Associazione Melchiorre Gioia. Le compagnie mostrano numeri e conti che disegnano uno scenario chiaro, individuando gli interventi che ancora oggi, in una situazione di maggiore concorrenza e tariffe più basse, risultano indispensabili per rendere sostenibile la liquidazione del danno non patrimoniale. Ma all’analisi industriale, ai numeri e ai risultati di business, continua a opporsi la valutazione, appunto, del “capitale umano”. Tra questi due opposti proliferano, come detto, leggi e sentenze, iniziative delle compagnie per ridurre i costi, aumentare l’efficienza, creare economie di scala, intervenire sulle speculazioni, contrastare le frodi. Tanti gli attori che intervengono in questa complessa filiera, che ruota attorno al rispetto dei consumatori e al concetto di giustizia. Con posizioni, più o meno documentate da numeri e cifre, che decisamente variano a seconda delle parti. L’edizione del Congresso di quest’anno ha avuto come titolo “Moto perpetuo, mondo assicurativo tra norme e sentenze” e si è tenuto a ridosso delle elezioni europee. Qualcuno ha evidenziato l’importanza fondamentale dell’incontro del 17 giugno, quando le Sezioni Unite della Corte di Cassazione si pronunceranno ancora per riesaminare il sistema di risarcimento del danno alla persona. Altri hanno indicato invece come data determinante il 25 maggio, l’appuntamento elettorale, vera occasione data ai cittadini per avere un ruolo nelle decisioni politiche. Al di là delle date, e con un esito elettorale che ha decisamente dato un segnale di cambiamento e di interruzione a un moto che per troppo tempo è sembrato perpetuo, la ricetta sembra molto semplice nell’idea ma altrettanto difficile nell’applicazione. In attesa che il legislatore faccia chiarezza, senza demandare i propri compiti a giudici e magistrati, continuerà a essere indispensabile la ricerca di un punto di incontro, attraverso un dialogo costruttivo (e non arroccato su posizioni di parte) tra tutti gli attori di una materia complessa basata sul valore sociale dell’assicurazione.
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