RISCHIO LEGALE: IL FOCUS È SULLE IMPRESE
Le compagnie che operano nella tutela legale stanno registrando una crescente attenzione nel mercato, soprattutto tra le aziende e i professionisti, rispetto ai rischi e alle crescenti aree di responsabilità, tra cui emergono cyber, Bonus 110% e sicurezza. La normativa in evoluzione costante induce a operare sulla flessibilità delle coperture, che devono considerare scenari mutevoli
09/09/2022
L’appuntamento con l’approfondimento sulla tutela legale di Insurance Review permette di monitorare l’andamento di una nicchia di mercato costantemente in crescita (+7,7% nel 2021, per una raccolta premi diretti di 484 milioni di euro).
Da settembre 2020 a oggi le osservazioni delle compagnie specializzate hanno raccontato un cambiamento sensibile, di cui si possono tirare le somme e consolidare gli esiti per guardare al futuro. Dopo due anni di pandemia qualcosa è cambiato: non solo la tecnologia è parte integrante del rapporto con gli intermediari e i clienti, ma sembra essere mutata la considerazione degli assicurati verso i rischi (non più remota ipotesi ma eventualità concreta) e l’attenzione degli intermediari verso le soluzioni assicurative di tutela legale, sempre meno prodotto accessorio e sempre di più proposta costruita per far fronte a un’esposizione percepita come reale. Ciò non toglie che il mercato sia ancora fortemente guidato dall’offerta, ma l’attenzione è senz’altro maggiore.
Osserva Francesca Breda, responsabile area commerciale agenti e broker e area tutela legale di Global Assistance: “il biennio pandemico ha fatto maturare le compagnie specialmente nell’innovazione, e gli intermediari e i clienti verso una maggiore consapevolezza. Non serve più utilizzare esempi nella trattativa perché i rischi potenziali fanno parte della quotidianità di privati e imprese. Gli intermediari ci chiedono supporto e formazione non solo sui prodotti ma soprattutto su come incastonare una copertura di tutela legale nel contesto assicurativo del cliente. La platea è senz’altro più matura: gli intermediari hanno imparato a comparare le polizze e hanno colto nel ramo della tutela legale la possibilità di aumentare il loro business in una logica di servizio verso il cliente”.
Global Assistance sviluppa il suo business sia con i privati, sia con le imprese. Nel primo caso in un contesto di contrazione economica e inflazione prevale la volontà di difendere il proprio patrimonio, “con un rischio retail molto attivo, fatto di famiglie che si assicurano per proteggere la vita privata, i beni, i propri diritti e la propria privacy in relazione al rischio cyber, protezione quest’ultima in cui abbiamo incluso l’uso dei social da parte dei figli minori”, spiega Breda.
COPERTURE DA ADEGUARE AI MUTAMENTI NORMATIVI
Anche per Alfredo Penna, direttore generale di Uca, la pandemia ha fatto registrare un salto di qualità alla percezione del rischio, che si è ampliata a categorie prima più indifferenti, ed è aumentata di intensità. “Le controversie di lavoro – spiega – sono cresciute in misura minore rispetto a quanto ci si attendeva due anni fa, e accade che un tema come quello della sicurezza sia oggi all’attenzione di un target più ampio, che comprende anche gli studi professionali e le attività eroganti servizi che tradizionalmente non erano sensibili all’esigenza di copertura di tutela legale in materia”.
Il mercato è cresciuto anche sulla spinta di altri rischi, che Penna individua primariamente nella tutela della privacy e nel rischio cyber, in relazione all’aumentato utilizzo di strumenti tecnologici, nelle responsabilità per imprese, professionisti e privati impegnati nelle ristrutturazioni edilizie finanziate con il Bonus 110% e, ancora, per le tipologie di soggetti coinvolti in incidenti stradali a seguito dei cambiamenti nella mobilità per l’utilizzo crescente di monopattini, biciclette, vetture elettriche.
“In ogni caso, quello della tutela legale rimane un mercato di offerta, che necessita di interventi finalizzati alla sensibilizzazione della clientela. Si è dimostrata di successo la scelta di Uca di offrire prodotti completi, sempre attuali, puntando su capitolati in grado di recepire automaticamente le evoluzioni normative”.
In tema di aggiornamento e servizio, Das si è focalizzata sull’estensione delle coperture alle esigenze emerse con il Bonus 110% e le altre agevolazioni fiscali. “Abbiamo analizzato il rischio sia dal punto di vista dei committenti dei lavori, sia da quello di aziende e professionisti incaricati. Siamo intervenuti ad esempio eliminando la carenza contrattuale per lavori di ristrutturazione, efficientamento energetico o per installazione di pannelli fotovoltaici e di colonnine di ricarica, sia nel prodotto di vita privata sia per i condomini”, spiega Roberto Grasso, director e general manager di Das. Inoltre, nell’offerta rivolta alle imprese edili e alle società di gestione immobiliare sono stati ampliati le garanzie e i massimali e introdotte altre estensioni, come in ricorso al Tar per gare pubbliche d’appalto.
