GA-GI, FEDERICO SERRAO: UN PRESIDENTE PER GESTIRE LA CRISI

Il successore di Vincenzo Cirasola deve affrontare un momento complesso e chiede unità agli iscritti. In questa intervista a Insurance Review Sottolinea la necessità di riportare all’interno del gruppo un clima di collaborazione e cooperazione, ma non cambia la linea politica. Al momento, non sono previste azioni di discontinuità degli organi direttivi

GA-GI, FEDERICO SERRAO: UN PRESIDENTE PER GESTIRE LA CRISI
Federico Serrao si ritrova presidente del Gruppo Agenti Generali Italia in un momento difficile per la storia del gruppo. La nomina, giunta dopo 22 anni che alla guida veniva riconfermato Vincenzo Cirasola, è in continuità con il passato. L’ex presidente ha lasciato il Ga-Gi prima del termine del mandato per le note vicende interne: una conclusione che lo stesso Cirasola ha definito “un atto di responsabilità” verso la rappresentanza. Il consiglio direttivo ha anche approvato una delibera con la quale ha manifestato “stima e ringraziamento per il lavoro svolto dal presidente uscente”. La scelta di Serrao, già vice presidente, non annuncia quindi grandi cambiamenti. Il nuovo presidente, però, intervistato da Insurance Review, chiede in primis che si possa instaurare un clima disteso. 

Serrao, nel suo nuovo ruolo all’interno del Gruppo Agenti Generali Italia, qual è il primo messaggio che vuole indirizzare agli iscritti?
Vorrei rassicurare tutti quei colleghi preoccupati della situazione che stiamo vivendo all’interno del Ga-Gi, che è mia intenzione compiere tutti gli sforzi possibili per riportare un clima di serenità all’interno della nostra associazione. Non sarà facile sostituire Cirasola, ma sono disponibile a dialogare con tutti i colleghi, anche con coloro che avrebbero preferito una soluzione diversa. Considero la diversità di opinioni un valore che intendo preservare.
A oggi, l’unica pregiudiziale su cui tutti gli associati convergono è porre fine alle dispute giudiziarie. 
Ai colleghi chiedo di giudicare l’operato della giunta in questi due difficilissimi anni per i fatti concreti raggiunti, tra cui ricordo l’accordo integrativo di secondo livello, i target e il regolamento interno ai medesimi, e di confidare che impegno e professionalità saranno spesi per cercare di migliorare le molte aree critiche che attualmente connotano in negativo la nostra attività quotidiana.

Quali sono i principali obiettivi che si è posto?
Occorre considerare che siamo a due terzi di questo percorso legislativo, a un anno dal prossimo congresso. Da un lato, vogliamo proseguire nel ricercare gli obiettivi espressi nella mozione congressuale di Monopoli, dove la maggiore criticità a oggi è rappresentata dalla riforma dei portafogli non auto a seguito dei sinistri causati da calamità, fenomeni atmosferici e dal cambiamento climatico. Proprio su questo fronte, registriamo una recente apertura della Linea tecnica, che abbiamo fortemente contrastato in questi ultimi mesi.
Dall’altro lato, stiamo già ragionando sui programmi futuri che porteremo al prossimo congresso: a mio parere non si potrà prescindere dai capisaldi della rete degli agenti storici delle Generali, ossia la difesa e lo sviluppo del modello distributivo peculiare, quello relativo all’organizzazione produttiva dei dipendenti, che va evoluto ma soprattutto sincronizzato con le esigenze degli appalti. Non posso inoltre non pensare al tema dell’intelligenza artificiale per gli appalti, di cui stiamo valutando gli impatti, e come fruirne positivamente con Anapa, l’associazione di primo livello cui il nostro gruppo fa riferimento, e con Enbass, il nostro ente bilaterale.
Ci sono ancora tante sfide che chiederanno anche innovazione da parte nostra, ma questo senza dimenticare mai il passato, la crescita, i numeri, i fatti e le azioni che hanno reso unico il nostro gruppo, portandolo a diventare un punto di riferimento del mercato assicurativo.

Quali sono le priorità che deve seguire una rappresentanza, dal suo punto di vista e in base alla sua esperienza?
Sono entrato nel Ga-Gi otto anni fa come co-fondatore svolgendo il ruolo di vice presidente per sei anni, gestendo diverse deleghe, come Rca, Imprese/Corporate. Questi ruoli mi hanno permesso di conoscere e maturare diverse esperienze e di coltivare un rapporto speciale con i colleghi, di profonda stima e con alcuni anche di grande amicizia. Lavorare insieme, nel senso stretto del termine, non è mai facile, ma ritengo che nei gruppi di lavoro che ho presenziato si sia instaurato un clima di fattiva collaborazione, che non è mai scontata, dettata anche dal coinvolgimento che sono riuscito a trasmettere alle altre persone e alla determinazione nel raggiungere gli obiettivi posti a verifica periodica dei risultati.
Anche in futuro mi piacerebbe continuare questo percorso e questa modalità di coinvolgimento delle persone. Spesso ci siamo lamentati di una scarsa partecipazione dei colleghi alla vita associativa: ebbene mi piacerebbe che in un rinnovato clima di collaborazione e cooperazione, noi tutti potessimo essere oltre che partner di vita di Generali, anche partner del Ga-Gi.
 
Come vede il rapporto con Generali Italia e cosa chiedete per il futuro?
Come dicevo siamo partner della compagnia e continueremo a rivestire questo ruolo, anche perché il management e il ceo di Generali Philippe Donnet ci considerano da sempre l’asset strategico della distribuzione dei prodotti assicurativi. Noi siamo e restiamo l’unico vero propulsore dello sviluppo e del collocamento dei prodotti assicurativi della compagnia. Di certo, questo è un aspetto importante. Gli agenti rivestono un peso decisivo nella determinazione degli utili societari: siamo anche noi gli stakeholder della compagnia. 
Per questo, nel dialogo con la mandante non dovrà venire meno la richiesta di investire su di noi come asset strategico. Siamo e vogliamo continuare a essere sempre più degli imprenditori, e pensiamo che la compagnia debba metterci nella condizione di investire su noi stessi e sulla nostra professione, in tutti i sensi e in primo luogo economicamente.

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