UN MODELLO APERTO E ORIZZONTALE

Per la contrattazione serve maggiore apertura e ai gruppi aziendali va affidato il giusto potere: in equilibrio rispetto alla rappresentanza nazionale. In una prospettiva che proietti al futuro, senza guarda al passato. Ne parliamo con Francesco Saporito, componente dell'ufficio di presidenza dell'Associazione agenti UnipolSai, da poco espulso da Sna dopo la nomina a consigliere di amministrazione del Gruppo Unipol

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👤Autore: Laura Servidio Review numero: 21 Pagina: 28 - 29
“L’ottusità ha prevalso”. Questo il commento di Francesco Saporito all’azione dello Sna di espellerlo, dopo la nomina a consigliere di amministrazione di Unipol, incompatibile, secondo il collegio dei probiviri, con lo status di socio del sindacato.
“È un atto politico: l’ennesimo che toglie di mezzo chi la pensa diversamente da questa dirigenza”, afferma Saporito. 
“La nomina a consigliere di amministrazione – continua – rappresenta solo un pretesto, soprattutto se consideriamo che l’iniziativa arriva dopo oltre un anno dalla nomina. Inoltre, la convocazione davanti al collegio è stata fatta fuori dai termini statutari (la seconda lettera di convocazione l’ho ricevuta tre giorni dopo la data di convocazione), risolvendo la questione in modo burocratico e notarile. Senza dire che hanno accomunato la mia posizione a quella di Tristano Ghironi, dimenticando che, mentre quest’ultimo è un consulente della compagnia, io sono stato scelto da quattro gruppi agenti e che, quindi, sono lì in loro rappresentanza”. 

Secondo Saporito, lo status quo favorisce questo modello di rappresentanza che preferisce eliminare le opposizioni politiche a questa dirigenza sindacale, attraverso un uso strumentale e politico delle norme statutarie. “Nell’atto finale – spiega Saporito – non si motiva l’espulsione, limitandosi a dire che non è chiara, per gli iscritti al sindacato, l’utilità che deriva dall’essere consigliere di amministrazione; inoltre, non è stato provato il mancato rispetto delle norme statutarie: secondo l’art. 4 non può essere iscritto al sindacato chi ha vincoli di subordinazione o parasubordinazione alle compagnie, ma io non ho legami di questo tipo con l’impresa”. 

Nonostante l’espulsione, Saporito vuole guardare avanti. “Non farò ricorso al collegio dei garanti, la nostra associazione ha già assunto, nel mese di dicembre, la decisione di uscire dallo Sna. Voglio guardare avanti e sostenere il progetto di costituire non un nuovo sindacato, ma una rappresentanza che unisca tutti i gruppi agenti e le organizzazioni sindacali esistenti: un’iniziativa sulla quale abbiamo già ricevuto la disponibilità a discutere di Anapa e Unapass, ma non di Sna”.




SFORZO CULTURALE E PROGETTUALE

E, parlando di futuro, restano i problemi di una categoria in grande trasformazione. “Cambia la tecnologia e il mercato e anche gli agenti devono strutturarsi e trasformarsi rapidamente, imparando a gestire i nuovi strumenti di digitalizzazione”. 
Gli intermediari, secondo Saporito, devono puntare al rapporto privilegiato con il cliente, ma portando nuova professionalità e un modello di relazione più proattivo. “Chi aspetta che il cliente entri in agenzia avrà grossi problemi, in un mercato in cui aumentano i competitor e le quote di mercato diventano più esigue: solo la relazione, la professionalità e l’organizzazione potranno costituire le leve vincenti. Siamo davanti a una sfida epocale, ma sono convinto che gli agenti abbiano le risorse e le competenze per poterla superare”.


L’INTEGRAZIONE UNIPOL

In casa Unipol, poi, le criticità sono maggiori, vista l’integrazione societaria realizzata un anno fa e i cui effetti sono ancora in corso d’opera. “C’è da costruire – spiega Saporito – un’integrazione vera tra tutte le realtà, che passi dall’integrazione informatica, alla produzione del listino unico dei prodotti, fino all’unione tra esperienze diverse. E, in questo, le difficoltà maggiori sono per i colleghi Fonsai e Milano che stanno passando a un sistema unico, ma confidiamo che, entro l’anno, il processo si concluda”.
Un’operazione che richiede tenacia e lungimiranza, “ma soprattutto – spiega Saporito – il confronto: costruire un livello fiduciario alto e confrontarsi sulle soluzioni è la strategia necessaria per compiere l’integrazione. Il confronto vero, e non di facciata, tra tutti gli attori in campo è l’unico strumento utile per consolidare una relazione tra realtà che, fino a poco tempo fa, erano concorrenti e che, ora, hanno bisogno di trovare un filo comune”. 



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