Le novità si sono rivolte pure ai privati. “Da un’analisi condotta sulle famiglie ci siamo resi conto delle nuove esigenze organizzative nella gestione dei figli, anche per l’aumento di separazioni e divorzi, per cui abbiamo introdotto un servizio gratuito per i clienti retail utile a facilitare la gestione delle incombenze legate ai figli che possono generare momenti di incomprensione tra genitori”, osserva Grasso. È questo un primo passo che porterà Das all’analisi di altri trend sociali nell’ambito della vita privata e del tempo libero per integrare nuove garanzie nell’offerta dedicata alle persone fisiche.
IL CONTESTO VOLATILE DELLA RESPONSABILITÀ
Nonostante un panorama di rischio in crescita, la propensione delle imprese ad assicurarsi, come ha rimarcato il presidente di Ivass, Luigi Federico Signorini, nella presentazione della relazione annuale dell’Istituto, cresce con la dimensione dell’azienda stessa. Ciò fa sì che permanga una situazione di sotto assicurazione in particolare per le Pmi, verso le quali deve andare l’azione anche delle compagnie di tutela legale. Evidenziando questo aspetto, Stefano Buraglio, direttore generale di Tutela Legale, si sofferma sul tema delle responsabilità crescenti per i datori di lavoro. “Di fronte a nuovi rischi – afferma – la norma individua nuove responsabilità o rende più severo il quadro sanzionatorio esistente, aumentando l’esposizione di alcune figure in particolare. Il quadro normativo evolve continuamente e non ammette distrazioni, quindi una maggiore tutela personale e dei beni va considerata”. Le figure apicali delle imprese sono direttamente coinvolte nel profilo sanzionatorio, per esempio delle norme sulla sicurezza: “un caso concreto – ricorda il dg di Tutela Legale – si è visto con l’insorgere della pandemia, quando le numerose norme emanate hanno creato un contesto di responsabilità inedite e con precise attribuzioni; nel contesto è risultata ancora più decisiva la garanzia di tutela legale”. L’offerta deve quindi godere di un continuo lavoro di aggiornamento, attività che va svolta, secondo Buraglio, in sinergia con la rete agenziale.
Il rischio per le imprese è quindi l’ambito che più richiede l’attenzione delle soluzioni di tutela legale, sotto la spinta di una continua evoluzione degli scenari e delle responsabilità. Pietro Pipitone, direttore generale Roland, rappresentanza generale per l’Italia, tiene a elencare tre ambiti di responsabilità su cui c’è oggi molta attenzione, il primo dei quali è il nuovo Codice d’impresa, “che aumenta gli oneri per imprenditori e sindaci in particolare laddove si afferma il dovere di garantire il futuro dell’azienda, prendendo misure per reagire a contesti mutevoli, e senza indugio, cioè in maniera consapevole e organizzata”. Un secondo caso è esemplificato dalla recente sentenza sul grave incidente ferroviario di Viareggio del 2009, che ha affermato che il titolare dell’azienda può dover rispondere anche per errori di dipendenti che lavorano per società controllate. Una terza area, che si è aperta con la pandemia, riguarda le responsabilità dei datori di lavoro in relazione all’attività di smart working, in particolare per gli aspetti di privacy sui dati gestiti dal lavoratore e sulla sicurezza fisica e salute mentale di chi opera da casa; un’evidenza registrata è ad esempio “l’aumento dei casi di burn-out, per i quali il datore di lavoro può essere coinvolto in una causa di lavoro”.
I FATTORI ESG AIUTANO LA QUALITÀ DEL RISCHIO
Ciò che emerge è la conferma di uno stato di elevata complessità che riguarda in modo particolare le imprese, strettamente correlato a fattori contingenti, normativa e contesto economico e politico. “Più aumentano gli ambiti di rischio e più cresce la consapevolezza dell’opportunità di coperture di tutela legale: cyber risk, Bonus 110% e pandemia sono aspetti di rischio e responsabilità che hanno influenzato il mercato, anche se ancora non si colgono grandi impatti sulla sinistralità”, analizza Andrea Andreta, chief executive officer Italy di Arag, per il quale il tema centrale è far evolvere un settore che è poco sviluppato perché il prodotto tutela legale è vissuto ancora come accessorio ad altre soluzioni assicurative.
Collegato all’offerta, Andreta aggiunge il tema della qualità del rischio che si sottoscrive: “in collaborazione con Cribis, abbiamo effettuato una correlazione tra il nostro portafoglio e il loro rating Esg, ottenendo come risultato l’evidenza che sussiste un nesso diretto tra imprese virtuose sui temi della sostenibilità e bassa esposizione al rischio: queste imprese presentano una frequenza di contenziosi con pubbliche amministrazioni, dipendenti, fornitori, più basso anche rispetto a imprese caratterizzate da un rating finanziario simile. Stiamo lavorando su questi temi per cercare di costruire un’offerta dedicata alle aziende virtuose sulle tematiche Esg”.
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